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Passi dolomitici e riconoscimento UNESCO, opportunità e prospettive

Incontro sull’esigenza di ripensare il panorama paesaggistico dei valichi del territorio

 Pinzolo (Trento) – Si è tenuto a Pinzolo l’incontro “Paesaggio e sviluppo” dedicato all’importante tema dei passi dolomitici visti in un’ottica di opportunità per riorganizzare e ripristinare il panorama paesaggistico. Curato dalla scuola per il governo del territorio e del paesaggio l’appuntamento fa parte del ciclo “Incontri sul paesaggio, riflessioni sul futuro” che va avanti dall’ottobre scorso. Un lungo percorso con diverse azioni di sensibilizzazione rivolte agli amministratori locali, ai progettisti e all’opinione pubblica per sottolineare la necessità di tenere nella giusta considerazione il tema del paesaggio nell’atto di pensare lo sviluppo del territorio. Ad aprire i lavori l’assessore all’urbanistica, enti locali, personale, lavori pubblici e viabilità, Mauro Gilmozzi. A moderare l’incontro il dirigente generale del Dipartimento territorio, ambiente e foreste, Romano Masè. Ad una tavola rotonda introdotta dalle considerazioni del presidente del Comitato scientifico di Step, Ugo Morelli hanno partecipato: la presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie, Patrizia Ballardini; il presidente della Comunità della Valle di Sole, Alessio Migazzi; la referente del Coordinamento Fondazione Dolomiti Unesco, Paola Matonti; il presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio-Pinzolo-Val Rendena, Marco Masè, e il presidente dei Giovani Albergatori della Val di Sole, Gianni Andreis. Le conclusioni sono state affidate all’antropologo Annibale Salsa. L’intervento di Giorgio Tecilla dedicato ai progetti del fondo per il paesaggio ha preceduto la tavola rotonda. Invitato dalla presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie, Patrizia Ballardini, che ha introdotto la serata, anche il sindaco di Pinzolo, William Bonomi ha portato il suo saluto alla sala gremita del Paladolomiti. Il progetto è stato curato da Franco Ghetta dello Studio Architetti Associati Franco Ghetta e Alessandro Tamion.

L’assessore Mauro Gilmozzi ha sottolineato come “il paesaggio è una relazione fra l’uomo e l’ambiente, tant’è che noi vediamo nel paesaggio le scelte che sono state fatte un tempo e quindi dobbiamo pensare che non è qualcosa di statico ma è legato al paesaggio che verrà e che modellerà il futuro. Il paesaggio precede tutte le scelte di sviluppo che saremmo in grado di fare. Penso che si possa dire che il paesaggio è l’espressione di una cultura, di un’identità del territorio. E sapete quanto questo conti anche in chi sceglie il nostro territorio come luogo di vacanza“.
I passi dolomitici presi in esame dallo studio Architetti Associati Franco Ghetta e Alessandro Tamion sono: Rolle, Lavazè, Carezza, Pordoi, Cereda, Fedaia, Valles, San Pellegrino. Lo studio ha messo in luce nei dettagli quanto ci sia bisogno di rivedere in maniera completa il panorama paesaggistico dei passi dolomitici, mettendo mano a diversi aspetti del territorio per favorire un’armonia e una valorizzazione diversa dall’attuale. Una minuziosa analisi da molti punti vista che ha evidenziato, per esempio, la diversa fruizione dei passi nel corso del tempo: da mero collegamento di territori a luogo di passaggio veloce con moto sportive di grandi cilindrate. Un aspetto particolarmente significativo è stato anche l’esame dell’architettura dei rifugi o alberghi di passo che, un tempo, erano edificati con grande attenzione all’ambiente circostante e che, con l’avvento del turismo di massa, hanno cominciato ad essere concepiti come strutture funzionali ad una fruizione solo veloce. Attenta l’analisi anche delle strade e delle loro delimitazioni: strade spesso concepite solo come raggiungimento veloce del passo e, in alcuni casi, delimitate in maniera decisamente incongrua per un Bene Naturale Unesco. “Luoghi, non luoghi”, li ha definiti il dirigente generale Romano Masè invitando Ugo Morelli (presidente del comitato scientifico di step) ad una riflessione. Passi che fruiti in maniera così veloce danno origine a perdita di identità e di valore. “Dopo il riconoscimento Unesco – ha sottolineato Franco Ghetta – è necessario rimettere mano ai passi dolomitici, cercando di ristabilire l’armonia fra la strada d’accesso al Bene e il Bene stesso anche per ritrovare il filo dell’identità di questo territorio. I passi sono i portali d’accesso del Bene Unesco e perciò vanno ripensati individuando delle strategie di governance diverse da quelle attuali”.

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