Sui costi sostenuti per i parti a Cavalese la senatrice interviene nel dibattito con una riflessione che intende andare “oltre il mero calcolo contabile”
Cavalese (Trento) – “In Italia – spiega la senatrice Elena Testor (Forza Italia) – ci sono 94 Punti Nascita con meno di 500 parti/anno con un bacino di circa 25.000 donne, uno in ogni regione.
E’ evidente che il costo è proporzionale al numero di parti ma è anche evidente che la sicurezza non ha prezzo. Quando si parla di zone orograficamente disagiate ogni servizio medico e ospedaliero offerto in questi territori ha un costo superiore rispetto ad uno offerto in un ospedale di capoluogo o di città. Ma questo non può e non deve comportare la mancata erogazione di quel servizio per i cittadini, anzi nelle persone che vivono in queste zone vi è un valore aggiunto che non può essere quantificato in termini economici.
Non meno importante – sottolinea la senatrice trentina – la perdita dell’identità tipica e i valori della cultura tradizionale di questi luoghi. Dopo questo quadro i costi erogati ai cittadini nelle zone orograficamente disagiate appaiono ancora insostenibili?
Per quanto mi riguarda è un investimento che guarda al domani e al benessere della popolazione. Certo è nostro dovere garantire efficienza, efficacia ed economicità dell’assistenza, ma prima di ogni altro aspetto, garantire la sicurezza per la madre ed il neonato per l’interno percorso nascita.
Bisognerebbe lasciare da parte le inopportune critiche politiche – conclude Testor -, soprattutto quando c’è di mezzo la salute dei cittadini e in questo caso delle partorienti e dei loro quanto nostri figli che vorrei ricordare rappresentano il futuro e la sopravvivenza delle nostre comunità”.