Dopo l’ultima indagine sugli appalti che coinvolge anche un ministro del Governo, è bufera nel mondo politico
Roma (Adnkronos) – “Dove ci sono molti soldi è chiaro che ci sia il rischio che qualcuno voglia approfittarne. Vale in Italia come in qualsiasi altra parte del mondo. E’ lo Stato che deve darsi da fare per evitare il rischio di corruzione. Uno Stato che si rispetti dovrebbe prendere a schiaffi, diciamo virtualmente, i corrotti e accarezzare coloro che svolgono il controllo della legalità, cioè i magistrati. Invece purtroppo in Italia è accaduto l’esatto contrario”. Così Rodolfo Sabelli, presidente Anm, ospite di ‘Uno Mattina’.
“Ricordo quando nel 1994, in piena Tangentopoli, ci si attendeva dal governo un intervento forte di contrasto alla corruzione invece fu approvato un decreto legge che vietava la custodia cautelare in carcere per coloro che erano imputati di corruzione. Così svariati indagati e imputati per corruzione furono scarcerati e andarono agli arresti domiciliari”, aggiunge Sabelli che sottolinea: “Sono seguite altre carezze di questo tipo… Nel 2002 ad esempio ci fu la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio e nel 2005 furono ridotti i termini di prescrizione. Chi semina vento, raccoglie tempesta…”.
Appalti per le Grandi Opere, 4 arresti e oltre 50 indagati per corruzione /Video
In manette anche l’ex dirigente del ministero dei Lavori Pubblici Ercole Incalza nell’ambito dell’operazione ‘Sistema’ (Video). Oltre un centinaio le perquisizioni. Dalle indagini è emerso un articolato sistema corruttivo, fondato su reciproci rapporti di interesse illecito, che permetteva di far lievitare il prezzo di lavori anche del 40%. Lupi: “Mai chiesto favori per mio figlio”