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Riforma Welfare e Anziani in Trentino, via libera dalle ACLI ma con alcune modifiche

L’iniziativa dell’Assessore alla salute e alle politiche sociali Luca Zeni di avviare un processo di riforma dei servizi agli anziani è assolutamente condivisibile per le Acli, le quali, tuttavia, propongono, come avvenuto in quarta commissione legislativa, una serie di correttivi

Trento – Ribadendo che gli anziani rappresentano delle risorse sociali ed economiche essenziali, le Acli chiedono più assistenza domiciliare sia attraverso gli assistenti sociali sia attraverso le forme di co-housing.

La politica deve in altre parole considerare il disagio diffuso nella comunità trentina evitando di condannare l’anziano alla solitudine anche in considerazione del fatto che i servizi residenziali, sui quali si concentra gran parte dell’intervento pubblico, soddisfano solo l’8% della popolazione anziana.

“Serve una vera politica per la Terza età”

A tale proposito le Acli richiamano ad una maggiore attenzione rispetto alla forza e al ruolo del volontariato, delle famiglie e delle organizzazioni del privato sociale che spesso hanno proposto una serie di servizi poi inclusi nel pubblico.

Le Acli propongono pertanto una sorta di CO-PROGETTAZIONE delle politiche rivolte all’anziano mettendo sullo stesso piano gli operatori pubblici e privati, il profit ed il non-profit. Le Acli chiedono inoltre l’attuazione di politiche di prevenzione che si accompagnino a quelle di cura della non autosufficienza accompagnate anche da adeguate politiche di formazione, di sostegno alle varie forme di auto organizzazione degli anziani, di valorizzazione delle buone pratiche e di mutualità.

Governance partecipata

Il modello proposto dalle Acli è quello di una governance partecipata che passi attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori che operano con e per gli anziani e che trovi nei centri di ascolto il punto di riferimento essenziale per un coinvolgimento attivo e non burocratico della “risorsa anziano”.

In tema di non autosufficienza le Acli hanno poi ribadito che solo attraverso una nuova politica di coinvolgimento, mutuo aiuto e responsabilità sarà possibile fare fronte anche nei prossimi anni alle tematiche dell’assistenza favorendo l’impegno dei privati sia nella realizzazione che nella gestione delle strutture di accoglienza.

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