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Operazione “Ghost Shower” il grazie dei cittadini coinvolti all’Arma dei Carabinieri

Le famiglie coinvolte, ringraziano quanti hanno permesso di risalire, dopo lunghe ed approfondite ricerche, ad oltre 185 casi con truffe nei confronti di anziani e persone con disabilità

Primiero Vanoi (Trento) – E’ un grazie che arriva dal cuore quello delle famiglie del Primiero Vanoi, coinvolte nei mesi scorsi nella truffa denominata dai Carabinieri, “Ghost Shower”, doccia fantasma.

Un’operazione che ha avuto un grande risalto in tutto il Nordest: dal Veneto al Friuli Venezia Giulia oltre alla provincia di Trento, da dove è partita.

Da un piccolo Comune nel Trentino orientale, Canal San Bovo, dove grazie alla tenacia e alla determinazione – il luogotenente dei Carabinieri Biagio Ficco – non nuovo ad operazioni simili – con la preziosa collaborazione dei suoi militari, è riuscito a risalire ad un intricato sistema, ideato – secondo le accuse avanzate – per truffare anziani e disabili con la vendita di box doccia.

Sono serviti infatti mesi di ricerche, raccolta di particolari, segnalazioni e denunce per poter risalire ad oltre 185 casi, ma le segnalazioni potrebbero aumentare ancora.

Tra l’ottobre ed il novembre 2015 la Stazione Carabinieri di Canal San Bovo ha ricevuto 5 denunce sporte da persone anziane, che avevano trovato il coraggio di denunciare di essere state contattate da un call center di una ditta Veneta, che proponeva l’installazione di un “box doccia in molti casi provvisto di specifici accessori per l’utilizzo da parte di persone con disabilità, in sostituzione della vecchia vasca da bagno.

Successivamente, a seguito degli accordi verbali, si presentava presso le rispettive abitazioni un veneziano di 57 anni il quale, attraverso subdoli artifizi e raggiri, prospettava la possibilità di realizzare i lavori pattuiti in un solo giorno, a un prezzo particolarmente vantaggioso, inducendo così in errore le vittime, che in buona fede sottoscrivevano i contratti di fornitura e posa in opera del materiale.

Le prove raccolte nel corso dell’indagine dei Carabinieri di Canal San Bovo, coordinata nelle fasi più salienti dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Roberto Terzo, consentivano all’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Venezia, di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 57enne di Musile di Piave, eseguita dai Carabinieri di Canal San Bovo nella mattinata del 16 novembre dopo essere stato localizzato in Noventa di Piave, per essere poi incarcerato a Venezia.

Il grazie ai militari

“A nome di tutto il gruppo coinvolto nella vicenda – scrivono alcune famiglie del Primiero Vanoi -, desideriamo ringraziare per quanto hanno fatto i Carabinieri di Canal San Bovo e l’Arma in generale, per bloccare l’azione criminosa nei confronti  di Ivan Bianco. Tutto è partito dall’interessamento seguito alla denuncia di un gruppo di frodati da parte del luogotenente Biagio Ficco (nella foto in basso durante la conferenza stampa a Trento) che ha saputo con competenza  e tenacia investigare e portare a compimento con successo le indagini. Da parte nostra c’è la soddisfazione di aver agito con spirito civile nella speranza di poter aiutare altri a non incorrere in simili disavventure”.

>Tutti i dettagli dell’operazione partita dalla Valle del Vanoi (Trentino)

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