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Venezia, dopo le polemiche Orsoni lascia: toglie deleghe e si sfoga: ‘Reazioni ipocrite’

“Ho voluto dare un segno chiaro della mia lontananza dalla politica – ha detto Orsoni in conferenza stampa a Ca’ Farsetti, sede del Comune”

Venezia (Adnkronos) – “Ho voluto dare un segno chiaro della mia lontananza dalla politica – ha detto Giorgio Orsoni in conferenza stampa a Ca’ Farsetti, sede del Comune – un segno che si è concretizzato prima con la revoca della Giunta, provvedimento che non riguarda l’operato amministrativo dei singoli assessori ma vuole significare che è venuto meno il rapporto fra la mia persona e la politica che mi ha sostenuto fino ad oggi”.

Dichiarazioni e polemiche dell’ex sindaco

“Credo che questo provvedimento di revoca di arresti domiciliari si commenti da solo, dopo una settimana e il chiarimento avvenuto lunedì con il pm. Devo dire che era un pezzo che chiedevo alla Procura di consentirmi di dare elementi di chiarezza sulle vicende. Ho chiarito, credo nel modo più inconfutabile, che nessun coinvolgimento mio diretto come prospettato dal provvedimento è mai avvenuto”, ha sottolineato Orsoni definendo Mazzacurati, dominus del Consorzio Venezia Nuova, “un millantatore”.

Orsoni è stato arrestato con altre 34 persone il 4 giugno scorso nell’ambito dell’operazione della Gdf su presunte tangenti e finanziamenti illeciti collegati agli appalti per le barriere del Mose che dovranno proteggere Venezia da alte maree e allagamenti.

“I filoni di accusa sono di due tipi”, ha spiegato Orsoni, “che avrei percepito dal mio mandatario elettorale somme illecitamente procurate, cosa che non ho mai sospettato così come per versamenti fatti sul conto del mio mandatario”. “Non ho mai pensato che quei finanziamenti – ha sottolineato – fossero men che leciti: venivano da imprese che fanno capo al consorzio Venezia Nuova ma io non so come si procurassero quei fondi. Non era una cosa che potevo sapere, devo dire che ho saputo solo al termine della campagna elettorale, chi aveva contribuito e chi no”.

“La mia campagna elettorale è stata gestita da partiti che mi hanno sostenuto. È evidente che il maggiore organizzatore campagna è stato il Pd e poi altri partiti”, ha poi sottolineato Orsoni aggiungendo: “Con esponenti del Pd ho più volte interloquito. Non ho mai saputo come le iniziative elettorali venissero pagate. Questo ho detto ai giudici consapevole di avere gestito la città nel modo migliore possibile, mi sono opposto a chi voleva sfruttare la città”, ha concluso.

“Ho incontrato Mazzacurati, fu lui a propormi di sostenere attraverso canali che ritenevo leciti la mia campagna elettorale, compito che lui si era assunto in altre campagne elettorali”, ha spiegato ancora il sindaco di Venezia ripercorrendo la sua vicenda e il coinvolgimento nell’inchiesta sul Mose in un’affollata conferenza stampa. “Non ho mai immaginato – ha spiegato – che si utilizzassero sistemi men che leciti”.

“Mazzacurati l’ho incontrato più volte, insistentemente. Voleva parlarmi dei problemi della città, del Mose e soprattutto dell’Arsenale. Con Mazzacurati ho avuto uno scontro duro e forse c’è stata qualche vendetta nei miei confronti”, ha spiegato ancora.

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