Ciambetti: “Se norma favorisce i veneti viene abrogata, se favorisce il sud applicata”
Venezia – “Credo che la misura nel mondo della scuola vicentina sia colma: la retrocessione di tanti insegnanti precari vicentini e veneti scavalcati nelle graduatorie da docenti del Mezzogiorno è uno scandalo, una vergogna”.
L’assessore al bilancio e agli Enti locali della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti, non usa mezzi termini nel bollare “l’ennesima ingiustizia che colpisce i cittadini veneti”.
“Proprio in questi giorni – sostiene l’assessore – abbiamo visto come il Governo per penalizzare il Veneto, e mi riferisco alla vicenda dei fondi compensativi per il rigassificatore di porto Viro cancellati nel silenzio dei parlamentari veneti di maggioranza con un emendamento al decreto Competitività, ha di fatto eliminato una norma e calpestato una sentenza del Consiglio di Stato. Non è stata modificata invece la norma che favorisce la mobilità degli insegnanti per cui le graduatorie vicentine, e più in generale del Nord Italia, vedono promossi docenti del Mezzogiorno che scavalcano i precari veneti”.
“Più che di mobilità – continua Ciambetti – parlerei di flussi dal sud al nord con il rischio che, nel volgere di pochi anni, molti di questi insegnanti, dopo aver ottenuto a scapito dei nostri giovani la tanto agognata cattedra, chiederanno il trasferimento presso casa o nelle loro regioni d’origine. Così le norme a favore dei veneti vengono cancellate e quelle che li penalizzano vengono applicate: a fare le spese non sono solo i nostri docenti precari, uomini e donne che da anni prestano servizio nelle nostre strutture scolastiche, ma anche gli studenti e le famiglie. Vorrei ricordare, infatti, che proprio le nostre scuole, grazie al lavoro anche di tanti docenti precari, sono ai vertici nazionali come testimoniano da ultimo i risultati anche delle prove Invalsi, da cui emerge nettamente il divario con la struttura scolastica del Mezzogiorno”.
“La formazione – conclude Ciambetti – è una delle chiavi di volta dello sviluppo e del benessere: sappiamo quanto conti avere giovani formati e all’altezza delle sfide della competitività: avere una scuola forte, capace di insegnare al meglio, è un fattore di sviluppo e fino a oggi i nostri insegnanti, non ultimi i precari, hanno assolto questo compito. Sconvolgere le graduatorie è un atto insensato, che ci danneggia tutti”.