NordEst

Ospedale di Mezzolobardo, Le Acli si mobilitano

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Il 4 gennaio (primo incontro dell’anno), la Direzione dello stesso aveva elencato alcuni punti da presentare all’attuale Giunta Comunale, in un’incontro che avrebbe dovuto svolgersi il 20 dello stesso mese, a seguito di un accordo verbale avuto con il Sindaco Anna Maria Helfer. Incontro poi saltato per cause di forza maggiore.

Tra questi punti vi era anche quello che riguardava l’Ospedale San Giovanni ed in particolare, i lavori già eseguiti, relativi allo spostamento del “Punto di Primo Intervento”, a nostro giudizio tecnicamente errato, poiché mancante di “camera calda” all’ingresso ed anche poco funzionale. Tuttavia riteniamo che vi possano essere responsabilità da parte della Provincia o chi per essa, per quanto è successo, infatti, è da anni che la struttura è stata interessata a più riprese da lavori che avrebbero dovuto mettere in evidenza le carenze statiche dell’edificio stesso.

Questo tuttavia non spetta a noi verificarlo, certo è che se questo è il vero problema, non pensiamo vi fossero alternative, piuttosto crediamo che sia su questo, che su altri problemi (vedi scuole), la Giunta Comunale ha il dovere di vigilare costantemente, al fine di non trovarsi come è successo in questo caso, di non sapere quanto stava accadendo. Cosa gravissima comunque, che da parte del Presidente Provinciale o dell’Assessore competente non sia stato informato il Sindaco.

Di quanto è successo non possiamo ora fare nulla, se non a nostro giudizio, unire le forze di tutti i Comuni della Piana Rotaliana, dell’Altipiano della Paganella e della Bassa Val di Non, i cui abitanti hanno da sempre gravato sull’Ospedale San Giovanni, chiedendo all’Assessore Provinciale alla Sanità che la vecchia struttura venga del tutto abbattuta per far sorgere il “NUOVO OSPEDALE SAN GIOVANNI”. Una struttura nuova, infatti, si ricostruisce più velocemente e soprattutto in modo che al suo interno le varie sale, camere, servizi ed altro siano funzionali. Come dovrà essere il Nuovo Ospedale? Innanzitutto dovrà avere tutti i reparti e le attività specialistiche già esistenti prima della sua chiusura.

Come ha promesso l’Ass. Ugo Rossi, queste attività debbono guardare ad una logica provinciale del Servizio Sanitario, questa non deve però essere valida solo per il San Giovanni, ma deve riguardare tutti gli Ospedali Periferici, non dimenticando che Trento dista da Mezzolombardo, tanto quanto Mezzolombardo da Trento. Secondo il nostro modestissimo parere, confortato comunque anche dalle dichiarazioni dell’Ass. Ugo Rossi, l’Ospedale di Trento deve essere la punta di diamante della sanità trentina e quindi nello stesso si debbono far funzionare al meglio quelle specializzazioni che possono esser date solo dove esistono, alte professionalità ed apparecchiature tecnico-mediche di alta qualità. Per arrivare a questo sarà sempre più necessario decentrare talune attività, fatte ancora oggi al “S.Chiara”, per portarle negli Ospedali Periferici, che così diventano il “filtro” necessario per l’Ospedale Provinciale.

Vi è ancora una cosa che a nostro giudizio non è secondaria ed è quella relativa alla posizione geografica non tanto di Mezzolombardo, ma soprattutto dell’Altipiano della Paganella. Infatti, in caso di “urgenza grave notturna”, magari nel periodo invernale, come può un paziente di Molveno, Andalo o Cavedago, arrivare in tempo utile al “S. Chiara”, poiché di notte sino ad ora gli elicotteri non possono alzarsi in volo? Come può arrivare un’auto medica negli stessi luoghi, con le strade innevate? Non ci si risponda che comunque, si arriva, perché è a tutti, noto che non è vero, oppure per questione sempre di denaro, in questo caso, una vita vale “zero”.

Tuttavia ci auguriamo che da questi incontri che l’Ass. Ugo Rossi avrà con i Sindaci dei Comuni interessati e che dovranno essere aperti ai rappresentanti della società civile, così come promesso dal Sindaco Anna Maria Helfer, si possa arrivare a definire in tempi brevi sia il futuro del “Nuovo San Giovanni”, che la sua ricostruzione. Il Circolo Acli di Mezzolombardo, ribadisce la propria volontà ad essere presente a questi incontri, con spirito costruttivo sicuro di fare il bene delle nostre comunità.

Presidenza Circolo Acli Mezzolombardo

  • Acli Ledro – E’ stato inaugurato a Prè di Ledro il complesso edilizio frutto della ristrutturazione dell’edificio di proprietà della Fondazione Martino Bonisolli i cui lavori sono stati gestiti dalla associazione Acli Anziani Con.s.a.t. Nel centro del paese di Prè fino a qualche anno fa esisteva un vecchio edifico abbandonato e fatiscente. Grazie alla donazione dello stesso alla Fondazione Legato Martino Bonisolli, avvenuta per merito di Vito Salvina, allora proprietario dello stabile, è maturata l’ipotesi di approntare una ristrutturazione che tenesse conto delle esigenze degli anziani e dei giovani. Dopo un convegno sulla copresidenza promosso nel 2006, si è proceduto ad una PROGETTAZIONE PARTECIPATA fra Acli Anziani Consat, Fondazione Bonisolli e comunità di Prè, che ha portato alla realizzazione di una piccola comunità di anziani (che risiedono in sei alloggi), e giovani coppie (che risiedono in altri tre alloggi). Grazie a questo clima conviviale, reso possibile dall’architettura del complesso, che prevede anche nuovi spazi pubblici e di socializzazione (vedi sotto) si è pervenuti ad una realizzazione che tiene conto dell’esigenza di far convivere giovani e anziani nel segno del mutuo aiuto, della solidarietà e del reciproco arricchimento umano. L’investimento complessivo per la ristrutturazione è stato 1.300.000 Euro in gran parte coperti dalle leggi provinciali.
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