Due astensioni di Patt e FdI. No anche a una mozione di Futura sul Trec. Sì a un ddl di Giunta
NordEst – No alla mozione 298 proposta dal Pd per stoppare la Valdastico nord e pensare alla mobilità del futuro. La mozione è stata respinta con 17 no, 12 sì e 2 voti di astensione espressi da una consigliera di FdI e da un esponente del Patt.
Il consigliere proponente, ex assessore allo sviluppo, ha segnalato che la mozione risale a un anno fa ma che è stata emendata questa mattina per aggiornare e contestualizzare la discussione su questa infrastruttura alla luce dei fatti intervenuti dopo il deposito di questo testo. Le modifiche hanno sostituito parte della premessa e integralmente il primo punto del dispositivo, che nella nuova versione impegna la Giunta a revocare o in alternativa comunque a sospendere il procedimento avviato con deliberazione numero 1058 del 25 giugno scorso, che approva il documento preliminare per l’adozione della variante al Piano urbanistico provinciale riguardante il corridoio di accesso Est, volto a definire la conformità urbanistica di un collegamento autostradale della Valdastico nord con uscita a Rovereto sud. Il punto 2 del dispositivo, rimasto invece invariato, impegna poi l’esecutivo a proporre alla Regione Veneto e alla Provincia di Bolzano un progetto per la mobilità integrata regionale ed interrregionale coerente con gli obiettivi europei del Recovery Fund che valorizzi le vocazioni turistiche e ambientali nei territori di montagna.
Trentino in Azione: abbandonato il progetto di collegamento stradale, l’uscita a Rovereto sud aumenterà il traffico pesante lungo la Valsugana.
L’esponente di Trentino in Azione ha ricordato la soluzione individuata e concordata con un apposito documento nel 2016, di un collegamento non autostradale e quindi non a pedaggio del Trentino con l’autostrada della Valdastico per togliere il traffico pesante dalla statale della Valsugana. Questo progetto è stato totalmente abbandonato iniziando nel giugno 2020 un procedimento di variante per prevedere l’uscita autostradale della Valdastico nord a Rovereto sud, quando due mesi prima la concessione di Serenissima è stata prorogata al 2026 a sostegno della soluzione sopra descritta. Il consigliere si è detto sicuro di una cosa: che il progetto di collegamento autostradale con uscito a Rovereto sud non importa nulla della Valsugana, scomparsa dall’orizzonte dell’attenzione rispetto al tema Valdastico. Oltre a mancare completamente un’analisi dei flussi di traffico e studi sull’impatto ambientale, economico e geopolitico, secondo l’ex presidente della Giunta la cartina parla chiaro mostrando che in tal modo i mezzi pesanti del Veneto troveranno ancor più appetibile transitare per la Valsugana. Inoltre, a suo parere, l’uscita a Rovereto sud non servirebbe certo a spostare su ferrovia le merci trasportate dai camion utilizzando l’Interporto di Trento nord.
Europa Verde: si punti piuttosto alla mobilità sostenibile.
La consigliera di Europa Verde, dichiarandosi pienamente d’accordo con la mozione, ha osservato che la Giunta avviando la procedura di variante del Pup ha voluto esprime una chiara volontà politica per aprire la strada al completamento verso nord della Valdastico. Autostrada in netto contrasto con il protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi e che servirà solo ad Atlantia per il rinnovo della concessione. E che andrà a interagire in modo negativo e impattante sul paesaggio, sull’ambiente e sulla vita delle comuntià locali che non hanno mai condiviso questa proposta. La Valdastico risulterebbe poi alternativa al potenziamento della linea ferroviaria della Valsugana. La consigliera ha suggerito piuttosto alla Giunta di stipulare un accordo con la Regione Veneto per il potenziamento della linea ferroviaria Trento-Primolano-Venezia abbandonando definitivamente il progetto della Valdastico nord e la completa la messa in sicurezza delle altre vie d’accesso al Trentino come la statale 47 della Valsugana. Si impone quindi a suo avviso la necessità di recedere dalla volontà di portare avanti il progetto della Valdastico nord A31 programmando invece interventi per l’efficientamento di un sistema di mobilità sostenibile istituendo un fondo provinciale alimentato dalle accise.
La Lega: l’opposizione sa soro dire no.
Un consigliere della Lega ha ribattuto alle obiezioni rappresentate dalle opposizioni, rammentando che la Valdastico con uscita a Rovereto sud è da sempre nel programma del Carroccio trentino ed è attesa da decenni dai cittadini soprattutto della Valsugana. E poi – ha aggiunto – come si può pensare di risolvere il problema del traffico sulla Valsugana con i treni. Questo è a suo parere il solito modo utilizzato dalla sinistra per impedire da 50 anni a questa parte la realizzazione di opere utili come il prolungamento in Trentino dell’A31 senza portare nessun contributo innovativo. Evidente quindi che questa mozione non può essere accolta. Massima solidarietà, quindi, al presidente della Giunta perché vada avanti e realizzi quest’opera senza badare a chi tenta di bloccare il progetto.
Onda Civica: il centrosinistra in passato era favorevole a quest’opera.
L’esponente di Onda Civica ha giudicato condivisibile la mozione nei contenuti. E ha ricordato che nella scorsa legislatura, correva l’anno 2015, il centro sinistra aveva respinto una mozione che impegnava la Giunta ad opporsi alla realizzazione sul territorio provinciale del progetto della Valdastico nord. Contro questa mozione aveva votato anche il consigliere che ha proposto quella di oggi. Inoltre nella scorsa legislatura la Giunta provinciale aveva fatto importanti passi avanti verso la realizzazione di questa infrastruttura, anche se il progetto che ne è scaturito è diverso da quello attuale. Non era stato pronunciato nessun no alla Valdastico che qualcuno riscopre sei anni dopo. Era stata anche individuata un’intesa col Mit, la Regione Veneto e la Provincia di Trento di cui aveva preso atto il Cipe sulla realizzazione del secondo lotto della Valdastico nord. Onda Civica ha segnalato al consigliere da cui è proposta la mozione di oggi aveva e che si oppone agli squarci che il prolungamento dell’autostrada comporterebbe nella valle del Leno, che la Giunta della passata legislatura aveva condiviso la versione sottoscritta dal tavolo paritetico che prevedeva un progetto di Valdastico nord che avrebbe prodotto squarci nella valle del Centa. D’altra parte l’attuale progetto di prolungamento in Trentino dell’autostrada della Valdastico sarebbe, per il consigliere, del tutto inutile e si scontra con la contrarietà di tutti i territori interessati della nostra provincia. Vero è anche che il centro destra ha da sempre un programma chiaro che prevedeva la realizzazione di quest’infrastruttura. Infine nell’attuale governo siedono oggi partiti contrari alla Valdastico. Siamo quindi di fronte a un teatrino e a una gran confusione.
Il presidente: la variante al Pup non definisce un progetto preciso. Faremo tutte le analisi del caso ma vogliamo realizzare l’infrastruttura con uscita a Rovereto sud.
Il presidente della Giunta ha motivato il no alla mozione proposta ricordando che la Provincia opera da anni per ottenere il miglior collegamento possibile con il Veneto tramite un corridoio di accesso. Per questo ha approfondito il tema con analisi trasportistiche e ambientali. “Con l’ultima variante al Pup – ha detto – la Giunta si limita ad allargare da Trento fino a Rovereto sud le ipotesi di collegamento a est fra il Trentino e il Veneto, ma non prevede una opzione precisa. Nelle settimane successive verranno fatte tutte le analisi tecniche, urbanistiche, ambientali sociali ed economiche necessarie rispetto alle varie ipotesi di corridoio est fra Trentino e Veneto”. Il presidente ha ricordato che nel programma di legislatura la Giunta ritiene che il miglior collegamento con il Veneto sia il prolungamento dell’autostrada della Valdastico fino a Rovereto sud. Di chiaro c’è che questa Giunta provinciale ha quest’opera nel proprio programma e che non è vero che i trentini, e in particolare gli imprenditori del Trentino, non la vogliono.Il presidente ha aggiunto che anche il collegamento indicato dalla Giunta precedente prevedeva un’opera che avrebbe comportato analoghi problemi ambientali e idrogeologici. E il fatto stesso che l’esecutivo della precedente legislatura abbia partecipato al tavolo paritetico sulla Valdastico nel 2016, dimostra che alla fine nell’ambito dei rapporti e della leale collaborazione tra istituzioni non si può dire di no a quest’opera senza validi motivi. “Noi diciamo di sì e andiamo avanti”, ha soggiunto. “Non conta che la Valdastico sia utile anche agli imprenditori veneti, ma che ne trarrebbe sicuramente vantaggio l’economia della Vallagarina e di Rovereto oggi in difficoltà”. Inoltre ha ricordato che la Provincia non spenderebbe un solo euro per realizzare quest’opera rispetto ai due miliardi di investimento previsti. Il presidente ha sottolineato che il progetto di variante della Giunta è preliminare e che non prevede alcuna uscita a Terragnolo. E che anche anche quando fu costruita l’autostrada del Brennero in trentino la Vallagarina era contraria. Oggi, 60 anni dopo, non c’è dubbio che l’Autobrennero abbia prodotto benessere nel nostro territorio. Infine – ha concluso – la Giunta andrà avanti anche con il progetto di elettrificazione della Valsugana in accordo con Rfi.
Il primo firmatario: il mondo è cambiato e i Comuni interessati sono contrari.
Il consigliere firmatario della mozione ha ribattuto all’esponente di Onda Civica dicendo di non essere interessato all’esegesi del pensiero del centrosinistra sulla Valdastico. Ha rivendicato anzi la propria coerenza di idee su questo progetto, dichiarando di non essere mai stato pregiudizialmente contrario alla realizzazione di un collegamento. A suo avviso, invece, tutti oggi devono fare un’analisi per capire se per il futuro quest’opera rappresenterebbe ancora una soluzione alla luce di un mondo che sta cambiando. Non è vero – ha proseguito rivolto a un consigliere della Lega che aveva lanciato quest’accusa– che il centrosinistra sia contrario a prescindere e non proponga soluzioni alternative per la mobilità, lo sviluppo e il turismo. “Il futuro del turismo in Trentino non è valutabile riducendo le distanze tra i caselli autostradali e le piste da sci”. Dichiarare poi come ha fatto il presidente che il documento preliminare di variante al Pup sia solo uno strumento tecnico per allargare lo spazio a un corridoio di collegamento con il Veneto non è credibile – ha osservato – perché il progetto Valdastico indica viadotti e uscite come quella a Rovereto sud che passano per le valli del Leno. Il consigliere ha anche sostenuto che il centrodestra non ha vinto le ultime elezioni provinciali per aver promesso nel proprio programma la Valdastico. Non è stato questo a convincere i cittadini del Trentino, perché a suo avviso negli ultimi anni in molti comuni è cresciuto un coro di contrarietà alla Valdastico. La mozione – ha proseguito – parte dal presupposto che nel mondo stanno cambiando le cose rispetto a 10-15 anni fa, quand’era stata proposta la Valdastico. E ha chiesto se il presidente della Giunta abbia mai ragionato con il presidente della Provincia di Bolzano su un’autostrada di queste dimensioni che interessa sicuramente anche la regione e una parte importante dell’arco alpino.
Futura: la Giunta non è coerente con il modello di sviluppo sostenibile che ha approvato.
L’esponente di Futura ha osservato che la Valdastico sarà pronta fra 30 anni mentre il modello di sviluppo adottato dalla Provincia parla di mobilità sostenibile e probabilmente è stato approvato dalla Giunta senza sapere cosa votava. Nello scenario disegnato dalla Giunta con questo documento che disegna il Trentino del 2040 la Valdastico non esiste. In ogni caso quest’opera non rientra nel modello di sviluppo sostenibile indicato dalla Giunta. Allora prima di decidere di fare un’opera di questo tipo forse andrebbe fatto un piano di mobilità sostenibile della Provincia, per verificare le ricadute della viabilità sull’ambiente e il territorio. Perché dentro la variante proposta dalla Giunta non si capiscono i flussi di traffico e non vi sono analisi che giustifichino la realizzazione di quest’opera. Inoltre con questa variante al Pup la Giunta non ascolta i territori che si sono espressi contro la Valdastico. La concessionaria che dovrebbe costruire e finanziare la Valdastico, se vi saranno viadotti e gallerie – ha chiesto il consigliere – siamo proprio sicuri che le persone pagherebbero i ticket per passare da quei tunnel e non faranno invece un tragitto più lungo per evitare il pedaggio? I camionisti fanno centinaia di chilometri in più pur di non pagare il pedaggio.
Azione: la proroga della concessione alla Serenissima legata al precedente progetto della Valdastico.
Il consigliere di Azione ha sollevato il problema della sostenibilità legata al lago di Caldonazzo con tutti i camion che passeranno ancor di più con l’uscita della Valdastico a Rovereto sud. C’è un’autostrada che ha in proroga della concessione perché Berlusconi aveva collegato questo alla realizzazione della Valdastico trentina. L’ex presidente ha poi ricordato perché era stata cercata un’intesa con lo Stato sulla Valdastico. Invece l’attuale presidente sta portando avanti un progetto senza curarsi dei rapporti con il ministero che hanno deciso di prorogare la concessione alla Serenissima a condizione di realizzare il corridoio infrastrutturale tra Valle dell’Astico e la strada statale della Valsugana. Sfido chiunque a credere che la Serenissima sia disposta a rinunciare a questo progetto.
Movimento Cinque Stelle – gruppo misto. C’è troppa opacità e non si tiene conto del parere dei territori.
Il consigliere pentastellato del gruppo misto, d’accordo con la mozione, ha detto che avrebbe preferito il documento non parlare oggi di quest’argomento che si discuterà nei prossimi mesi sulla base delle valutazioni dei territori circa la proposta di variante al Pup. In ogni caso ha giudicato inutile e dannosa l’opera prospettata da tutti i punti di vista perché ci metterà in competizione con territori che hanno una struttura e una realtà socio-economica totalmente diversa. Inoltre sul piano del metodo la proposta di modifica del Pup non tiene conto degli scenari e delle tendenze globali come quelle che impongono di rispondere alla crisi energetica in corso. Scelte politiche come quella per la Valdastico hanno effetti devastanti che scopriremo nei prossimi decenni. Bisognerebbe piuttosto ragionare su quale modello di trasporto e mobilità si vuole perseguire con progetti integrati con gli altri territori. Allo scopo condiviso di ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare i due miliari di investimenti di risorse pubbliche previsti. Il documento preliminare di variante al Pup è stato votato in giugno ma i termini entro i quali occorreva acquisire il parere dei territori non sono stati rispettati. C’è troppa opacità quindi. Nel sito della Provincia sull’urbanistica si trova solo un documento preliminare mentre mancano quelli collaterali e quelli prodotti dalle amministrazioni locali. I consiglieri provinciali non hanno quindi gli elementi necessari per giudicare.
La capogruppo del Carroccio: Valdastico necessaria all’economia della Vallagarina.
La capogruppo della Lega ha annunciato il no del Carroccio alla mozione per i giudizi ideologici e l’ipocrisia espressi dall’opposizione, che dice sempre no a questi progetti anche se quand’era al governo aveva detto dei ni. Non si può contrapporre a suo avviso una viabilità sostenibile con l’esigenza di fluidificare il traffico su gomma. La Vallgarina inoltre eè l’area del Trentino che soffre di più dal punto di vista economico per l’assenza di collegamenti che velocizzino il trasporto delle merci sia su strada che con la ferrovia. Il mercato è cambiato perché i cittadini si rivolgono ormai agli acquisti in internet e pretendono che arrivino nel più breve tempo possibile con piccoli mezzi di trasporto che hanno bisogno di portare le merci a destinazione molto più rapidamente di oggi. Se gli amministratori locali non capiscono questo dovrebbero andare a casa perché dimostrano di non occuparsi dello sviluppo economico del territorio. Le aree del Trentino che si sono più sviluppate sono quelle che dispongono di infrastrutture viabilistiche su strada più efficienti. Non è vero – ha proseguito la consigliera – che la costruzione della Valdastico danneggerebbe la sorgente di Spino. Vi sono Tir che arrivano dalla Vallarsa nel centro storico di Rovereto. La Valdastico servirebbe anche a far rivivere la città di Rovereto. Di un progetto infrastrutturale occorre quindi parlarne a 360 gradi e non in modo ideologico, tenendo conto dell’enorme bisogno della Vallagarina di infrastrutture su gomma e su rotaia perché questa zona è in grave difficoltà e va rilanciata anche con la Valdastico.
Il Patt: per gli autotrasportatori la Valdastico con uscita a Rovereto sud sarebbe meno conveniente della Valsugana.
Un consigliere del Patt ha osservato che per gli autotrasportatori il transito dalla Valsugana per arrivare all’interporto di Trento nord consigliato da Google è oggi quello economicamente più vantaggioso. La proposta che i sostenitori della Valdastico di raggiungere Rovereto a pagamento o anche gratis per poi arrivare a Trento nord, disegna un tragitto più lungo e non conveniente. Il consigliere ha segnalato al presidente che mentre parlava un collega l’ha chiamato “pecoraro”. Il presidente ha richiamato il consigliere della Lega a non utilizzare termini offensivi nei confronti dei colleghi
Il Pd: per il tracciato della Valdastico c’è un nuovo progetto.
Un consigliere del Pd ha ribattuto all’esponente di Onda Civica ricordando che la Giunta della passata legislatura si era seduta al tavolo per arrivare a un’intesa con un mandato derivante da una mozione approvata che esprimeva contrarietà alla realizzazione della Valdastico. Non è poi credibile la scelta di allargare il corridoio con la variante al Pup senza indicare qual è il tracciato con l’uscita a Rovereto sud, perché in realtà alla Serenissima è stato commissionato un nuovo progetto, che è accessibile nel sito della società. Secondo le analisi pubbliche più accreditate, la statale della Valsugana trarrebbe dalla realizzazione della Valdastico un beneficio in termini di riduzione del traffico limitato al 15%. Beneficio che secondo i calcoli della Serenissima si ridurrebbe al 13%. Mancano però dati aggiornati sul traffico, sui benefici economici che l’opera porterebbe al Trentino. Il consigliere ha invitato a leggere le valutazioni dei Comuni che sono scritte bene e rappresentano il sentire della popolazione della nostra provincia.
Onda Civica: al tavolo nazionale sulla Valdastico la Giunta della passata legislatura ha tradito il mandato del Consiglio.
L’esponente di Onda Civica è intervenuto nuovamente per precisare di non aver fatto dell’esegesi riguardo il pensiero del centrosinistra, ma di aver solo riportato dei fatti. Fatti che dimostrano come una coalizione oggi si dichiari a favore della Valdastico mentre la maggioranza precedente non è stata affatto chiara al riguardo, anzi. Al tavolo per l’intesa la Giunta provinciale precedente ha tradito il mandato ricevuto con la mozione citata dal collega del Pd che impegnava a dire no alla Valdastico.
I lavori in aula
Il Consiglio provinciale di Trento, ha esaminato e approvato martedì nel pomeriggio, con 21 voti a favore, due contrari (Patt) e 8 di astensione, il disegno di legge 115 di un solo articolo, proposto con procedura d’urgenza dalla Giunta e firmato dall’assessora all’agricoltura, che integra la disciplina provinciale in materia di miglioramento fondiario.
Il testo prevede che per l’accesso ai bandi legati alle risorse del Recovery Fund destinate all’agricoltura, i consorzi di bonifica possano fornire prestazioni richieste da terzi e a titolo oneroso oltre a quelle già previste. Prestazioni da effettuare anche al di fuori del perimetro consorziale di riferimento. Si permette così ai consorzi di fornire servizi oppure di eseguire o gestire opere di miglioramento fondiario per la bonifica integrale del territorio. L’obiettivo è sostenere soggetti ed enti del Trentino interessati dal miglioramento fondiario, consentendo ai consorzi di bonifica di mettere a loro disposizione il know how tecnico-amministrativo e l’esperienza maturata anche nell’esecuzione di opere, in una logica di collaborazione territoriale. Tutto ciò per consentire a questi soggetti ed enti di intercettare in tempo utile le risorse del Pnrr dedicate agli interventi irrigui, permettendo di presentare domanda sui relativi bandi.
Tre ordini del giorno. Due respinti e uno approvato.
Tre gli ordini del giorno presentati in relazione a questo ddl, i primi due dal consigliere pentastellato del gruppo misto e il terzo da un esponente del Patt. La proposta del primo odg è stata dichiarata inammissibile dal presidente del Consiglio provinciale perché dedicata ad un argomento estraneo al provvedimento in discussione. Il testo voleva impegnare la Giunta a valutare, di concerto sia con l’amministrazione comunale di Storo sia con il Consorzio di miglioramento fondiario e l’Asuc di Darzo, interventi di rinaturazione e di ripristino del deflusso idrico e della funzionalità economica della Fossa Granda di Darzo. Il consigliere del Misto ha evidenziato come, invece, l’odg implicasse l’intervento del consorzio di bonifica e c’entrasse, quindi, con il ddl.
Il secondo ordine del giorno targato M5S mirava ad affidare all’esecutivo tre impegni: 1. l’ammodernamento del sistema distributivo dell’acqua irrigua del Consorzio di miglioramento fondiario di Tres con un contributo di 7 milioni e mezzo di euro; 2. l’adeguamento infrastrutturale per un’irrigazione innovativa e sostenibile del Consorzio del Lagorai con un contributo di 14 milioni e 560mila euro; il terzo un intervento di completamento funzionale e di ammodernamento della rete di distribuzione esistente dell’impianto irriguo dell’area collinare versanti est, nord e sud del lago di Cavedine – Trebi Pozze – con un contributo di 4 milioni e 370mila euro. La Giunta ha chiesto una sospensione per un confronto con il consigliere, al termine del quale ha annunciato il parere negativo della Giunta “perché la proposta al momento non è accoglibile”. E ha spiegato poi che gli aspetti ambientali sollevati dal consigliere non hanno nulla a che fare con il disegno di legge che riguarda il miglioramento fondiario in agricoltura. L’odg è stato respinto con 15 voti contrari, 6 a favore e 7 di astensione (compreso un consigliere del Patt).
Il terzo odg, proposto da un esponente del Patt, impegna la Giunta a continuare a promuovere e ad accompagnare un percorso di dialogo e di collaborazione tra la Federazione dei consorzi di miglioramento fondiario e il Consorzio trentino di bonifica, “perché si possa lavorare in sinergia e con sempre più efficacia per il bene dell’agricoltura e del territorio”. Con il parere favorevole della Giunta questo odg è stato approvato all’unanimità.
Due emendamenti. Approvato solo quello della Giunta.
Con un emendamento l’assessora all’agricoltura ha introdotto nel suo ddl la previsione che se le prestazioni interessano il territorio ricompreso sia nel perimetro che nelle competenze istituzionali di un di un consorzio di miglioramento fondiario, la richiesta di prestazioni ulteriori a titolo oneroso deve pervenire da quest’ultimo. E deve riguardare esclusivamente la progettazione, l’esecuzione o la gestione di miglioramento fondiario, nonché servizi funzionali al loro svolgimento.
Un altro emendamento, presentato dal Patt, prevede che i consorzi di miglioramento fondiario possano affidare servizi a terzi, esclusivamente a seguito di intesa con la Federazione dei consorzi irrigui.
Un consigliere del Patt ha ricordato l’assenza di un piano acqua della Provincia che nella passata legislatura poteva contare su un investimento pluriennale di 6 milioni di euro. Piano, ha ricordato, demolito subito dalla Giunta Fugatti.
Sanità, respinta la mozione di Futura. Segnalati problemi del Primiero: sistemi informatici sanitari del Trentino e di Belluno non dialogano
Respinta la mozione 397 proposta da Futura per la visualizzazione su Trec anche dei referti prodotti durante i ricoveri una volta dimesso il paziente. Il dispositivo della mozione, respinta con 18 voti contrari e 11 a favore, voleva impegnare la Giunta ad implementare il caricamento e la conseguenza visualizzazione dei reperti delle prestazioni diagnostiche effettuate durante gli accessi in pronto soccorso o durante un ricovero ospedaliero nel sistema Trec e Fast Trec, non in tempo reale, ma ex post, una volta dimesso il paziente. Il consigliere di Futura ha segnalato un incontro avuto con l’assessora e il dipartimento per capire come mai la Giunta non ritenga opportuno accogliere questa mozione. A suo avviso la Provincia dispone di un sistema di digitalizzazione all’avanguardia per l’accesso dei cittadini ai propri referti, presentato nel maggio scorso al ministro Colao come una delle eccellenze del sistema sanitario del Trentino, che permette di prescrivere impegnative, di vedere i referti medici e diagnostici e degli esami, e si possono anche pagare le presentazioni. Tuttavia l’esponente di Futura ha evidenziato come non siano visibili gli esiti degli esami strumentali ed ematici effettuati durante il ricovero ospedaliero e al pronto soccorso. Basterebbe il risultato di questi esami per completare la cartella clinica e non si capisce quindi perché non permettere l’accesso ai cittadini a questi dati che li riguardano.
Il consigliere di Azione espresso condivisione per la mozione di Futura, spiegando il “no” della Giunta con la scelta di vantare fra qualche mese con il ministro ancora Trec, ma questa volta implementato con l’innovazione chiesta da chi ha proposto questa mozione. Accompagnando questo potenziamento con un altro comunicato stampa, per farsi belli del lavoro degli altri.
Un consigliere del Pd ha sottolineato come questa tematica sia collegata a quella della telemedicina, sempre più importante nel settore della sanità. La telemedicina sarà utile per dare nuovi servizi ai cittadini in tutti i territori della provincia. Quanto a Trec, a suo avviso negare la visualizzazione degli esiti dei ricoveri non è giustificabile con motivazioni legate alla privacy. Eppure questo faciliterebbe il lavoro di chi si occupa della cura delle persone. In ogni caso occorre evitare che le difficoltà che impediscono questa implementazione siano di natura organizzativa, per carenza di personale, o tecnica perché la politica ha proprio il compito di spingere in questa direzione. E ha concluso auspicando che alla fine emerga un parere positivo da parte della Giunta. Anche la capogruppo del Patt ha sostenuto che la politica deve semplificare la vita ai cittadini dando loro la possibilità di utilizzare Trec in tutte le sue potenzialità. E poi il medico di famiglia possono vedere gli esiti che invece sono negati ai diretti interessati.
L’assessora alla salute ha ricordato di aver discusso ieri pomeriggio della mozione con il consigliere di Futura al quale ha spiegato le ragioni del no della Giunta a questa mozione. E ha sottolineato che la cartella clinica presenta tutti gli esiti delle analisi che vanno però letti all’interno di un insieme di altre valutazioni in modo che siano valutati in modo corretto. L’assessora ha ricordato che Trec non è proprietà di un assessore o di un ex assessore ma di tutti i trentini, per cui se viene presentata al ministro si presenta questo strumento a nome del Trentino, facendo fare bella figura ai trentini.
L’esponente di Futura ha detto di non avere rimpianti rispetto a questa mozione, respinta dalla Giunta trincerandosi dietro una questione tecnica. Il modello che si segue secondo il consigliere è paternalistico nei confronti dei cittadini. C’è stata probabilmente una chiusura difensiva da parte degli uffici rispetto ai quali la politica non è in grado di governare nulla. Peccato perché per incapacità politica si è rinunciato a fornire ai cittadini un servizio importante.
Un esponente del Pd, ex assessore alla salute, ha osservato che in questo caso un’innovazione come Trec che si vuole rivendicare come Provincia dovrebbe essere non datata ma in itinere. Un’innovazione infatti dovrebbe continuamente essere migliorata perché con il tempo può essere superata. A suo avviso il no della Giunta sembra legata da un lato a un problema organizzativo: l’Apss vuole in altre parole dissuadere i cittadini dal conoscere i dati che lo riguardano per evitare complicazioni mostrando le cartelle cliniche con i referti alle persone. Ma mettere a disposizione questi dati indica trasparenza e la politica deve portare l’amministrazione sanitaria a non negare la visibilità di questi dati su Trec ai cittadini.
Il consigliere di Azione ha apprezzato che l’assessora abbia presentato Trec al ministro come uno strumento che appartiene ai trentini, ma ha l’ha anche invitata ad attuare quel che la mozione propone. Questo per evitare ai cittadini la necessità di effettuare accessi ripetuti alla struttura sanitaria, per chiedere copia della cartella clinica e degli esiti degli esami attendendo tempi lunghi per avere una risposta. Cosa che anche agli occhi del ministro Colao non mostrerebbe certo che il Trentino apparirebbe è all’avanguardia. Il no ha solo motivazioni burocratiche che la politica può superare con la trasparenza. Perché i dati sugli esiti degli esami dei cittadini non sono di proprietà dell’Apss ma del paziente che ha diritto ad accedervi prima possibile.
La capogruppo del Patt ha lamentato il fatto che se il cittadino paga può ottenere dell’azienda sanitaria gli stessi documenti che gli vengono negati su Trec, Come dire: “capisci se paghi e non capisci se non paghi”. Si costringono i cittadini a sopportare sforzi inutili per entrare in possesso di dati di cui hanno diritto.
L’esponente di Onda Civica ha ribadito la difficoltà per lui di capire le ragioni di questo no. La politica dovrebbe prevalere sulla burocrazia per andare incontro alle legittime istanze dei cittadini. A prescindere da quel che pensano i burocrati i politici dovrebbero chiedersi se questa implementazione del Trec migliora la vita dei cittadini o meno. Il fatto paradossale è che gli stessi documenti negati su Trec si possono comunque ottenere a pagamento.