Due giorni di intenso lavoro per gli uomini del Soccorso alpino trentino
Trento – E’ terminato verso le 22.20 di giovedì un complesso intervento per soccorrere una donna del 1970 e residente a Roma, che ha avuto un problema al ginocchio mentre stava scendendo lungo il sentiero che dal rifugio Vioz porta al Doss dei Gembri (gruppo Ortles Cevedale), a una quota di circa 2.900 m.s.l.m. La chiamata al Numero Unico 112 è arrivata verso le 18.15 dal compagno di escursione.
Il coordinatore dell’Area operativa Trentino occidentale del Soccorso Alpino e Speleologico ha chiesto l’intervento dell’elicottero che, tuttavia, non ha potuto portare a termine il recupero a causa della nebbia fitta presente in quota. Quattro operatori della Stazione Pejo hanno raggiunto Doss dei Gembri con la Geep per effettuare il recupero da terra, sono stati imbarcati a bordo dell’elicottero e trasportati fino al limitare delle nebbie a una quota di circa 2.500 m.s.l.m..
I soccorritori hanno raggiunto a piedi l’infortunata in circa 40 minuti e dopo averla stabilizzata e imbarellata la hanno trasportata a spalla fino a valle con la barella portantina. In questa operazione i quattro operatori sono stati aiutati da altri quattro soccorritori della Stazione Pejo, che nel frattempo erano saliti a piedi da Doss dei Gembri per dare supporto. Una volta arrivati a Pejo Fonti, la donna è andata in ospedale in autonomia insieme al compagno.
Nella giornata di giovedì un altro intervento particolarmente complesso sul Piz Galin (Dolomiti di Brenta) per il recupero di un escursionista di 42 anni che ha perso la traccia del sentiero e si è trovato in una zona estremamente impervia caratterizzata da salti di roccia, a una quota di circa 2.200 m.s.l.m.. Impossibilitato a proseguire autonomamente, ha chiesto aiuto al Numero Unico per le Emergenze 112 verso le 16.30.
Il coordinatore dell’Area operativa Trentino centrale del Soccorso Alpino e Speleologico ha chiesto l’intervento della Guardia attiva di Molveno e della Guardia attiva di Fai della Paganella per soccorrere l’uomo via terra, considerata anche la scarsa visibilità in quota dovuta alla presenza di nebbia. La Guardia attiva di Molveno – poiché nel frattempo quella di Fai della Paganella è stata deviata su un altro intervento – è stata imbarcata a bordo dell’elicottero al rifugio Montanara per essere portata il più vicino possibile all’escursionista.
Durante il sorvolo, però, è stato possibile constatare che l’uomo si trovava in un luogo estremamente ripido in mezzo alle rocce e pericoloso da raggiungere a piedi. È quindi intervenuto l’elicottero con a bordo il Tecnico di Elisoccorso che è stato verricellato sull’escursionista, in difficoltà ma incolume. Una volta recuperato a bordo del velivolo, l’uomo è stato trasportato ad Andalo senza il bisogno di essere trasferito in ospedale.
Il Soccorso Alpino e Speleologico Trentino raccomanda di prestare la massima attenzione durante le escursioni nel seguire i sentieri segnalati e di evitare di allontanarsi dai percorsi battuti.
Tra giovedì sera e venerdì mattina, uomini del Soccorso alpino mobilitati con il supporto dell’elicottero del Suem e di Trentino Emergenza, anche a Primiero per alcuni alpinisti in difficoltà sul Piz di Sagron a quota 2486 metri. Fortunatamente illesi dopo una notte trascorsa in quota, i tre veneti sono stati recuperati venerdì grazie ad un impegnativo intervento che ha visto in azione gli uomini del soccorso alpino di Primiero, trasferiti in quota dall’elicottero e recuperati quando le condizioni meteo sono migliorate, con i veneti bloccati dal maltempo e da una scarica di sassi.