Sono stati liberati Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due tecnici italiani della ditta Bonatti rapiti a luglio in Libia insieme a Fausto Piano e Salvatore Failla, uccisi a Sabrata
Roma (Adnkronos) – La Farnesina conferma in una nota che non sono più nelle mani dei loro rapitori, si trovano ora sotto la tutela del Consiglio militare di Sabrata e sono in buona salute Pollicardo, “sta bene e non vede l’ora di tornare a casa. Dalla Libia ha parlato con la moglie e il figlio, rassicurandoli sulle sue condizioni di salute” riferisce all’Adnkronos il sindaco di Monterosso Emanuele Moggia, che ha fatto visita alla moglie di Pollicardo, Ema Orellana, insieme al vicesindaco Emiliana Cavallo e al comandante della stazione dei carabinieri. Tutto il paese è al corrente della liberazione del concittadino e quando la notizia è stata confermata ufficialmente le campane hanno suonato a festa. “Sono troppo felice, non riesco neppure a parlare dall’emozione. Ho sentito pochi minuti fa mio cognato Filippo al telefono. Non vediamo l’ora di riabbracciarlo” dice Tiziana Arena, cognata di Filippo Calcagno.
“Per l’intera comunità di Piazza Armerina oggi è una giornata di festa. Abbiamo vissuto le ultime 24 ore con grande trepidazione e molta paura. Dopo la tragica notizia di ieri io personalmente ero molto preoccupato e temevo il peggio. Invece stamattina è arrivata questa bellissima notizia. Sono felicissimo. Potremo riabbracciare il nostro concittadino” dice all’Adnkronos Filippo Miroddi, sindaco di Piazza Armerina, nell’Ennese, commentando la liberazione di Calcagno.
In un biglietto postato sul profilo Fb del Sabratha Media Center insieme alle foto di Gino Pollicardo e Filippo Calcagno si legge: “Siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”. Sempre sul profilo Fb del Sabratha Media Center è stato pubblicato un video in cui Pollicardo dice: “Sono qui con il mio collega Filippo Calcagno. Siamo in posto sicuro, in un posto di polizia qui in Libia. Stiamo bene e speriamo di tornare urgentemente in Italia perché abbiamo bisogno di ritrovare le nostre famiglie”.