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Rileggere la storia: pronto il testo per le tabelle esplicative sugli ossari

Tra il 1937 e il 1939, nei pressi del confine di Stato, sono stati realizzati tre ossari con i resti di soldati appartenenti a diversi eserciti e a diverse nazioni: nella zona ovest della Provincia a Burgusio (frazione di Malles), a nord a Colle Isarco (frazione di Brennero) e ad est a San Candido. Il via libera alla storicizzazione dei tre ossari è uno dei passaggi contenuti nell’intesa stipulata nelle scorse settimane tra il Ministro ai beni culturali Sandro Bondi e il presidente Luis Durnwalder.
"In concreto – ha spiegato il presidente della Giunta provinciale – si tratta di installare delle tabelle esplicative che possano spiegare come e perchè, durante il fascismo, furono realizzate queste opere. All’interno degli ossari si trovano i resti dei soldati di molte nazionalità deceduti in guerra o in prigionia: il principio di fondo deve essere quello del rispetto nei confronti di chi ha perso la vita in queste tragiche circostanze, ma crediamo sia giusto spiegare perchè questi ossari si trovano in Alto Adige".
 
Il testo delle tabelle è stato preparato dall’Archivio provinciale, ed è stato già sottoposto al vaglio del Commissariato del Governo e dello stesso Ministro Bondi. "Si tratta di una descrizione obiettiva ed oggettiva dei fatti – ha sottolineato Durnwalder – e noi andremo avanti anche se non tutti saranno d’accordo. L’importante è coordinare al meglio l’operazione d’intesa con il Commissariato del Governo".
A tale proposito, nei giorni scorsi, il presidente della Giunta provinciale si è incontrato con i sindaci dei comuni interessati, ovvero Ulrich Veit, Werner Tschurtschenthaler e Franz Kompatscher, primi cittadini rispettivamente di Malles, San Candido e Brennero. "Anche loro – ha concluso Luis Durnwalder – hanno espresso l’apprezzamento per il testo elaborato dall’Archivio provinciale".

Il testoredatto dall’archivio provinciale:

Nel 1931 il regime fascista decise di procedere allo smantellamento di molti cimiteri militari sorti in modo provvisorio lungo i fronti della prima guerra mondiale (1915–1918) e che si trovavano spesso in uno stato di semiabbandono.
Attraverso il Commissariato per le onoranze ai caduti in guerra, diede inizio alla costruzione di grandi ossari nei territori delle 17 province che erano state zona di 
guerra: da Sondrio a occidente, sino a Zara a oriente, passando per Bolzano, Trento, Venezia, Trieste, ecc. Al loro interno furono traslati complessivamente i resti di decine di migliaia di soldati.
La realizzazione architettonica dei sacrari si ispirò quasi sempre al monumentalismo celebrativo con un’impronta stilistica e simbolica romaneggiante tipica di molte opere del regime. Gli obiettivi del fascismo erano di monopolizzare la memoria e la celebrazione della Grande guerra, di affermare la piena continuità tra esperienza bellica e fascismo e di promuovere una “pedagogia della guerra”  attraverso l’esaltazione dei soldati caduti per la patria. In un’opera di strumentale falsificazione del passato, il regime presentava i fanti caduti sui campi di battaglia quasi come precursori degli “ideali” fascisti.
Nelle nuove province passate al Regno d’Italia proprio a seguito della guerra, gli ossari avrebbero dovuto svolgere anche il ruolo di mute e imponenti sentinelle poste ai “sacri confini della patria”.

In provincia di Bolzano, che solo marginalmente era stata teatro di guerra, furono eretti tre ossari, collocati significativamente in prossimità dei tre principali valichi di confine: a Burgusio (1939) a Ovest, a Colle Isarco (1937) a Nord e a San Candido (1939) a Est. Tutti sono opera dell’architetto Giovanni Greppi (1884–1960) e dello scultore Giannino Castiglioni (1884–1971). Le salme che vi furono traslate provenivano da diversi cimiteri militari, talvolta anche assai lontani dagli stessi ossari. Sebbene dedicati alla memoria dei caduti italiani, gli ossari ospitano anche salme di soldati dell’esercito austro-ungarico.

Oggi questi monumenti sono luoghi della memoria, nonché occasione per riflettere sulla strumentalizzazione della guerra a fini politici e propagandistici da parte del regime fascista.
 
 
Categories: NordEst
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