Simbolo di ringraziamento e di speranza. Molti fedeli hanno posto ai piedi della Madonna le chiavi di casa in segno di estrema fiducia
di Liliana Cerqueni
Primiero (Trento) – Il culto dedicato alla Madonna dell’Aiuto ha ricordato le proprie radici anche quest’anno con la storica processione che ha accompagnato – domenica sera – la statua di Maria Ausiliatrice dalla Chiesa di Fiera all’Arcipretale di Pieve.
Un tragitto ricco di suggestioni
Intenso e pieno di significato per chi ha partecipato, indipendentemente da una forte fede religiosa o dalla curiosità sull’aspetto folcloristico dell’appuntamento. Il lento incedere dei portatori, seguiti dalla folla dei presenti che si muovono al suono solenne della banda dà sempre l’immagine della sacralità del momento e ognuno, immerso nelle proprie preghiere e pensieri, rende il proprio personale omaggio.
La rappresentazione venerata è da sempre il dipinto della Madonna a noi familiare ma diffuso anche in tutto il Tirolo, creato dal pittore protestante Luca Cranach ed esposto in originale nella Chiesa parrocchiale di Innsbruck.
In passato il quadro è stato esposto e trasportato in processione solo in circostanze eccezionali di calamità, disgrazie e avvenimenti infausti. La prima volta fu nel 1800, prelevato dalla nicchia dov’era presente fin dal 1767, come atto di profonda devozione. In altri casi e in altre epoche le intercessioni riguardavano bisogni contingenti: nel 1832 si chiedeva la “tanto bramata pioggia, che una gran parte delle campagne era disseccato il sorgo”; nel 1836 si ringraziava “avendo il Morbus Colera visitato anche Primiero ed essendo quasi preservato questo Borgo…”; nel 1849 si espose il dipinto e si pregò per un terribile incendio che durò dal 23 AL 25 gennaio; nel 1853 l’esposizione fu accompagnata dalla richiesta di “serenità e miglioramento della stagione”; nel 1885 fu la volta di un’inondazione.
Nel 1914 la processione fu particolarmente imponente, per implorare aiuto nella devastante Guerra Mondiale e nel 1944, “visto l’orizzonte così carico di minacce anche per la nostra plaga…” si decise di trasportare il quadro all’Arcipretale per venerare e pregare nell’ultimo spezzone della Seconda Guerra, per poi ringraziare Maria nel maggio del ’45, in occasione della fine del conflitto, con
immensa riconoscenza e il rinnovo della promessa di continuare questa liturgia. Nell’anno 1966 ricordiamo il quadro trasportato attraverso uno scenario devastato dell’alluvione, tra desolazione e voglia di ricominciare.
Una Madonna dell’Aiuto
Da sempre, quindi, accompagna le vicende della popolazione nei momenti più bui e difficoltosi, punto di riferimento anche ora per chi si trova a passare in centro, per il turista che si concede una visita.
Talmente profondo il senso di devozione anche ai giorni nostri che, don Giuseppe Da Pra racconta, molti fedeli hanno posto ai piedi della Madonna le chiavi di casa in segno di estrema fiducia, custodite nella chiesa come invito a condividere gioie e lacrime e raccomandarsi a Lei.
Lo ha fatto, continua il decano di Primiero, anche una recentissima coppia di sposi e chiunque può farlo contattandolo. Un gesto simbolico che sta a indicare una venerazione incondizionata, autentica. La processione ha superato le fasi felici e infauste della nostra storia, destinata a riproporsi nel tempo perché questa tradizione che fa ormai parte del nostro tessuto culturale è rivissuta sempre con grande partecipazione.