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Papa Francesco in visita a Scampia: “La corruzione puzza” /Foto

E’ iniziato da Pompei il ‘tour pastorale’ di Papa Francesco nel napoletano

Napoli (Adnkronos) – L’elicottero del Pontefice è atterrato nell’area predisposta alle spalle del santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario poco prima delle 8 di sabato mattina. Ad accoglierlo l’arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, il sindaco della città, Ferdinando Uliano. Circa due mila persone, alcune arrivate all’alba, lo hanno atteso davanti alla Basilica, dove Bergoglio si è raccolto in preghiera recitando la sua supplica.

La tappa a Scampia – Sempre in elicottero, il Papa è poi arrivato a Scampia, a distanza di venticinque anni dalla visita di Wojtyla. “Ho voluto incominciare da qui, – spiega alla gente – da questa periferia, la mia visita a Napoli. Saluto tutti voi e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza! Si vede che i napoletani non sono freddi”. (FOTO).

Poi, parlando a braccio – e in dialetto – alla popolazione, Bergoglio (riferendosi alle parole del presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Bonaiuti), ha affermato che una società corrotta ‘spuzza’. “Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo – è il grido di dolore del Papa -. Ma una società corrotta puzza’, chi si lascia corrompere non è cristiano”. Il monito del Papa: “Andiamo avanti nella pulizia della città perché non ci sia la puzza della corruzione nella vostra città. San Gennaro interceda per voi”.

“Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli – dice il Papa – non è mai stata facile, però non è mai stata triste! È questa la vostra grande risorsa. La gioia, l’allegria. Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. È la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa ‘leva dell’anima’, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie”. Avverte Bergoglio che “chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Lo ruba a sé stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia. La via del male sempre ruba speranza, alla gente onesta, e anche alla buona fama della città e alla sua economia”.

Francesco ha poi risposto alle domande degli immigrati e senza fissa dimora. “Dobbiamo fare risentire ai nostri fratelli che sono cittadini, che sono come noi, figli di Dio. Che sono migranti come noi. Tutti siamo migranti in cammino, tutti. Nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra”.

Poi il tema del lavoro – “Un segno negativo del nostro tempo è la mancanza del lavoro per i giovani. Più del 40% dei giovani dai 25 anni in giù non ha lavoro”, spiega. “Questa è una responsabilità del mondo perché c’è un sistema economico che scarta la gente. Questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità, e la persona rischia di cedere ad ogni sfruttamento. Dobbiamo difendere la nostra dignità di cittadini, di uomini, di donne. Non dobbiamo rimanere zitti”.

Il Papa si appella quindi alla ‘buona politica’. “Incoraggio anche la presenza e l’attivo impegno delle Istituzioni cittadine, perché una comunità non può progredire senza il loro sostegno, tanto più in momenti di crisi e in presenza di situazioni sociali difficili e talvolta estreme. La ‘buona politica’ è un servizio alle persone, che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle vere e proprie omissioni è più diretto e fa più male. La buona politica è una delle espressioni più alte della carità, del servizio, dell’amore”, dice il Pontefice.

Il Papa sferza la popolazione e invita a non perdere mai la speranza portando parole di speranza. “Si è cercato di creare una ‘terra di nessuno’, dalla quale sradicare ogni tipo di valore. Un territorio in mano alla cosiddetta microviolenza. Sento in maniera viva questo dramma, – osserva Francesco – e penso in particolare ai bambini come a figli prediletti. Vorrei rivolgermi a ciascuno di loro per nome, per dire che il Papa li ama e li abbraccia, che la Chiesa li ama e che Napoli conta su ognuno di loro”.

La benedizione in napoletano – ‘A Maronna v’accumpagne’ – Lasciandosi contagiare dalla spontaneità napoletana e Bergoglio ha infine fatto una benedizione particolare: ‘Benedico di cuore tutti voi, le vostre famiglie e questo vostro quartiere. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. ‘A Maronna v’accumpagne!'”.

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