Urgenti più forze dell’ordine e l’esercito in strada ma governo e viminale latitano
Belluno – “Belluno ha oggi la sgraditissima palma del territorio veneto più assalito dalla criminalità, ed è un segnale estremamente preoccupante, perché parliamo di un’area dove, fino a pochi anni fa, ci si poteva anche permettere di non mettere troppi lucchetti alla porta di casa. Non è più così: è arrivato ancora uno schiaffo della malavita, che ricevono stavolta i bellunesi, ma che giro senza indugi all’impero romano, distratto e assente, e a un Ministro dell’Interno che non riesce ad andare oltre le facce truci nelle trasmissioni televisive dove quasi ogni giorno giura tolleranza zero, puntualmente seguita da zero azioni concrete”.
Con queste parole, e “senza la benchè minima soddisfazione per il fallimento di un avversari politico, ma con profonda amarezza e preoccupazione”, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’ondata di criminalità che sta colpendo Belluno e il Bellunese, con undici furti portati a termine in una sola notte tra lunedì e martedì, e altri sei fortunatamente sventati.
“E’ una situazione eccezionale – aggiunge Zaia – alla quale va data una risposta eccezionale, con un potente rafforzamento di uomini e mezzi per le Forze dell’Ordine e lo schieramento dell’Esercito sul territorio a far da deterrente, perché non c’è di meglio che la vista di una divisa e di un lampeggiatore acceso per far capire a un delinquente che è il caso di lasciar perdere”.
“Tralascio – conclude Zaia – di elencare l’altra ventina di fattacci di cui oggi ci informano i media di tutto il Veneto. Quello che è accaduto a Belluno costituisce un segnale d’allarme più che sufficiente per tutti coloro che hanno a cuore il bene dei cittadini. Purtroppo tra questi non ci sono il Governo, il Viminale, le Istituzioni nazionali che, uniche perché la Regione non può, hanno le competenze per intervenire”.