Questa è certamente una data epocale in quanto ha di fatto aperto la corsa allo spazio tra le due grandi potenze USA ed URSS con tutte le ricadute tecnologiche e politiche che questa gara ha avuto sul nostro moderno vivere
di Ervino Filippi Gilli
NordEst – E’ vero che già prima era stato lanciato in orbita il satellite Sputnik1, ma fu proprio il 3 novembre 1957 che veniva lanciato il razzo dalla base russa di Baikonur nel Kazakhstan a bordo del quale era trasportata Laika. Era una cagnolina meticcia, per metà Husky e per metà Terrier, che aveva seguito un lunghissimo addestramento per imparare a sopportare sia l’accelerazione impressa durante il lancio, sia l’assenza di peso a cui sarebbe stata sottoposta durante le orbite attorno alla Terra e c’è da credere che per la povera bastardina recuperata dal canile di Mosca non sia stata una passeggiata.
Il lancio fu certamente un successo tecnologico in quanto aprì le porte alla conquista umana dello spazio, ma si rivelò fatale per la cagnolina Laika che sopravvisse tra le sette ore secondo la versione ufficiale del 2002 di Dimitri Malashenkov dell’Istituto per problemi biologici di Mosca, ed i 20 minuti della versione ufficiosa.
Le spoglie di Laika rimasero in orbita per 6 mesi, ovvero per 2570 orbite; al rientro sulla Terra, l’otto aprile 1958, la navicella causa l’attrito con l’atmosfera si incendiò ponendo così termine alle spoglie mortali della cagnetta.
E’ stato torturato un essere vivente o per il progresso tutto è concesso nell’utilizzo delle cavie? Lascio al lettore decidere: sta di fatto che se non fosse stata lanciata Laika e non si fossero acquisite le conoscenze necessarie, probabilmente il volo di tre anni dopo con il quale Jury Gagarin divenne il primo astronauta sarebbe potuto andare diversamente e non si sarebbe assistito a quella corsa allo spazio che ha portato Neil Armstrong a calcare per primo nel luglio 1969 il suolo lunare.
Si diceva delle ricadute tecnologiche: quasi tutti usiamo navigatore nelle applicazioni dello Smartphone che si basa sull’utilizzo dei satelliti americani GPS (od il suo sistema omologo GLONAS russo), in tanti guardiamo le immagini da satellite impiegate per le previsioni del tempo.
Sono circa 30.000 i diversi oggetti prodotti utilizzando tecnologie messe a punto negli anni della serrata corsa alla Luna: molti sono famigliari come il goretex passato dalle tute degli astronauti, alle le giacche a vento, il velcro che sostituisce bottoni e chiusure lampo, il rivestimento in teflon che rende le pentole antiaderenti. A questi oggetti si affiancano anche la realizzazione dei pacemaker o gli spettrometri di massa; e non dimentichiamoci dei cibi liofilizzati.
Tutti questi oggetti sono diventati così di uso comune che l’investimento fatto dalla NASA negli anni Sessanta pari a circa 25 miliardi di dollari si è rivelato un affare: secondo gli esperti per ogni dollaro speso per il programma dalla Nasa le ricadute tecnologiche ne hanno prodotti tre ed hanno ragione coloro che sostengono che la conquista dello spazio è stato (e non solo dal punto di vista tecnologico) «il miglior investimento in ricerca da quando Leonardo da Vinci si è comprato un quaderno per i suoi schizzi».