A Dubai – città araba dei “record” – negli Emirati Arabi Uniti lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum ha inaugurato il “Museum of the Future”, unanimemente considerato uno dei musei più eleganti e innovativi del mondo
di GianAngelo Pistoia
NordEst – Esteticamente è uno dei più bei musei al mondo ed è ubicato in una città, spesso menzionata come la “città dei record”, poiché sul suo territorio svetta il “Burj Khalifa” e gira la “Ain Dubai”, rispettivamente il grattacielo e la ruota panoramica più grandi al mondo. L’avrete certamente riconosciuto: sto parlando del “Museum of the Future” di Dubai inaugurato lo scorso 22 febbraio, un giorno propizio in quanto il 22.02.2022 è una data palindroma, che si può leggere sia da sinistra a destra che viceversa.
Voluto dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum – Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e Sovrano di Dubai – finanziato dalla Dubai Future Foundation e progettato dal team di architetti dello studio Killa Design dell’archistar Shaun Killa in collaborazione con la società di consulenza Buro Happold Engineering, l’edificio si contrappone alla verticalità degli imponenti grattacieli di Dubai, sfidando anche il “Burj Khalifa”, preferendo allo slancio verso le nuvole un involucro di forma toroidale che sembra aprirsi e chiudersi su sé stesso.
Il “Museum of the Future” dal punto di vista architettonico è una meraviglia dell’ingegneria. È il museo più snello al mondo senza spigoli vivi sulla sua struttura esterna. Ha fissato anche un nuovo “benchmark” architettonico internazionale grazie all’adozione di avveniristiche tecnologie costruttive. È stato realizzato utilizzando il modello del “disegno parametrico”, una tecnologia tridimensionale basata su una progettazione tecnica avanzata che funziona inserendo dati e parametri per l’edificio da progettare. Per costruire una struttura così elegante i progettisti si sono avvalsi sia di materiali tradizionali che di quelli all’avanguardia provenienti anche dall’Italia. Pure nostri connazionali sono stati coinvolti nella realizzazione di questo iconico museo.
Situato nel cuore del distretto finanziario di Dubai, si accede al “Museum of the Future” anche tramite due ponti, il primo dei quali si estende fino agli edifici di Jumeirah Emirates Towers mentre il secondo, lungo 212 metri, lo collega alla adiacente stazione della metropolitana.
Tre elementi caratterizzano questa struttura museale: un piccolo altopiano lussureggiante, l’avveniristico edificio e l’occhio ellittico vuoto presente al centro del museo. Come ha ben sintetizzato Cecilia Di Marzo in un interessante ed esaustivo articolo pubblicato su “Archiportale.com” «la collina verde rappresenta la terra, con le sue radici nel luogo, nel tempo e nella storia. L’edificio, dalla forma toroidale, alto 77 metri che si erge al di sopra della collina e della linea della metropolitana, rappresenta il genere umano, con la sua forza e la sua capacità di creare armonia con l’ambiente circostante.
È sottolineato dalla forma audace che emerge con orgoglio dalla collina, mostrando la passione dell’umanità per l’arte e per il creare. L’occhio ellittico vuoto ricavato quasi al centro della struttura museale rappresenta l’innovazione e l’ignoto. Questo spazio vacuo mostra il futuro non scritto verso cui l’umanità può simbolicamente guardare. Un invito all’azione che può guidare i creatori di oggi a colmare il vuoto lasciato da tutto ciò che ancora non conosciamo».
Sono ben 1.024 i pannelli che ricoprono l’intera superficie, di 17.600 metri quadri, dell’involucro esterno del museo. Tutti i pannelli sono stati realizzati con una combinazione di preimpregnati di vetro e carbonio multiassiali, laminati in stampi, fresati a controllo numerico prima dell’aggiunta di elementi in vetro, sistemi di illuminazione a led e finiture superficiali in acciaio inox. Ogni pannello è stato installato singolarmente e sono stati impiegati più di 18 mesi per ricoprire l’intera facciata esterna del museo.
La medesima è illuminata da 14.000 metri di linee luminose e presenta un intricato design di finestre in forma di calligrafia araba che riportano saggie citazioni dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum. Le parole sono state scritte nella calligrafia araba “Thuluth” dall’artista Mattar bin Lahej e sono state orientate con cura affinché le citazioni sulla facciata possano essere lette facilmente. Queste inusuali finestre sono state create con vetri speciali in modo da migliorare l’illuminazione interna del museo e favorire l’isolamento termico dall’esterno.
Sono queste le tre citazioni incise sull’edificio in calligrafia araba: “Potremmo non vivere per centinaia di anni, ma i prodotti della nostra creatività possono lasciare un’eredità molto tempo dopo che ce ne siamo andati”, “Il futuro appartiene a coloro che possono immaginarlo, progettarlo e realizzarlo. Non è qualcosa che si aspetta, ma che si crea” e “L’innovazione non è un lusso intellettuale. È il segreto dietro l’evoluzione e il ringiovanimento delle nazioni e dei popoli”.
Se la facciata esterna del “Museum of the Future” attinge quindi alla tradizione decorativa del passato esibendo un pattern di scritte in calligrafia “Thuluth”, l’interno della avveniristica struttura è già proiettato all’imminente domani del settore edile.
In primis il museo è alimentato con 4.000 megawattora all’anno di energia solare generata da un parco solare dedicato e soddisfa i più elevati standard globali di sostenibilità. Questo capolavoro architettonico alto 77 metri, di sette piani senza pilastri e con una superficie di 30.000 metri quadrati è un hub intellettuale e scientifico. Riunirà, fra l’altro, le migliori menti internazionali di scienza, tecnologia e innovazione per trovare soluzioni per il futuro dell’umanità.
Il cuore del museo consta di una sala multiuso, che può ospitare più di 1.000 persone e di una sala speciale per conferenze e laboratori interattivi con una capienza di 345 persone. Vi sono poi laboratori di innovazione per la salute, l’istruzione, le città intelligenti, l’energia e i trasporti, una mostra permanente di innovazioni future e laboratori per generare e testare idee ed invenzioni in collaborazione con istituti di ricerca e università, soprattutto nelle aree di sviluppo legate alle sfide che la società deve affrontare.
Ogni piano del museo ha un focus diverso, dallo sviluppo delle risorse dello spazio agli ecosistemi, dalla bioingegneria alla salute e al benessere. Con un’enfasi su realtà virtuale e aumentata, Big Data, robotica e intelligenza artificiale. Ma caliamoci nei panni di un visitatore che vuole trascorre mezza giornata nel “Museum of the Future” di Dubai. Quali sono le “attrazioni scientifiche” che lo attendono? Anzitutto il museo è suddiviso in quattro aree, chiamate in loco “capitoli”.
Al primo capitolo si accede tramite un ascensore che ha la forma della cabina di una navicella spaziale e porta il visitatore da Dubai allo spazio. Uscito dalla cabina spaziale, il visitatore può interagire con astronavi, satelliti, video interattivi e attività che fanno capire come lo spazio è interconnesso con la Terra. Il mantra di tutto il viaggio è che la sostenibilità deve essere parte del nostro futuro e che nello spazio troviamo le soluzioni per migliorare la vita sul nostro pianeta.
Il secondo capitolo è dedicato alla ricostruzione dell’ambiente e al cambiamento climatico, con un’area in cui sono esposte tutte le specie animali e vegetali, anche quelle estinte. Tramite una app si possono conoscere le loro proprietà e caratteristiche. E poi videowall e anche l’intelligenza artificiale: una sorta di Alice del blockbuster Resident Evil in versione araba, spiega le soluzioni per poter ricostruire un mondo più sano, ma soprattutto prevedere il futuro.
Il terzo capitolo è un’esperienza immersiva, tra pensieri, riflessioni e desideri, per imparare ad approcciare problemi complessi e sviluppare una attitudine mentale per trovare soluzioni. Il visitatore può raccogliere dei gettoni a forma di fiori mandala che servono a concentrarsi su come risolvere i problemi del futuro.
Al quarto ed ultimo capitolo il visitatore rientra nel presente e si riconnette con le molte innovazioni tecnologiche che stanno plasmando i nostri giorni. Potrà girovagare fra esposizioni temporanee a tema che si rinnovano ciclicamente.
In sintesi il “Museum of the Future” accompagna il visitatore in un viaggio esperienziale che lo trasporta nell’anno 2071, che coincide con il centenario della fondazione degli Emirati Arabi Uniti. Il viaggio porta il visitatore da un regno universale a uno personale, basato su un approccio che sottolinea l’importanza della propria connessione con l’universo nell’ambito di una relazione di influenza reciproca e promuove il principio del ruolo di ogni individuo nel plasmare il futuro.
Questo sito museale aspira a diventare un’agorà moderna per menti creative e intellettuali, un luogo di dibattito e sperimentazione, una piattaforma scientifica dagli echi globali volta a stimolare una nuova stagione di scoperte.Come porta di accesso globale al futuro, il museo punta a trasformare Dubai in un banco di prova per le tecnologie emergenti e anche in un hub per talenti, inventori e creativi di tutto il mondo, pronti a confrontarsi con le più grandi sfide del nostro tempo.
«A differenza dei tipici musei in cui il valore degli oggetti esposti si apprezza con il tempo perché diventano più vecchi, quando si parla di futuro è necessario essere sempre rilevanti – chiosa Khalfan Belhoul, amministratore delegato dalla Dubai Future Foundation ed aggiunge – quindi siamo entusiasti di come qui possiamo creare la storia continuamente.
La nostra esposizione può farti fantasticare su un futuro lontano, ma anche su uno più vicino e tangibile: la gente può farsi un’idea di cosa succederà nei prossimi anni e non nel 2071». Gli fa eco Mohammed Al Gergawi, ministro degli Affari di Gabinetto degli Emirati Arabi Uniti e presidente della Dubai Future Foundation che puntualizza: «il “Museum of the Future” è un“museo vivente” in costante adattamento e metamorfosi che vale la pena di un viaggio, anche intercontinentale!».
La vivace e lungimirante politica culturale perseguita dagli sceicchi emirantini ha già ottenuto un importante riconoscimento. L’Unesco ha designato il 2 dicembre – ricorrenza della fondazione cinquanta anni fa degli Emirati Arabi Uniti – quale giornata internazionale del futuro.