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Lavori socialmente utili: sostegno all’occupazione e risorsa per lo sviluppo del Trentino

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Uno strumento che in regione coinvolge circa 3500 lavoratori per 61 milioni di euro

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Trento – Oltre 3500 lavoratori fra Progettone, Intervento 19 e Lsu nazionale, per circa 61 milioni di euro: bastano queste cifre a delineare le dimensioni di uno strumento, i Lavori socialmente utili, a cui la Provincia autonoma attribuisce una grande importanza e che ha un’impatto considerevole sulla situazione occupazionale della provincia. Uno strumento che, nelle sue articolazioni, si pone al servizio delle fasce più “deboli” del mondo del lavoro – disoccupati di lungo periodo, lavoratori anziani ma ancora lontani dalla pensione, lavoratori con disabilità e così via – e che permette alle amministrazioni e agli enti che vi fanno ricorso di offrire una vasta gamma di servizi al territorio e alla persona, che vanno dalla manutenzione ambientale alla gestione di beni pubblici. Attività, insomma, costantemente valutate e misurate, non un “parcheggio”.
Tuttavia i Lavori socialmente utili stanno cambiando, come spiegato stamani dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche la dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole, il dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico e lavoro della Provincia Claudio Moser e il dirigente del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Innocenzo Coppola. “Con le persone coinvolte nei diversi programmi – spiega Olivi – realizziamo da un lato una politica di sostegno al reddito e di accompagnamento al lavoro dei soggetti più deboli ed esposti a prolungati periodi di disoccupazione che non ha confronti in Italia, e che ci allinea con le esperienze più avanzate a livello europeo, in termini di equità sociale e contrasto alle disuguaglianze. La riforma del Progettone che stiamo realizzando assieme ai sindacati e ai consorzi cooperativi si sviluppa in tre punti, tutti necessari proprio al fine di garantire la sostenibilità di questo strumento nel futuro, a fronte di una possibile ulteriore crescita dei soggetti in mobilità. Ci saranno in altre parole regole di ingaggio più selettive, per garantire una platea di occupati costante e mantenere inalterate le risorse ad oggi assicurate, effettuando contestualmente un monitoraggio sull’andamento fra chi entra e chi esce. In sintesi: in primo luogo chiediamo una maggiore compartecipazione degli Enti e soprattutto una riduzione dei costi di gestione dei consorzi cooperativi, già concordata, per un risparmio previsto dell’11% pari a circa 0,5 milioni di euro annui. In secondo luogo abbiamo aperto un tavolo con il sindacato per giungere a modificare i requisiti di accesso e alcune parti del contratto al fine di garantire in prospettiva a parita di risorse impegnate il coinvolgimento del maggior numero di lavoratori.
Vogliamo infine anche rafforzare i percorsi di formazione e riqualificazione a cui un lavoratore senior può accedere prima di entrare nell’area dei Lavori socialmente utili, per consentirgli di avere una nuova chance occupazionale tout court. Agenzia del Lavoro ha attivato a questo proposito un progetto di ricollocazione mirato che vedrà coinvolti tutti i lavoratori ancora in mobilità a cui mancano più di 5 anni alla pensione”.

Dati di sintesi

· Lavoratori coinvolti: in tutto circa 3500 tra Intervento 19 (1887) e Progettone (1617) a cui si aggiungono 47 lavoratori del Bando per Lavori socialmente utili statali per comuni e comunità.

· Risorse finanziarie: negli ultimi anni, anche a seguito della crisi economica ed occupazionale, le risorse ad essi dedicate sono considerevolmente aumentate superando i 61 milioni di euro ( 49 milioni per il Progettone e 12 milioni per Intervento 19) .

In generale, sono Lavori socialmente utili le attività di:

abbellimento urbano e rurale;
valorizzazione di beni culturali ed artistici anche mediante attività di promozione, allestimento e custodia di mostre relative a prodotti, oggetti ed attrezzature del territorio nonché di riordino, recupero e valorizzazione di testi e documenti di interesse storico o culturale;
riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico e amministrativo;
custodia e vigilanza di impianti e attrezzature sportive, di centri sociali, di centri socio-assistenziali, educativi e culturali gestiti dagli Enti promotori;
particolari servizi ausiliari alla persona di tipo sociale da svolgersi in A.P.S.P. o sul territorio e particolari servizi necessari per il recupero del lavoratore

I lavori socialmente utili sono rivolti a disoccupati:

– da più di 12 mesi, con più di 35 anni;
– da più di 3 mesi, con più di 50 anni;
– invalidi ai sensi della legge n. 68/99;
– in difficoltà occupazionale in quanto:
– soggetti a processi di emarginazione sociale o portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali, segnalati dai servizi sociali e/o sanitari attraverso apposita certificazione;
– appartenenti ad un nucleo familiare che percepisce il reddito di garanzia, segnalati dai servizi sociali e/o sanitari attraverso apposita certificazione.
Alla data di presentazione della domanda di iscrizione alle liste i soggetti devono risultare residenti in via continuativa da almeno tre anni in provincia di Trento o essere emigrati trentini iscritti all’AIRE da almeno tre anni.

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