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Made in Treviso e Belluno a rischio, un miliardo di euro sotto attacco

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NordEst – L’Osservatorio agromafie lancia l’allarme a Treviso in Camera di Commercio: 1 miliardo di euro sotto attacco. E’ il valore dell’agroalimentare trevigiano e bellunese che ogni giorno subisce tentativi di imitazione, adulterazione, falsificazione in tutto il mondo. Dal radicchio rosso di Treviso falso scoperto in una fiera a Berlino al prosecco imitato presentato a Parigi e per non parlare di una filiera produttiva pirata in Australia che produce un improbabile radicchio chiamato “di Treviso”.

Questo quanto è emerso dall’incontro svoltosi a Treviso che ha visto per la prima volta protagonista l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare. Ad invitarlo Camera di Commercio e Coldiretti di Treviso e Belluno a tutela del patrimonio agroalimentare delle province di riferimento.

Prima del video messaggio dell’ex procuratore Giancarlo Caselli, oggi presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio agromafie, ha aperto i lavori il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno Mario Pozza che ha sottolineato come: “La Camera di Commercio con la sua competenza confermata dalla riforma camerale presidia il controllo sulla sicurezza della qualità dei prodotti agroalimentari e di tutti gli altri settori ed è per questo motivo che ha voluto fortemente questa iniziativa. Il contesto in cui è inserita è rappresentato da fenomeni che spesso sono sottovalutati e che, invece, vanno affrontati e combattuti. Parliamo della contraffazione, falsificazione agroalimentare che sono veri e propri attacchi criminali alla salute di ognuno di noi in quanto consumatori ma anche al made in Italy, a tutto danno delle nostre imprese”.

“Al centro del nostro interesse c’è la tutela di un patrimonio agroalimentare che può fregiarsi del made in Italy e che in provincia di Treviso e Belluno vale più di 1 miliardo di euro – sottolinea Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso – L’unicità e la distintività sono i fattori che premiano l’agroalimentare delle province di Treviso e Belluno che si distinguono per la presenza di prodotti di alta qualità, garantiti da riconoscimenti nazionali e comunitari in un territorio apprezzato in tutto il mondo. Ma in tutto il mondo i nostro prodotti vengono imitati, copiati, travisati con un incredibile furto di reddito per i nostri agricoltori, ma anche di credibilità, reputazione e immagine”.

“Un lavoro senza fine – spiega il presidente di Coldiretti Veneto Martino Cerantola – per tutelare i marchi ma soprattutto il consumatore. Una delle principali misure è stata quella dell’etichetta narrante che deve contenere tutte le informazioni che chi acquista ha il diritto di conoscere. Per sconfiggere questi fenomeni negativi ci vogliono buone leggi che tutelino brand e filiera ma anche un fronte comune e una rivoluzione culturale da parte dei cittadini come pure delle istituzioni e persino del mondo dell’educazione, affinchè nessuno sia complice di un sistema perverso”.

“Si copia dai primi e dalle eccellenze ed è per questo che il territorio trevigiano e bellunese è a rischio – sottolinea Andrea Baldanza – Vice Presidente del Comitato Scientifico “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – Il danno diretto ammonta a svariati migliardi di euro, ma poi c’è anche quello immateriale che colpisce la reputazione dei prodotti originali. Ed è qui che stiamo lavorando a tutela del vero made in Italy”.

L’Osservatorio denuncia i fenomeni del falso 2.0 che stanno invadendo anche i social network. Ed è per questo che si sta correndo ai ripari con una sorveglianza sempre più attenta al mondo digitale.

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