Lo scrittore della val di Fiemme (omonimo e nipote del celeberrimo Alfredo Paluselli) racconta nel suo primo romanzo una storia vera e personale ambientata nelle Valli di Fiemme, di Fassa, Primiero, a Passo Rolle e nella città di Crema, fra Trentino e Lombardia
di GianAngelo Pistoia
NordEst – «È uscito da pochi mesi, edito da una innovativa casa editrice in crowdfunding, “Bookabook”, il mio primo romanzo “Lei è la montagna”. Questo libro mi sta dando molte soddisfazioni: è stato ben accolto dai lettori, dalla critica e per molte settimane si è posizionato fra i cento romanzi più venduti in Italia. È un romanzo autobiografico che racconta una storia vera, quella mia e della mia compagna Melania. Lo ho ambientato in belle e suggestive località: nelle Valli di Fiemme, di Fassa, di Primiero, a Passo Rolle e nella città lombarda di Crema. Desidererei molto promuovere questo romanzo anche a Primiero dove ho tanti affezionati amici-lettori che già mi conoscono per le mie precedenti opere letterarie a carattere storico: “Vento da Nord” (2013), “Riflessi nelle Dolomiti” (2015) e “Il Diavolo generoso” (2018). Sarei quindi contento se qualche ente pubblico o privato di Primiero mi invitasse per presentare ai residenti e ai turisti il romanzo “Lei e la montagna” (2023)». Chi si esprime così – nel corso di una lunga intervista (AUDIO) – è un eclettico uomo di cultura originario della Val di Fiemme, Alfredo Paluselli, omonimo e nipote del celeberrimo Alfredo Paluselli (1900–1969) antesignano e primo fautore del turismo in Trentino, noto in tutto il mondo per aver costruito con le sue sole forze “baita Segantini” al cospetto del Cimon della Pala.
“Lei e la montagna” è un avvincente romanzo autobiografico, tratto da una storia vera, che si legge tutto d’un fiato. Per invogliare i potenziali lettori ad acquistarlo propongo una bella recensione del romanzo scritta dalla giornalista Cristiana Carnevali per “Mangialibri” un blog collettivo online dedicato all’editoria. Oggi “Mangialibri” è probabilmente il sito sui libri più seguito in Italia (in media 400.000 pagine viste ogni mese da 60.000 lettori, più di 15.000 fan su “Facebook”, più di 15.000 follower su “Twitter”, più di 20.000 libri recensiti, più di 1500 scrittori intervistati) e ha senz’altro contribuito a cambiare il modo in cui si parla di editoria sul web o sui social network. Scrive Cristiana Carnevali a proposito di “Lei e la montagna”: «Tutto comincia con una mail di complimenti da parte di Melania allo scrittore Alfredo Paluselli. Con educazione e gradualmente, i due si trovano a intessere uno scambio continuo di messaggi, foto, racconti sulle Dolomiti. Lei abita a Crema, ma a Pozza di Fassa ha trascorso la sua infanzia. Frequentando la cittadina ne conosce ogni località vicina, ogni sentiero, forse anche meglio di chi ci vive.
Arriva così, finalmente, il giorno in cui Melania comunica ad Alfredo di aver prenotato un appartamento a Castello di Fiemme per la settimana successiva. I due si incontrano e si conoscono di persona. Lei è una bella donna dai capelli rossi, lui il classico uomo con un po’ di pancetta. Si ritrovano davanti al palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, a Cavalese. Alfredo resta sorpreso dall’avvenenza di Melania, ma si comporta con naturalezza e le dà due baci sulle guance, che lei ricambia. Decidono di entrare in un bar senza sfidare il fresco della sera: in fondo, anche se il tempo è ancora piacevole, mancano un paio di mesi al Natale. Approfondiscono per un po’ la loro conoscenza, mentre lui le chiede quali escursioni intenda fare in quei giorni. «Domani a Passo Rolle – dichiara Melania – e magari da lì salire qualche cima. Domenica, invece, alla Roda di Vael, partendo dal Passo di Costalunga, perché è un sentiero che amo molto».
Nel frattempo, aggiunge anche che si ferma a Castello di Fiemme fino al mercoledì successivo. Gli parla di questo viaggio che sta facendo con i suoi gatti. Li ha portati con sé perché non riesce a staccarsi da loro: si chiamano Sherlock e Aranel. Un incontro tutto sommato casuale, ma che si rivela fondamentale. Ma forse gli incontri nei quali si consuma il libro sono davvero di più, perché oltre a quello di Alfredo e Melania c’è l’incontro con la montagna che pur se la si ama per mille motivi e la si conosce bene, non è mai uguale a se stessa e ogni volta permette di scoprire qualcosa di nuovo, un panorama, un gruppo di alberi profumatissimi, i temporali, un tramonto, una radice di genziana buona per aromatizzare la grappa, la neve.
E poi che dire dell’incontro con il “Vecchio”, così come amava farsi chiamare Giuseppe, che ha del miracoloso, o quello con Emanuele la cui calma è consolazione per l’anima? E non sono gli unici incontri che lasciano il segno, ma sono incontri come se ne fanno tanti nella vita che più di tanti altri incidono nel benessere del cuore. E come in ogni vita umana che si rispetti, non mancano le preoccupazioni, i dispiaceri, ma per fortuna c’è un lieto fine dietro l’angolo, anche se non risolve tutti i punti sospesi. È il quarto libro di Alfredo Paluselli, ma è il suo primo romanzo ed essendo questa una storia vera e non solo, ma anche una vicenda personale, il libro «si è scritto da solo», come ha avuto modo di commentare l’autore, lasciandogli così la possibilità di scegliere con cura le parole per raccontare ogni singola emozione e c’è riuscito perfettamente, tanto che ne è risultato un romanzo molto gradevole e leggibile.
Inoltre ci sono le descrizioni dei luoghi che sono tra i più belli fra gli spettacoli naturali d’Italia, essendo ambientato il romanzo nella zona delle Dolomiti e delle Pale di San Martino in particolare, del Passo Rolle, della Val di Fiemme e della foresta di Paneveggio. Tra l’altro la descrizione così accurata e sentimentale dei luoghi delle nostre meravigliose Alpi è quella della “location” di un’appassionante storia d’amore che merita tanta bellezza».
Chi è Alfredo Paluselli?
«Sono nato a Cavalese in Val di Fiemme nel 1976 – racconta – ho tre grandi passioni: la scrittura, i viaggi e la montagna. Nella bottega della mia famiglia a passo Rolle si sono venduti libri di montagna per oltre sessant’anni, fin dal 1964. Quella moltitudine di libri che ho letto e sfogliato durante l’infanzia e l’adolescenza sono stati la mia porta d’accesso al mondo editoriale. Ho infatti pubblicato finora quattro libri: “Vento da Nord”, “Riflessi nelle Dolomiti”, “Il Diavolo generoso” stampati da “Edizioni Dolomiti” (la casa editrice da me fondata) e “Lei e la montagna” edito da “Bookabook”.
Però già nel 1999 avevo autopubblicato un pamphlet turistico e anche creato delle brochure per varie aziende. Quelle esperienze mi hanno permesso in seguito di essere più indipendente sia dal punto di vista della grafica, che da quello della stampa e della distribuzione. Ma prima ancora di tutto questo, ho pubblicato “Rabbia”. Erano gli anni Novanta e io ero solo un ragazzo che insieme a un amico voleva esprimere il proprio dissenso contro un po’ tutto e tutti. A quel tempo si pubblicavano le “fanzines” parola derivante dall’unione dei termini fan e magazine. Le “fanzines” erano il mezzo un po’ underground con cui si divulgavano le proprie idee prima di internet.
La rivista, dapprima diffusa gratuitamente e in seguito venduta sottocosto, fu ben accolta dai miei coetanei ma non altrettanto dalle autorità per via dei suoi contenuti ritenuti talvolta oltraggiosi. Ho poi collaborato come pubblicista con alcuni media provinciali e locali: “L’Adige” e “L’Avisio”. Da queste esperienze giornalistiche ho imparato molto. Il lavoro di giornalista non è esattamente nelle mie corde, ma sono felice di averlo svolto. Oltre ad affrancarmi nella scrittura, queste saltuarie collaborazioni mi hanno permesso di comprendere meglio la mia comunità di appartenenza, quella della Val di Fiemme. Ho anche scritto degli articoli per alcuni media online: gli argomenti trattati erano prevalentemente di natura ambientale e sociale.
Da alcuni anni gestisco un mio blog che ho attivato per avere un “contenitore web” dove “postare” quello che mi passa per la testa. Uno spazio in cui posso parlare liberamente di viaggi, di crescita personale, dei miei libri e in generale di tutto quello che mi riguarda. Ogni contenuto è stato creato con positività, inseguendo il sogno possibile di un mondo migliore. È un blog abbastanza visitato soprattutto dai miei lettori ed estimatori che ringrazio per avermi permesso di trasformare il sogno di scrivere in una realtà concreta e appassionante della mia vita. Ho chiamato il blog “Cuorecielo” poiché ha due radici: la prima deriva dallo spazio meraviglioso e infinito in cui si trovano alcune delle cose più belle del mondo, come le montagne o i tramonti situati appunto tra il nostro cuore e il cielo, mentre la seconda è legata al mio prossimo romanzo, la cui pubblicazione è prevista per il 2025».