“Emergenza” che dura da vent’anni, ancora senza soluzioni concrete
Venezia – “La vera emergenza che in questo momento l’Italia deve affrontare in tema di immigrazione è l’organizzazione demenziale di quanti sbarcano fortunosamente da noi da parte di uno Stato imbelle. Non posso definire emergenza quella degli immigrati che giungono fortunosamente e clandestinamente da noi, perché non può esistere una emergenza che di fatto dura da un paio di decenni con l’unica pausa quando si fecero accordi con la Libia per fermare l’emorragia su quelle coste”.
Luca Zaia, presidente del Veneto, è a fianco dei sindaci che continuano a schierarsi contro i cosiddetti “centri di accoglienza”, “più o meno improvvisati, con dubbi da parte anche delle organizzazioni di volontariato più disponibili – ricorda Zaia – e qualche allarme che anche dalle Prefetture sul fatto che non ci sarebbero più luoghi idonei; centri, o tendopoli, che non danno sicurezza alle comunità locali e ai cittadini impegnati a fronteggiare la crisi economia, dove gli immigrati rischiano di rimanere sine die e senza poter far nulla se non cercare di scappare per darsi alla clandestinità totale o per raggiungere altri Paesi europei”.
“Il peso, anche economico, di questa situazione, ricade di fatto sui sindaci – aggiunge Zaia – che non sanno come arrivare a fine mese, già depauperati come sono da uno Stato che appare più capace di fare debiti che risparmi, cui vengono tolte risorse e affidate incombenze, con vincoli assurdi come il patto di Stabilità se per caso sono riusciti, come da noi, a far quadrare i bilanci”.
“Io non mi rassegno – conclude il governatore del Veneto – questa vicenda va affrontata in maniera diversa, a partire da questa Unione Europea che oggi può scaricare sui paesi di “prima accoglienza” l’onere pressoché totale della salvezza, salvaguardia e gestione di immigrati che nella grande maggioranza dei casi non vogliono neppure rimanere da noi”.