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L’ultimo saluto a Simone Pintar

La sua corda sulla bara, le voci del coro San Floriano di Gorizia e tanta gente comune a dare l'ultimo saluto a Simone. Un addio che ti ferisce molto più di altri, che ti fa piangere e allo stesso tempo, ti fa condividere quel dolore straziante che la sua famiglia prova in queste ore.

Una tragedia indescrivibile, quella di Simone Pintar. Strappato improvvisamente ai suoi cari a soli 24 anni, in una giornata qualunque, che poteva divenire per lui la più bella della vita raggiungendo quel Cervino tanto sognato, ma che invece si è rivelata fatale. Per lui, è stata l'ultima scalata.

Sotto una pioggia a tratti molto fitta, intervallata da qualche raggio di sole, in molti hanno voluto essere presenti nella Chiesa di Siror, per dire addio a quel ragazzo. Quattordici, tra parroci e frati, hanno concelebrato la cerimonia funerbre presieduta da don Duccio Zeni, il quale ha ricordato che la vita è davvero fragile; "Come l'erba nel campo, fresca di prima mattina, improvvisamente secca di sera, dopo essere stata tagliata". 

Il saluto dei "Salesiani" che lo hanno ospitato nella loro comunità è stato intenso. "Nei suoi silenzi – si è detto – , Simone era un ricercatore di Dio". L'addio della sua famiglia letto con emozione,  mentre qualcuno gli dato detto: "Avrei voluto conoscerti" pur non avendolo mai incontrato.

Altri invece, lo hanno ricordato per le sue passioni fatte di musica e di scalate. Tanti giovani al funerale di Simone, tanti ragazzi che con lui hanno condiviso momenti di vita. Una vita troppo breve, per essere strappata via dalla montagna. Un vuoto troppo grande per l'intera comunità, che certamente, non lo dimenticherà.

Categories: NordEst
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