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Il “Rosatellum” è legge, Grasso lascia il Pd. Zeller a M5s: io ho 40 mila voti, voi pochi clic

Via libera alla nuova legge elettorale. Il Senato ha approvato il Rosatellum bis. Nel voto finale i sì sono stati 214, i contrari 61 e due gli astenuti. Ha retto il patto a quattro tra Pd, Forza Italia, Ap e Lega. Risolutivo è stato l’appoggio di Denis Verdini e della pattuglia di senatori di Ala. Nettamente contrari alla nuova legge elettorale sono, invece, M5S, Mdp, Sinistra italiana e Fdi. Tutte novità della nuova legge elettorale che divide la politica

Roma (Adnkronos) – Il Rosatellum bis è un sistema misto proporzionale e maggioritario. Un terzo dei candidati viene eletto in collegi uninominali e due terzi, con listini bloccati (da un minimo di 2 a un massimo di 4 candidati), con il proporzionale.

Nelle dichiarazioni di voto il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha spiegato: “La legge è il frutto di un delicato lavoro di mediazione politica tra forze di maggioranza e di opposizione, forze molto diverse e con interessi diversi. È naturale che una volta trovato un punto di equilibrio, modificarne singole parti, come era stato richiesto, avrebbe potuto far naufragare la legge”.

Il capogruppo Fi al Senato Paolo Romani ha detto: “Non temiamo di condividere questa legge con la maggioranza di governo perché è la migliore risposta all’appello del Capo dello Stato Sergio Mattarella per una legge omogenea fra i due rami del Parlamento”.

Denis Verdini, parlando in Aula, ha rivendicato con orgoglio l’apporto di Ala al varo definitivo del Rosatellum: “La migliore legge possibile in questo momento, frutto di un compromesso, come lo è tutta questa legislatura” nata da elezioni che non hanno dato una maggioranza. “Si dice che la maggioranza è cambiata perché è Art.1 è uscito e c’è il nostro ingresso? Non è vero. Noi c’eravamo, ci siamo stati e ci saremo fino all’ultimo giorno della legislatura”, ha detto Verdini definendosi “Ecce homo”, alla luce degli insulti ricevuti in questi anni.

Il capogruppo M5S Giovanni Endrizzi, durante le dichiarazioni di voto, si è scagliato contro Fi e Pd: “Macché ‘Rosatellum’ questa è una legge bunga-bunga, un’orgia di candidati e l’utilizzatore finale sarà sempre lo stesso. Siete la stessa banda, e avete ridotto destra e sinistra a due facce della stessa banconota”.

Grasso lascia il PD

Il presidente Pietro Grasso ha rassegnato le dimissioni dal Gruppo del Partito democratico e, ai sensi del regolamento, sarà iscritto d’ufficio al Gruppo Misto del Senato. Si legge in una nota dell’ufficio stampa del Senato.

La decisione di Pietro Grasso di lasciare il gruppo Pd al quale è iscritto dall’inizio della legislatura e che aveva confermato anche dopo l’elezione alla presidenza del Senato arriva poco dopo l’approvazione della legge elettorale che ieri aveva già lasciato intravedere, durante il dibattito sulle fiducie al ‘Rosatellum’, il disagio dell’inquilino numero uno di palazzo Madama. Messo alle strette dal senatore M5S Vito Crimi, che lo aveva esortato a dimettersi “per non rendersi complice” e potersi così appuntare una medaglia al petto, anche rispetto alla ‘sua’ Sicilia, Grasso aveva replicato con toni e parole più ‘veementi’ del solito.

Siamo stati colti di sorpresa“, fanno sapere fonti parlamentari Pd. “Grasso ha comunicato al gruppo la sua decisione nel momento in cui usciva la notizia”, sottolineano aggiungendo: “Il suo dissenso era noto e andava avanti da tempo, ma l’addio non era previsto per oggi. Evidentemente Mdp gli ha chiesto un gesto eclatante per legittimare la leadership della sinistra…”, sostengono i renziani.

Scintille Svp – 5Stelle

“Io sono stato eletto dopo aver vinto le primarie e non sono stato messo in lista con un centinaio di clic davanti a un computer, poi ho preso oltre 40 mila nel seggio uninominale. Non sono stato eletto con il Porcellum, ma con il Mattarellum”.

E’ un passaggio dell’intervento in Aula sul Rosatellum del senatore Karl Zeller, presidente del gruppo per le Autonomie, in buona parte dedicato a rispondere colpo su colpo ai rilievi mosse nei giorni scorsi dal M5S nei confronti di Svp. “Avete letto il testo della legge? Pare di no.

La volontà popolare va rispettata anche in provincia di Bolzano. L’uguaglianza di voto vale anche per noi, non solo per voi”, attacca Zeller incassando le proteste in Aula dei pentastellati.

 

 

 

 

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