Si vorrebbero far passare le navi per il Canale Contorta – S. Angelo , che dovrebbe esser scavato ex novo con danni imprevedibili per l’ecosistema
Infatti, con decreto Cap. Porto Venezia n. 472 del 5 dicembre 2013 è stata individuata quale “via di navigazione praticabile alternativa a quelle vietate, alle navi di stazza lorda superiore alle 40.000 G.T., del Canale di San Marco e del Canale della Giudecca” il Canale Contorta – S. Angelo quale diramazione del Canale Malamocco – Marghera. Il canale dovrebbe esser scavato ex novo con indubbi danni di non prevedibile entità al delicatissimo ecosistema lagunare.
In attesa della realizzazione della nuova via di accesso alla Stazione marittima, dalla riunione è emersa la necessità di mettere in atto al più presto misure efficaci per mitigare significativamente il traffico nel Canale di Giudecca. In particolare:
dal 1° gennaio 2014 dovrà essere vietato il passaggio nello stesso Canale dei traghetti, con conseguente riduzione del 25% dei transiti davanti a San Marco e del 50% delle emissioni inquinanti;
dal 1° gennaio 2014 dovrà essere ridotto fino al 20% (rispetto al 2012) il numero delle navi da crociera di stazza superiore alle 40.000 tonnellate abilitate a transitare per il Canale della Giudecca;
dal 1º novembre 2014 dovrà essere definitivamente precluso il transito delle navi crocieristiche superiori a 96.000 tonnellate di stazza lorda.
Andranno, infine, assicurate una riduzione dello stazionamento giornaliero massimo (non superiore a 5 navi da crociera di stazza superiore alle 40.000 tonnellate) e una contrazione dei passaggi residui nelle ore centrali della giornata, con concentrazione delle partenze e arrivi all’alba e al tramonto”.
Il Comitato ritiene comunque inaccettabili tutti gli scenari che prevedono il mantenimento delle grandi navi all’interno della Laguna (Contorta, Marghera, retro Giudecca) ed è certo che a causa delle obiettive criticità connesse al modello oggi imperante (rischio di incidenti, inquinamento, erosione dei fondali, vibrazioni, rumori, stress turistico) una Vas condotta correttamente non potrà che concludersi con l’estromissione delle navi incompatibili dalla laguna. Una scelta, questa, la sola coerente col Piano di assetto del Territorio approvato dal Comune di Venezia e l’unica in grado di salvare davvero la Marittima, la portualità veneziana e il lavoro che gigantismo navale, crescita dei livelli marini e Mose alle bocche di Porto metteranno nel prossimo futuro in crisi.