Giampietro Ghidini prosegue il suo viaggio in tutta Italia. Arriva anche a Primiero venerdì 2 febbraio incontrando i giovani e la popolazione in serata. Nei suoi incontri in tutta Italia, parla di suo figlio Emanuele, morto per droga a 16 anni, per portare avanti il suo ricordo e il suo amore
Trento – In quella lontana sera d’autunno il ragazzo saluta il padre Gianpietro, la mamma e le due sorelle e va a una cena nel suo paese nel bresciano, Gavardo. È in compagnia di amici più grandi di lui. La serata degenera. Ema accetta di provare un «francobollo»: è un acido, che qualcuno dei suoi amici più grandi, maggiorenni, gli regala, insistendo. Ema fa «la stupidata», come la chiama suo padre. Una stupidata che lo porta via per sempre. Perché quel «francobollo» gli «sale» male. Gli annienta la lucidità. E la sua notte diventa ancora più buia. Si ritrova nei pressi di un ponte sul fiume Chiese. Non ragiona più. È fuori di sé. È un attimo, e si butta giù. Le acque gelide lo inghiottiscono. Lo ritroveranno dieci ore dopo a distanza di duecento metri. Morto annegato.
C’è una stranezza, in questa tragedia della droga: Ema si è gettato esattamente nello stesso punto dove una decina di anni prima, accompagnato da suo padre, aveva liberato un pesciolino rosso. E anche il «tuffo» del pesciolino era finito malissimo: fu mangiato da un’anatra.
La storia
Tanto dolore è fluito nei giorni seguenti a quella data, tanti rimpianti dalla scomparsa, ma nonostante ciò tanta voglia di vivere. Dopo la morte di Ema, papà Gianpietro con la sua famiglia ha passato giorni terribili. Aveva la sensazione di camminare in un posto a cui non apparteneva più, passava i giorni a fatica con un macigno pesantissimo sulle spalle. Tutto era dolore, dentro e fuori. Perfino le ossa facevano male, schiacciate dal peso della gravità. Ha dovuto riadattarsi alla vita, riprendere anche i gesti più semplici come uscire, parlare con le persone, sorridere. Dopo pochi giorni però qualcosa è cambiato.
Un sogno straordinario con un solo protagonista: Emanuele, che ha risvegliato in lui un’energia inspiegabile, come se il figlio avesse donato le sue energie vitali al padre, come se da due vite separate se ne fosse creata una unica, potenzialmente incredibile. In seguito al sogno papà Gianpietro ha deciso di convogliare queste energie e dedicare la sua vita ai giovani e alla loro crescita, promettendo a suo figlio che avrebbe portato ovunque la sua storia.
Durante ogni incontro, nelle scuole, negli oratori, nei teatri, le parole autentiche e dolci della sua voce entrano nel corpo di chi le ascolta come se ci fosse accanto ad ognuno di noi Emanuele che ci abbraccia, ci comunica che lì davanti a noi c’è suo padre che sta donando la vita a giovani, a tutti i giovani che vogliono vivere e iniziare ad apprezzare la vita per la sua interezza, senza artifizi. Le persone lo ascoltano traendone conforto e forza, in tutta Italia il PesciolinoRosso ha portato la storia di Emanuele, un ragazzo dolce, un ragazzo sensibile, un ragazzo. L’incontro locale è organizzato dalla Comunità di Primiero, dalla Rete per l’orientamento scolastico in collaborazione con il Distretto Famiglia di Primiero e la Coop. Vales.
Pesciolino Rosso
E’ prima di tutto una Fondazione che ha come scopo principale il sostegno dei giovani nella forma di divulgazione e sostegno di attività di sviluppo e crescita.
In questi anni il PesciolinoRosso è diventata una community di migliaia di persone, in crescita costante, dove genitori e giovani si scambiano idee, pensieri e condividono riflessioni su temi come l’adolescenza, il futuro, la scuola e ovviamente il rapporto tra genitori e figli.
– Testimonianze
Dal Gennaio 2014 ha tenuto in tutta Italia oltre 1.000 incontri in tutta Italia, da nord a sud in oltre 400 città, in scuole, oratori e piazze con tantissimi genitori e figli. Il coinvolgimento in ogni evento è straordinario e va oltre le nostre aspettative più rosee. Infatti, quando anche un solo giovane ci dice un semplice “grazie” o “mi avete salvato la vita” e riesce a salvarsi, a cambiare idea o ripensare alla sua vita in modo positivo; la nostra missione continua ad avere sempre più forza e ci sprona a portare avanti il nostro amore.
“Nel nostro cammino – spiegano i membri della fondazione – abbiamo incontrato persone incredibili che abbiamo voluto nel PesciolinoRosso per portare avanti un messaggio positivo. Le persone che attualmente oltre a papà Gianpietro intervengono nei nostri eventi sono Carolina Bocca, una mamma che ha salvato suo figlio adolescente lottando contro la sua dipendenza, e il prof. Marcello Riccioni, un insegnante non convenzionale che ama i suoi alunni in modo smisurato e che trasmette parole di speranza e cambiamento per una scuola migliore”.
– Pagina Facebook “Ema PesciolinoRosso”
Con quasi 300.000 Fan è ormai diventata il luogo per genitori e figli dove incontrarsi e condividere messaggi di speranza, amore e riflessione. Un punto d’incontro dove oltre 2 milioni di persone mensilmente leggono, interagiscono e si scambiano opinioni su tematiche legate ai giovani, al rapporto genitori e figli, alla famiglia e alla scuola”.