I suoi funerali sono stati fissati per le ore 14.30 di venerdì 8 aprile presso la chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia di Rovereto
Primiero/Rovereto (Trento) – Sono in molti in queste ore anche a Primiero a ricordare la figura del notaio scomparso a Rovereto, ma che tornava spesso ai piedi delle sue amate montagne. Era un personaggio conosciuto, stimato e apprezzato in tutto il Trentino, sia per la sua attività professionale, per la politica e per il suo impegno in prima linea in molte associazioni. In particolare, amante del volo, è stato presidente dell’Aeroclub di Trento e dell’Associazione Italiana di Piloti di montagna. Tra le altre cose è stato insegnante di economia e diritto al Tambosi di Trento e in alcune scuole di Rovereto.
Nato a Primiero, classe 1936 portava da sempre nei suoi luoghi di vita e lavoro, le amate Pale di San Martino.Non ha mai nascosto l’orgoglio di aver studiato al liceo classico Rosmini con il preside Tomazzoni e il professor Miori. In molti, lo ricordano come notaio (attività che ha portato avanti per 44 anni) ma Falqui Massidda si è speso tantissimo per la sua città e per la montagna. Rivestendo, per altro, numerosi ruoli, anche quello di consigliere comunale per dieci anni e di assessore dal 1967 al 1971. Ma è stato anche il primo presidente della Casa di soggiorno per anziani, la «casa rossa» che è stata raccontata in un suo libro.
In politica, circa una decina di anni fa, è stato tra i fondatori di «Progetto Trentino» con Silvano Grisenti. Al di là dei tanti incarichi rivestiti, il suo hobby più forte era il volo. Tanto da spingerlo con il suo Piper PA18 fino a Mosca. In elicottero nel 2006, precipitò al rifugio Sette Selle sul Lagorai, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Il suo legame con Primiero
“Nato a Primiero nel 1936 – scriveva Massidda – conservo vivida la memoria della mia infanzia. Ne ho un ricordo straordinario, nella sua tragica bellezza. Le Pale di San Martino nel’45 in una splendida giornata di sole dove il cielo brillava, purtroppo però erano centinaia di aerei che coprivano tutto il cielo e che andavano a bombardare la mia amata patria (in senso mazziniano: non quella che è ma quella che vorrei).
Sono arrivato a Rovereto che non avevo compiuto 14 anni e vi sono rimasto. La mia più grande passione è sempre stata la curiosità. La curiosità che, al di là degli studi di obbligo (medie-liceo classico – università – esami di docenza, di avvocato e di notaio, senza ricerche di massimi voti), mi ha portato ad approfondire e scrivere di materie giuridiche, di nuove prassi contrattuali e di storie vere e romanzate. Scrivere non è una gioia ma un bisogno faticoso per me.
Anche nei momenti di più intensa attività non ho mai trascurato le mie passioni, per la montagna, per il camminare con il cavallo di San Francesco, per il volo, in montagna con aerei di tubolari e tela, per tutto ciò che poteva darmi forza. Le pazzie, come il camminare sulle braci ardenti o fare un terribile bellissimo percorso psicologico dentro me stesso in un corso diretto dal grande psicologo Basil de Luca, mi appaiano ora come un dono dello spirito. Devo a mia moglie e all’amore delle miei figlie l’aver navigato senza affondare nel mare della vita pur con tempeste a forza 5. Ho avuto l’onore di ricevere per la mia attività di amministratore, legale e socio la Melvin Jones Fellow, onorificenza del Presidente Internazionale Lions Jitsuhiro Yamada.”.
Ha pubblicato tra gli altri: Germania perdono, I misteri del monte Biaena, Monsignore Giovanni Battista Deville, storia di un montanaro trentino, La casa rossa, tutte delle Edizioni Zandonai, sotto diversi marchi (Nicolodi E Gon). Ha scritto due edizioni di un trattato sul sistema tavolare e tre edizioni sul tema delle successioni e donazioni, oltre ad articoli vari e interventi in materia di diritto e di racconti in particolare quelli del concorso annuale del Furore dei Libri.
Ascolta l’intervista a Falqui Massidda