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Paneveggio ha il suo Inno datato 1811, opera dello scrittore inglese Walther White (AUDIO)

Lo scrittore e viaggiatore Walther White arrivò a Paneveggio dal Passo Rolle, dopo una breve sosta all’ospizio di San Martino. Rimase così affascinato dal luogo da scrivere un Inno

Val Canali (Trento) – Il viaggiatore inglese rimase talmente colpito dalle meraviglie naturali e dalla vita che si svolgeva a Paneveggio da dedicargli persino un inno, scritto in tedesco (Das lied von Paneveggio), che decanta in maniera talvolta ironica, personaggi e ambiente.

L’inno, pubblicato sul libro “Dolomiti & Dintorni – Taccuino di viaggi 1869-1875” ha suscitato l’entusiasmo dei dipendenti dell’Ente Parco che lavorano a Paneveggio. Tanto da spingere il guardiaparco Alberto Volcan a musicarlo e proporlo. La melodia è stata trascritta in pentagramma da Andrea e, grazie alla consulenza informatica di Giuliano e Mauro, si possono scaricare lo spartito, le parole con la traduzione in italiano e un file midi per ascoltarlo. Nella speranza che qualche maestro di coro possa armonizzarlo per inserirlo nel palinsesto e riportare alla conoscenza del pubblico uno spaccato di questa magnifica foresta, quasi immutata al trascorrere del tempo.

Inno di Paneveggio
Inno Paneveggio MIDI
Inno Paneveggio PARTITURA 

>Il Testo integrale

Il risveglio a Paneveggio

Svegliarsi uno splendido mattino e percepire di non avere nient’altro da fare che guardare nuovi panorami ed essere felici, è privilegio che vale un viaggio di mille miglia. La gioia mi pervase mentre porgevo il primo saluto ai raggi del sole che cominciavano ad illuminare Paneveggio. Qui finalmente trovavo la vita rurale che avevo sognato; trovarla combinata con una così grande prospettiva di vita silvestre accresceva le mie emozioni”. Così Walther White, viaggiatore inglese di fine ‘800, descriveva il suo primo risveglio nella locanda di Paneveggio.Nato nel 1811, da umile famiglia, White inizia a lavorare come artigiano ebanista, poi emigra negli Stati Uniti e ritornato a Londra, intorno ai trent’anni, inizia la sua carriera di scrittore. Dal 1844 al 1849 scrive più di duecento articoli per diversi giornali e comincia a raccogliere memorie e racconti delle sue vacanze viaggiando sia in Inghilterra che all’estero. Nel suo libro più famoso “Holidays in Tyrol”pubblicato nel 1876 descrive i suoi viaggi nelle regione dolomitica, dal 1869 al 1875. Tradotto in italiano con il titolo “Dolomiti & dintorni – Taccuino di viaggi 1869-1875” da Gianni Rossi e Cleto Gnech è stato pubblicato nel 2011 da Nuovi Sentieri Editore. Walther White giunge a Paneveggio dal Passo Rolle, dopo una breve sosta all’ospizio di San Martino.Dalle descrizioni di White, si scopre così che Paneveggio alla fine del 1800, nel periodo estivo, era una località molto frequentata, in cui, oltre alla locanda, chiamata nel circondario Schönen Kerl (Bel tipo), esistevano numerose costruzioni, in seguito distrutte dalla guerra. Vi erano infatti una cappella, una latteria, un granaio e una segheria.

Come si viveva

Nella locanda prevaleva la semplicità: porte e pareti erano di abete grezzo e i materassi imbottiti di foglie di granoturco, ma soffici e puliti. Alle pareti quadri religiosi e acquasantiere e, per i forestieri che lo richiedevano, anche il crocifisso. Il vitto era buono, non mancava mai la carne, che arrivava da Predazzo, come il vino e il pane, mentre alcune verdure, come cavoli, fagioli di Spagna e lattuga, provenivano da un orto situato vicino alla cappella. Burro e formaggio, venivano invece prodotti a Paneveggio nella latteria, una piccola costruzione in legno, aperta sui quattro lati. Il burro, realizzato grazie ad un’ingegnosa ruota a pala che sfruttava la forza del torrente, e venduto in Italia, riusciva sempre a spuntare i prezzi migliori.

 

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