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Rally San Martino. Indagini in corso dopo i chiodi di Scandola e sull’auto di Gamba al parco chiuso

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I chiodi nella telecamera di Scandola – Il veronese Umberto Scandola, si è fermato con la foratura delle due gomme anteriori, dovendo rinunciare alla prima vittoria assoluta nella serie tricolore. Il team ŠKODA Italia Motorsport ha presentato un esposto presso la direzione di gara del San Martino di Castrozza, chiedendo l’apertura di un’indagine ufficiale sull’accaduto da parte delle Autorità competenti.

Chiodi in gara – I chiodi sarebbero stati consegnati da uno spettatore ad un commissario dell’ultima speciale Val Malene dove Umberto Scandola ha patito la doppia foratura che gli è costata il ritiro. E ne sarebbero stati raccolti altri tre chilometri dopo lo start della prova finale.

 Il mondo dei rally italiano piomba in un clima pessimo. Questo episodio si somma al sabotaggio patito da Matteo Gamba, che non è potuto uscire dal parco chiuso per il taglio della connessione alla centralina. C’è chi collega questo fattaccio al furto che proprio il team Balbosca aveva patito al San Marino. C’è stata una denuncia e agiranno gli inquirenti, mentre la CSAI ha aperto un’inchiesta.

La gara –
L’edizione n. 32 verrà ricordata soprattutto per la partecipazione di Robert Kubica, campione di simpatia e di umanità, protagonista ieri sera nella prova spettacolo e poi stamane subito in difficoltà sul Manghen, con mille curve diverse, la strada stretta e la sua mano destra che avrà ancora bisogno di interventi, rieducazione, allenamento. 

Poi il driver polacco è uscito fortissimo su Val Malene (FOTO IN ALLEGATO), perché lui da sempre il 110 per cento e voleva scoprire il suo limite attuale. Tanto spavento, ma nessuna conseguenza fisica per l’equipaggio e notevoli danni alla Subaru del Team First Motorsport. Ottime prestazioni anche per i primierotti in gara.

GARA CIR – L’amarezza della “non partenza” di Giandomenico Basso per questioni di budget. Sabato mattina la sgradevolissima sorpresa di scoprire un taglio netto ai collegamenti elettrici della centralina sulla Peugeot 207 S2000 di Matteo Gamba. La vettura era custodita in parco chiuso, sorvegliata dalla vigilanza privata che non si è accorta di nulla. 

Si è parlato di sabotaggio, ma le indagini sono state affidate ai carabinieri e nulla di certo si può ancora dire e forse la verità mai si potrà sapere. Gamba appiedato non ha potuto difendere la sua leadership a 73 punti nella classifica del Campionato Indipendenti, e Alessandro Perico (pure su Peugeot) con il secondo posto assoluto (a 1’43’’7 di distacco) è salito a quota 80 vincendo il titolo dei “privati”.

La questione scudetto, riservata agli “ufficiali”, sembra ormai destinata a chiudersi con il settimo sigillo di Paolo Andreucci, vincitore bis del San Martino (tempo totale 1:43’58’’5) dopo la firma dello scorso anno, ora a quota 133 nella generale mentre Umberto Scandola rimane fermo a 87 punti. Mai come stavolta il driver veronese è stato vicino alla sua prima vittoria assoluta in una gara dell’Italiano, grande protagonista ieri chiudendo la prima tappa con un vantaggio di 4’’3 sul rivale, e oggi superbo interprete delle mitiche prove speciali del Manghen e di Val Malene.

Qui però nel crono finale, partito con un vantaggio di 9’’6, è rimasto vittima di una doppia foratura alle gomme anteriori che ha seminato mille dubbi tra i suoi tifosi e l’entourage di Skoda Motorsport Italia. Ma anche in questo caso le versioni sono contrastanti: chiodi o un difetto dei pneumatici? Il navigatore Guido D’Amore, interpellato subito da un noto giornalista di settore, ha riferito che c’era un taglio a compasso sulle gomme non compatibile con dei chiodi vigliacchi, ma con un eventuale difetto di costruzione.

Poi si è guardato ad altro. Di certo c’è che Scandola stavolta meritava di vincere con una Fabia davvero Super, mentre Andreucci per una volta era dietro, con una Peugeot meno rabbiosa del solito. “Mi spiace per Umberto, non so che dire” ha detto Andreucci sul palco. Terzo è arrivato un meritevole Stefano Albertini a 3’43’’2 dalla vetta, lui pure su Peugeot e staccato di 2’ da Perico, minuti persi soprattutto nella prima Val Malene per una foratura alla posteriore destra (e qui almeno non si può discutere di chiodi) dopo 10 km sui quasi 27 totali della prova. Al traguardo sono giunti in 10 equipaggi per una sfilata Cir di intimi in un piazzale Sass Maor gremito di pubblico.

GARA TRA – Era lecito aspettarsi un duello iper ravvicinato tra le Ford Focus Wrc di Corrado Fontana e Paolo Porro, amici e rivali nel girone B del Trofeo Rally Asfalto. Invece è uscito il terzo incomodo, Eddie Sciessere (tempo totale 57’27’’5) con una Citroen Xsara Wrc ancora performante, protagonista eccelso di giornata dopo il giochino illuminato della prova spettacolo di ieri sera che aveva concluso in sesta posizione.

Sulla prima del Manghen ha graffiato Fontana, ma Sciessere ha ceduto solo 4’’ staccando a sua volta Porro di 4’’8 mentre Kubica era quarto a 20’’8, scoprendo la durezza dell’università rallystica. Poi su Val Malene il veronese è salito in cattedra rifilando 1’’8 a Fontana e 10’’7 a Porro, mentre Kubica finiva nel dirupo fortunamente senza farsi male. 

Di nuovo sul Manghen per firmare il sorpasso con un ottimo 10’13’’8 e infine la stoccata decisiva sulla seconda di Val Malene: 17’06’’7 infilzando Fontana di 8’’ e Porro di 19’’9, senza però togliere loro punti utili per la classifica della serie catramata che ora va alle finali nazionali. “Sono contento perché abbiamo fatto progressi e potremo lottare per il Trofeo” ha detto Fontana. Deluso invece Porro per “aver sbagliato all’inizio la scelta di assetto” e poi “sofferto in discesa la difficoltà di gestire il comportamento ballerino della Focus”.

HISTORIC RALLY – Per il secondo anno consecutivo l’equipaggio tedesco scomposto da Michael Stoschek e Dieter Hawranke su Porsche 911 RS targata Brose Motorsport ha firmato il miglior tempo assoluto dell’Historic Rallye San Martino (1:05’56’’6) vincendo la classifica del 2. Raggruppamento (vetture dal 1970 al 1975).

Al secondo posto staccati di 2’58’’4 Claudio Zanon e Maurizio Crivellaro su Porsche 911 RSR del Team Bassano, precedendo Gianluigi Baghin e Iside Zandonà su Alfa Romeo Alfetta Gt, terzi a 4’33’’4. Fuori dal podio ma contenti di aver raggiunto l’arrivo, Antonio Orsolin e Denis Azzolin con un’altra Porsche 911 RS targata Team Bassano, davanti ad Alberto Mondinelli e Alberto Baisini su Fiat 124 Abarth della Squadra Corse Club 91.

Nel 3. Raggruppamento (vetture dal 1976 al 1981) successo convincente di Mariano Longo e Marco Mazzocco su Opel Kadett GT/E in 1:07’42’’7, tenendo a 1’41’’5 Romano Purin e Luca Fabbro su Volkswagen Golf Gti, che sono riusciti a battere la Opel Kadett GT/E di Luca Cattilino e Federico Migliorini per soli 7’’2. Caso vuole che, come per la sfida tra le moderne, l’ultima prova speciale (Val Malene) sia stata fatale all’equipaggio in testa al 3. Raggruppamento, formato da Nicola Patuzzo e Alberto Martini, che fin lì aveva guidato in testa senza problemi. 

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