Lo scrittore e viaggiatore Walther White arrivò a Paneveggio dal Passo Rolle, dopo una breve sosta all’ospizio di San Martino. Rimase così affascinato dal luogo da scrivere un Inno
Val Canali (Trento) – Il viaggiatore inglese rimase talmente colpito dalle meraviglie naturali e dalla vita che si svolgeva a Paneveggio da dedicargli persino un inno, scritto in tedesco (Das lied von Paneveggio), che decanta in maniera talvolta ironica, personaggi e ambiente.
L’inno, pubblicato sul libro “Dolomiti & Dintorni – Taccuino di viaggi 1869-1875” ha suscitato l’entusiasmo dei dipendenti dell’Ente Parco che lavorano a Paneveggio. Tanto da spingere il guardiaparco Alberto Volcan a musicarlo e proporlo. La melodia è stata trascritta in pentagramma da Andrea e, grazie alla consulenza informatica di Giuliano e Mauro, si possono scaricare lo spartito, le parole con la traduzione in italiano e un file midi per ascoltarlo. Nella speranza che qualche maestro di coro possa armonizzarlo per inserirlo nel palinsesto e riportare alla conoscenza del pubblico uno spaccato di questa magnifica foresta, quasi immutata al trascorrere del tempo.
Il risveglio a Paneveggio
Come si viveva
Nella locanda prevaleva la semplicità: porte e pareti erano di abete grezzo e i materassi imbottiti di foglie di granoturco, ma soffici e puliti. Alle pareti quadri religiosi e acquasantiere e, per i forestieri che lo richiedevano, anche il crocifisso. Il vitto era buono, non mancava mai la carne, che arrivava da Predazzo, come il vino e il pane, mentre alcune verdure, come cavoli, fagioli di Spagna e lattuga, provenivano da un orto situato vicino alla cappella. Burro e formaggio, venivano invece prodotti a Paneveggio nella latteria, una piccola costruzione in legno, aperta sui quattro lati. Il burro, realizzato grazie ad un’ingegnosa ruota a pala che sfruttava la forza del torrente, e venduto in Italia, riusciva sempre a spuntare i prezzi migliori.