Ennesima aberrazione della burocrazia italiana, che dichiara guerra al gioco d’azzardo, poi sanziona chi opta per il calcetto
Venezia – “Ma che Paese è quello che con una mano premia chi rinuncia a un tornaconto personale rifiutandosi di installare nel proprio locale delle macchinette mangiasoldi e con l’altra lo castiga per aver offerto gratuitamente uno svago innocuo alla propria clientela?”
La domanda retorica è del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, incredulo come altri di fronte alla vicenda del gestore di un bar ristorante di Mestre, che ha detto no al gioco d’azzardo delle slot machine ed è stato invece pesantemente sanzionato perché non ha il permesso per il biliardino senza gettoniera presente nel suo locale.
“Gli effetti vergognosi della peggior burocrazia colpiscono indistintamente qualsiasi cittadino – sostiene Zaia –, anche quello che ha il merito di contribuire con le proprie scelte aziendali al diffondersi di uno dei mali più subdoli del nostro tempo, la ludopatia. Succede così che chi concorre concretamente a limitare il divulgarsi di una malattia, che sta minando un numero sempre maggiore di famiglie e il cui contrasto comporta un crescente dispendio di energie e risorse pubbliche, sia anche pesantemente multato: è proprio vero che quando si ha a che fare con i sistemi burocratici, la realtà riesce a superare la più inquietante immaginazione”.