Dopo il caso la Sportiva, passo Rolle non sarà più lo stesso
Trento – Dalla Provincia, in sede di presentazione della finanziaria alla maggioranza, il governatore Ugo Rossi si dice pronto ad inserire una norma che incentiva le stazioni sciistiche con progetti di rigenerazione della loro offerta turistica attorno ad un’idea di dismissione di impianti con agevolazioni anche in termine urbanistico.
Resta però il ‘niet’ dell’imprenditore Lorenzo Delladio su Rolle, che ha dichiarato in queste ore alla stampa: “Non è una questione di soldi, ma del clima sbagliato in cui maturava questa cosa. Era un sogno che coltivavo con amici, c’è stata un’assoluta minoranza di contrari. Ora lasciamoli andare avanti. Diciamo che si sono presi una grandissima responsabilità nei confronti del loro territorio e del passo Rolle”.
Chiarimenti in aula
Dopo la richiesta dei giorni scorsi dei consiglieri Fugatti, Bezzi e Cia, anche il consigliere Marino Simoni ed il Gruppo consiliare provinciale di Progetto trentino, si associano alla richiesta che il Presidente Rossi riferisca all’Aula, nella tornata consiliare del 7-8-9 novembre 2017, quale possibile soluzione definitiva verrà adottata per lo sviluppo di Passo Rolle.
Il dibattito sui social tra favorevoli alla strada e contrari
Immagini e Ipotesi variante Rolle
View Comments (1)
Il “lasciatemi fare che ci penso io” non è passato all’occhio di molti.
Forse la mancanza di comunicazione con le realtà economiche della Valle ha fatto si che le stesse si svegliassero dal torpore. Non sarebbe male però che una iniziativa simile a quella proposta, fosse intrapresa fin d’ora dalla Comunità di Valle in collaborazione con il Parco e , spero con tutto il cuore, con il Sig. Delladio, sfruttando gli impianti esistenti e coniugando iniziative mirate sia all’Ambiente che alla consapevolezza di gestire un BENE PUBBLICO che non può assolutamente essere usato alla stregua di un Bene Privato.
Personalmente ( e qui non è il caso della “ Sportiva” ) sono dell’avviso che, per quanto se ne possa dedurre, non sempre le operazioni di Green Marketing equivalgono ad un impegno reale, spesso il Marketing Ecologico è solo una facciata che racchiude alcune pratiche quasi sempre solo comunicative, adottate da alcune aziende interessate ad acquisire più che altro una reputazione ecologica al fine di accaparrarsi maggiore clientela e ottenere vantaggi in termini di immagine e quindi di fatturato.
Bisogna ammettere anche che, i confronti con altri Marchi americani storici, che hanno fatto la scuola del Marketing internazionale, non possono reggere, se alla base dell’attività sviluppata non ci sia un’”ottica Verde” ben consolidata nel tempo e concreta al lato pratico. La Patagonia, versa l’1 % del proprio fatturato al Fondo Internazionale per il Pianeta da sempre! O la Black Diamond (ex Chouinard) che collabora e supporta gruppi ed associazioni noprofit quali l'Access Fund, la Nature Conservancy, lo Utah Avalanche Forecast Center, la Southern Utah Wilderness Alliance, l'American Alpine Club.
Se poi mancano i dati concreti e i dettagli necessari alla comprensione delle azioni che si intendono intraprendere diventa difficile far capire questa operazione alla gente, in special modo quando le condizioni uniche prevedono lo smantellamento di impianti storici. Abbiamo ancora negli occhi ( io sono uno che aimè se li ricorda! ) il collegamento già in essere che da San Martino portava a Rolle, con quell’ultimo tratto, mai costruito, che dai Piani della Cavalazza doveva portare alla Paradiso. Tutto quasi già fatto con le relative piste di rientro (che toccavano marginalmente la “Busa Bella”) e un “decoroso” impatto ambientale, smantellate per l’ottusità, o la poca consapevolezza di un imminente futuro, forse in nome di un Parco agi albori della propria esistenza, o di un piano economico privatistico ben orchestrato.
Ora stiamo capendo che il collegamento con Rolle va fatto per non rimanere isolati dal mondo, e ci battiamo per questo, per tornare alle decisioni che i nostri predecessori (anche sbagliando) ci hanno insegnato a prendere autonomamente!!.
Al giorno d’oggi tutti cavalcano modi di vita dettati da altri e dalle mode, nessuno è più se stesso e mi riesce difficile accettare, senza pensarci, delle proposte, se prima non sono valutate attentamente. Non voglio nemmeno pensare che una azienda celebri la sua sensibilità ambientale con caratteristiche “Verdi” in realtà magari inesistenti nei propri prodotti o per una recente svolta di settore, cavalcando gli attuali orientamenti, affermando di essere più ecologiche di altri che magari non lo sono mai state, perché se non vedo dati concreti, sono propenso a pensare che il tutto vada ad ingannare il pubblico in nome di una filosofia “Green”, usata al momento e sorretta solo da immagini suggestive, evocazioni e bakground naturali rassicuranti.
Non è di sicuro, il caso del marchio di Delladio, ( che da 50 anni risuola scarpette da arrampicata per sfruttare al massimo il prodotto prima che venga gettato! ) ma dobbiamo stare un attimo più attenti e critici a forme di sfruttamento manageriale privatistico, (anche dal punto di vista impiantistico), specialmente all’interno di un Parco e di un contesto di “patrimonio dell’Umanità” come le nostre Dolomiti.
Forse altre realtà, guardando al futuro, come le Dolomiti di Brenta o la Valle di Fassa saranno più propense e lungimiranti ad attuare tali iniziative, smantellando impianti e regalando il proprio territorio all’insegna di un marchio o di una moda! Alla luce dei fatti, sarebbe stato più intelligente mantenere gli impianti e calibrare la nuova offerta in maniera diversa, sicuramente le idee non mancheranno! Per questo motivo ho ancora speranza che il Sig. Delladio ci ripensi e si renda conto che “non tutto è perduto” per il suo ottimo marchio, i suoi investimenti e la sua visione.