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Novità per il Progettone: ulteriori 100 posti di lavoro senza aumentare i costi

Per i disoccupati a cui mancano meno di 5 anni alla pensione si cercherà di offrire contratti a tempo determinato

Trento – Novità in arrivo sul fronte del Progettone. Dopo avere valorizzato un’esperienza la cui importanza è stata riconosciuta anche a livello nazionale, come evidenziato nel recente evento per il venticinquennale, a cui hanno preso parte fra gli altri il ministro Giuliano Poletti e il presidente dell’Inps Tito Boeri, la Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, ha adottato oggi una delibera contenente i nuovi “requisiti di accesso e i criteri di selezione per l’accesso alle attività”. A costi invariati, le nuove misure dovranno consentire l’accesso al Progettone di ulteriori 100 opportunità lavorative oltre alle attuali 1600.

Tre gli obiettivi fondamentali della delibera: in primo luogo, rendere lo strumento sempre più inclusivo e capace di dare risposte a chi ne ha bisogno, dando la precedenza ai profili più deboli, in particolare quelli dei lavoratori senior disoccupati. In secondo luogo, il Progettone sarà ancora più equo, tenendo conto della necessità di garantire una risposta che sia graduata sui reali bisogni delle persone. Infine, l’aspetto solidaristico: considerato che le risorse non aumenteranno, essendo stata raggiunta con l’ultimo stanziamento di 50 milioni la soglia massima, si dovranno adottare meccanismi capaci di dare risposte efficaci ad una disoccupazione, soprattutto per i lavoratori anziani, che per alcuni anni è destinata a rimanere ancora elevata.

“La nostra prima preoccupazione – sottolinea Olivi – è quella di includere più lavoratori nel sistema a risorse invariate. Per farlo dobbiamo mettere mano alla manutenzione delle regole ed in particolare rendere più selettivi i criteri di ingresso, al tempo stesso incoraggiando i lavoratori che hanno maggiori chances di reimpiego a rientrare nel mercato del lavoro. A questo scopo è indispensabile anche raccordare sempre più strettamente il Progettone con le politiche attive del lavoro, che andranno ulteriormente rafforzate.

Dopo la decisione di oggi, manca ancora come tassello finale un accordo che stiamo costruendo con le rappresentanze dei lavoratori per introdurre meccanismi che ci consentano di rivedere alcuni istituti del contratto, pur salvaguardando la retribuzione netta del lavoratore. Il tutto, avendo come sfondo un welfare sempre più universalistico, in grado di offrire tutele concrete all’intera gamma dei lavoratori che non hanno un impiego”.

Innanzitutto, la selettività in entrata. La delibera abbassa da 10 ad 8 gli anni mancanti per la maturazione dei requisiti minimi per la pensione al fine dell’accesso al Progettone.

Poi, la permanenza nel sistema. Coloro a cui mancano da 5 a 8 anni per la maturazione dei requisiti pensionistici saranno assunti di regola con contratti a tempi determinato, per un massimo di 24 mesi. Ciò al fine di far sì che i lavoratori che hanno maggiori opportunità di rientro nel mercato del lavoro siano incoraggiati a farlo.

Non viene meno in ogni caso la tutela del Progettone perché gli aventi diritto, una volta superata la soglia dei 2 anni, rimarranno comunque all’interno del “sistema” e potranno eventualmente rientrarvi dopo una pausa di un anno. Il reddito sarà comunque garantito dall’insieme degli ammortizzatori sociali in vigore in Trentino, che sta assumendo un carattere sempre più universalitstico.

Per i disoccupati a cui mancano meno di 5 anni alla pensione, l’orientamento sarà quello di offrire contratti a tempo determinato, ma senza il limite di due anni. Rimane infine una quota di lavoratori stagionali, provenienti dalla disoccupazione ordinaria: è un vasto arcipelago che comprende fra gli altri lavoratori impiegati in settori come il turismo o il commercio, artigiani che hanno perso il lavoro e così via.

Anche ad essi sarà garantito un certo numero di posti di lavoro temporaneo, per sostenere momentanee necessità personali e familiari. Solo per essi sarà introdotto il criterio dell’Icef; non come criterio assoluto ma come uno dei criteri da applicare per selezionare le situazioni di maggiore difficoltà, alle quali dare ovviamente la precedenza.

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