Un artista leggero, ironico, amatissimo e in uno stato di profondo colloquio con Dio. Questa l’immagine emersa dall’omelia pronunciata nella basilica di San Petronio da padre Bernardo Boschi durante i funerali di Lucio Dalla in corso a Bologna.
Il padre domenicano che fu confessore del cantante esordisce con un "buon compleanno Lucio" che scatena un fragoroso applauso della gremita piazza Maggiore, che arriva fin dentro la basilica. "La sua fede passava attraverso l’uomo, attraverso tutta l’umanità" ha detto padre Boschi ricordando quando Dalla era piccolo e "in piazza Cavour festeggiavamo con la mamma il tuo compleanno, oggi invece qui hai tutta bologna". Boschi racconta poi di avere appreso della sua scomparsa tramite un messaggio sul telefono. "E’ morto dalla, con la d minuscola mi hanno scritto – racconta il religioso – e per un momento mi sono illuso che fosse uno scherzo, invece ci ha lasciati tutti soli e più tristi, ma noi sappiamo che Lucio non vuole questo".
"Forse tu non amavi le grandi manifestazioni ma questo popolo ti capisce perché Bologna ha perso un figlio vero", ha proseguito ricordando la sua "sottile ironia e profondità a volte clownesca che rivestiva la sua creatività, ma questa veniva da un colloquio con Dio incredibile". "Lucio era amico di tutti, abbiamo perso un grande amico, ma noi rimarremo sempre con te perché tu rimarrai sempre con noi", ha aggiunto Boschi.
Dopo la chiusura della camera ardente allestita a Palazzo d’Accursio, poco prima delle 14.30, sul suono delle campane a morto dell’Arengo e fra gli applausi di piazza Maggiore gremita la bara portata a spalla ha percorso la brevissima distanza fino al sagrato di San Petronio. Sul feretro una rosa rossa e il cornetto portafortuna regalato dall’amico napoletano.
Cinquecento i posti a sedere nella basilica. Nelle prime file, attorno all’attore Marco Alemanno, i collaboratori più stretti di Dalla e tanti musicisti e artisti tra i quali Gianni Morandi, Ron, Ligabue, Jovanotti, Renato Zero, Renzo Arbore, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Gigi D’Alessio, Gaetano Curreri, Amedeo Minghi, Mek, Biagio Antonacci, i Pooh e Roberto Vecchioni. Presenti anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Nelle panche riservate alle autorità il sindaco Virginio Merole, il presidente della Regione Vasco Errani, il presidente della fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco e tutte le altre massime rappresentanze locali, tra cui anche il prefetto Angelo Tranfaglia e il questore Vincenzo Stingone.
In chiesa non sono state eseguite canzoni di Dalla, ma l’amico del cuore Marco Alemanno ha letto il testo della canzone ‘Le rondini’ tratta dall’album ‘Cambio’ del 1990. "Oggi insieme a voi tutti posso dirgli grazie" sono state le ultime parole del suo intervento. Il giovane attore è quindi scoppiato a piangere, ma l’intera basilica di san Petronio lo ha confortato con un applauso.
Il feretro verrà sepolto nella Certosa monumentale di Bologna, dove sono tumulati anche i genitori dell’artista.
Intanto, al di là della commozione visibile in tutta la città che piange il suo ‘poeta popolare’ come è già stato ribattezzato, si apre il giallo sulla ingente eredità di Dalla. Diritti d’autore, patrimoni immobiliari tra cui la grande e antica casa di via D’Azeglio, ma anche una prestigiosa collezione personale di opere d’arte. Non è chiaro se esista o meno un testamento che indichi precisi lasciti e volonta’. Al momento della morte Lucio Dalla non aveva parenti di primo grado quali sono i genitori, il coniuge o i figli.
Esistono, invece, alcuni cugini. Resta, inoltre, a piangerlo l’attore Marco Alemanno che gli è stato vicinissimo per molti anni fino alla sua scomparsa. E’ stato lui, infatti, il primo a trovare il corpo senza vita del cantante nella stanza d’albergo a Montreux, in Svizzera dove Dalla alloggiava per la tournée europea. Secondo i legali dell’artista una sua volontà molto forte sarebbe stata quella di creare una fondazione nella sua città, che porti il suo nome e che abbia come mission la promozione dell’arte, della musica, della cultura e soprattutto dei giovani talenti per i quali il cantautore si è sempre speso. Una volontà che il suo entourage appoggerebbe convintamente, ma tutta da verificare in relazione all’aspetto legale alla presenza o meno di documenti lasciati per iscritto dal defunto.