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Orsi Trentino: animalisti, sono sedati e in spazi ridotti. Provincia smentisce, interviene anche ministro Costa

Provincia smentisce maltrattamenti. Sui social l’intervento del ministro Costa

NordEst – L’ormai celebre orso M49 “ha smesso di alimentarsi e si scarica contro la saracinesca della sua tana”. M57, l’orso di soli due anni e mezzo che ha aggredito un giovane carabiniere ad Andalo, “ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata causandosi lesioni cutanee all’avambraccio sinistro” e DJ3 “si nasconde e non entra nella tana per alimentarsi”. Lo denuncia la Lega antivivisezionista, che rivela i contenuti della relazione stesa dai carabinieri del Cites su mandato del Ministero dell’Ambiente dopo il sopralluogo effettuato il 14 settembre nel recinto del Casteller, a sud di Trento, dove i tre orsi sono rinchiusi.

Secondo gli animalisti di Leal, che chiedono la liberazione immediata dei tre plantigradi, i contenuti del documento “lasciano allibiti poiché il testo prova inconfutabilmente il grave maltrattamento che subiscono gli orsi M49, M57 e DJ3 presso la struttura”.

I tre orsi sono stati sottoposti a sedazione per calmare lo stress dovuto ai lavori di adeguamento della struttura e “non è stato pertanto possibile valutarne compiutamente lo stato di salute ed i moduli comportamentali”. Secondo quanto si legge nella relazione, si ritiene che “le condizioni di detenzione degli orsi, che dovranno prolungarsi per un periodo di diversi mesi, non garantiscano adeguate condizioni di benessere degli esemplari”. Inoltre, evidenziano ancora i carabinieri, “tenuto conto delle dimensioni e la struttura del recinto Casteller, pur con gli adeguamenti programmati, la prevista cattura e captivazione di ulteriori tre individui metterebbe in difficoltà l’intero sistema di gestione”.

Nel report, in corrispondenza del 10 settembre, il medico veterinario incaricato segnala inoltre che “nell’arco di 48 ore la situazione ha subito un grave peggioramento. Tutti e tre gli orsi versano in una situazione di stress psico-fisico molto severa, dovuta in primis alla forzata e stretta convivenza dei tre esemplari, contrariamente a quanto permette la base etologica di specie, ed alle ridotte dimensioni degli spazi a disposizione”.

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