Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva assicurato: "Tutto il personale, sia italiano che straniero, è al momento assolutamente incolume e non corre particolare rischio". Sulla vicenda, aveva aggiunto, "stiamo cercando di immaginare ogni possibile soluzione. Ora non posso dare ulteriori dettagli".
La Farnesina ha appreso con "viva soddisfazione" che, "grazie all’ intervento congiunto di due unità della Marina militare degli Stati Uniti e del Regno Unito, che hanno operato sotto la direzione dell’ammiraglio italiano Gualtiero Mattesi in qualità di comandante della Task Force dell’Operazione Nato Ocean Shield che svolge attività di contrasto alla pirateria nel bacino somalo, gli undici pirati che hanno sequestrato la motonave italiana Montecristo si sono arresi e sono stati tratti in stato di detenzione". In una nota, la Farnesina rileva che "è dunque libero e salvo l’equipaggio che, rifugiatosi nella zona blindata della motonave, è comunque riuscito, nonostante le drammatiche circostanze, a dirigere la nave nei pressi dell’ International Traffic Recognized Corridor".
"Le famiglie potranno tirare un sospiro di sollievo", ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini che si è detto soddisfatto: "Come si può non esserlo". Proprio La Russa ha firmato martedì a Palazzo Baracchini un protocollo d’intesa con Confitarma, l’associazione degli armatori: "Il pericolo della pirateria si è via via accresciuto – aveva sottolineato – questa convenzione fa seguito al decreto del 1 settembre che consente a dieci nuclei di marinai armati, ciascuno di sei componenti, di stare sulle navi nelle aree che sono a rischio di pirateria". Il ministro della Difesa ha sottolineato che "questa è una importante innovazione, che il protocollo d’intesa firmato oggi con Confitarma, che prevede anche un rimborso da parte degli armatori per le maggiori spese sostenute dalla forze armate, rende da subito operativa".
"La decisione su quale personale impiegare sulle navi – ha specificato La Russa – compete al capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Bruno Branciforte, e alla linea gerarchica di comando. Quello che si può dire è che è sicuro che verranno sempre impiegati marinai non solo con una preparazione di eccellenza, come del resto è oramai riconosciuto a tutte le nostre forze armate, ma anche con una preparazione specifica".
Quanto al ricorso ai ‘contractor’, "non dipende da noi – ha osservato il ministro della Difesa – è un rapporto che può esserci direttamente fra gli armatori e le associazioni di contractor. Un po’ come avviene con le guardie giurate fuori dalle banche: hanno bisogno di un riconoscimento pubblico ma non hanno un rapporto diretto con lo Stato. E’ un problema – ha concluso La Russa – che non riguarda le forze armate: ci sarà un decreto interministeriale, predisposto dal ministro dell’Interno".
"La presenza di militari a bordo, così come prevista, non è sufficiente in quanto a numeri: probabilmente avremo bisogno di ‘contractor’ privati per coprire quella parte di tonnellaggio che non potrà essere coperto dalla Marina militare", ha detto dal canto suo il presidente di Confitarma, l’associazione degli armatori, Paolo d’Amico. Quanto ai rischi, "ci sono sempre, quando si hanno le armi in mano – ha osservato – ma finora, gli episodi precedenti ci dicono che i pirati, come vedono che una nave è difesa da personale armato, scappano via subito. Quindi – ha concluso il presidente di Confitarma – non ci aspettiamo grossi conflitti a fuoco".