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Quirinale, Mattarella: “Garantire sicurezza opere”. Sindaco Longarone: “Come Genova”

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Il Bellunese ricorda la tragedia del Vajont

NordEst –  Il disastro del Vajont “sollecita un’assunzione di responsabilità, anzitutto delle istituzioni a tutti i livelli, della società civile, di scienziati e tecnici, del mondo degli operatori industriali affinché gli standard di sicurezza siano sempre garantiti in ogni opera pubblica al massimo livello e l’equilibrio ambientale venga ovunque assicurato, a tutela della vita dei cittadini e delle comunità. Questo anniversario risuona ammonimento per la nostra stessa civiltà”. Lo scrive Sergio Mattarella, in un messaggio a 55 anni dal disastro.

“Dobbiamo sempre arrivare a questo dopo aver pianto la morte di vite umane innocenti?”. E’ la domanda retorica posta  dal sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, nel suo intervento alla cerimonia di commemorazione delle vittime del Vajont, catastrofe avvenuta il 9 ottobre di 55 anni fa.

Un pensiero, quello di Padrin, al crollo del Ponte Morandi a Genova e alla successiva richiesta agli enti locali di monitorare lo stato dei ponti stradali, investendo risorse straordinarie. “Due anni – ha ricordato Padrin – fa eravamo qui a ricordare le vittime e la distruzione provocate dal drammatico terremoto che aveva colpito il Centro Italia.

Oggi quelle del tragico crollo del ponte Morandi a Genova. Un altro esempio di cattivo governo della cosa pubblica, dell’incapacità di comprendere il pericolo, di controllo, di prevenzione, di omissioni e mancato rispetto delle regole”. “Le dinamiche gestionali – ha concluso – sono sempre le stesse, piene di ‘oscurità'”.

Panoramica della Valle del Vajont poco dopo il disastro del 9 ottobre 1963. Si nota la frana di 260 milioni di metri cubi staccatasi dal Monte Toc e precipitata nel bacino artificiale.
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