Colpiti soprattutto piccoli negozi,pesa costo trasporto
NordEst – “Al Senato eravamo come Uncem (Unione delle comunità montane) alla presentazione di due disegni di legge per la fiscalità differenziata alle imprese e ai negozi dei territori montani. In queste ore ricevo da un esercente di un piccolo nuovo negozio di generi alimentari di Pessinetto (Torino), nelle Valli di Lanzo, la scansione di un’ultima bolletta elettrica ricevuta da un principale operatore italiano che gestisce la fornitura, dove oneri di sistema, imposte e costi per il trasporto dell’energia e uso del contatore superano di tre volte la spesa reale per l’energia. Quest’ultima è di 77 euro. Totale bolletta da pagare, 293 euro”. Lo segnala in una nota il presidente dell’Uncem Marco Bussone, spiegando che “la questione incrocia tre temi”.
“Il primo è l’equilibrio stesso tra consumi elettrici e altre voci sulla bolletta. Non è mai stato positivo – spiega – negli ultimi vent’anni. L’energia in Italia costa più cara che in altri Paesi d’Europa, ma gli oneri sono di gran lunga maggiori. Poi c’è un tema fondamentale ‘di territorio’ e cioè che è ancor più assurdo che quel negozio paghi quella cifra quando l’energia si produce nelle centrali idroelettriche poste a 10 km da Pessinetto. Sono lì dietro il negozio, eppure quel negozio per dieci lampade a led e un frigo paga quanto uno analogo, stessa metratura, che sta nel centro di Milano o di Torino o di Roma.
È pazzesco – afferma il presidente dell’Uncem – ed è frutto di regole che non contemplano autoconsumo collettivo, scambio sul posto, riduzione dei costi energetici per comunità e imprese della montagna. Uncem lo chiede da dieci anni”. Bussone spiega poi che ad esempio quel negozio “dovrebbe pagare una cifra simbolica, forfettaria.
Perché è lì vicino alle fonti dell’energia e al nostro ‘pozzo di petrolio’, la nostra acqua e il nostro legno, e perché svolge un ruolo sociale anche diffondendo tra la comunità il claim ‘Compra in valle, la Montagna vivrà’ per generare nuovo senso di appartenenza. E questa è la terza questione che la politica deve capire. Quel negozio deve pagare meno l’energia e altre imposte. Il titolare
– conclude – vince anche così la sua scommessa imprenditoriale”.