Ammonterebbero ad oltre 20 milioni di euro i danni nel Bellunese in seguito al maltempo. Il conto è stato presentato mercoledì da sindaci e provincia di Belluno al sottosegretario all'emergenza, Guido Bertolaso.
Dalla Regione Veneto intanto, annunciati dall'assessore regionale Oscar De Bona, arrivano 900mila euro per fronteggiare lo "stato di crisi". Il capo della protezione civile ha invitato a non abbassare la guardia soprattutto sulle slavine che incombono su molti canaloni.
"Stato di crisi" per il Bellunese
Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ha dichiarato lo "stato di crisi" conseguente alle eccezionali avversità atmosferiche abbattutesi sulle province di Belluno, Venezia, Vicenza e Rovigo dal 28 novembre al 1. dicembre. Con la firma apposta sul decreto, il governatore veneto ha stanziato la somma complessiva di 900mila euro a favore delle amministrazioni locali dei territori che hanno subito danni alle infrastrutture e della società Veneto Strade che ha dovuto noleggiare e acquistare attrezzature.
Non solo: il presidente Galan ha trasmesso subito al Governo centrale la richiesta del riconoscimento dello "stato di calamità" e il documento oggi è già all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio dei ministri. Il provvedimento assunto dal presidente veneto è la conseguenza dell'attento monitoraggio degli eventi seguiti ora dopo ora dalle Prefetture e dall'assessore regionale alla Protezione civile, Elena Donazzan, affiancato dall'assessore De Bona competente per le Funzioni amministrative della provincia di Belluno.
«L'odierno decreto presidenziale – commenta con soddisfazione De Bona – è il frutto dell'impegno profuso con tempestività da molte persone responsabili le quali hanno fronteggiato con celerità l'emergenza. Particolare vigilanza è stata prestata nella Prefettura di Belluno dove è stato subito costituito un tavolo, riunitosi diverse volte, coordinato dal prefetto Provvidenza Delfina Raimondo, che ringrazio. Fin dalle prime avvisaglie di pericolo infatti, è stata dedicata la massima vigilanza al susseguirsi degli eventi. Particolare attenzione è stata rivolta dal dirigente della struttura regionale competente, l'ingegner Mariano Carraro. In questo modo è stato possibile attivare velocemente gli organismi del soccorso che hanno fronteggiato immediatamente le situazioni di rischio e disagio causati dall'eccezionale maltempo».
«Sono particolarmente soddisfatto – aggiunge De Bona – anche perché l'impegno finanziario decretato dal governatore per far fronte ai danni provocati dal perdurare del maltempo va bel al di sopra delle richieste inoltrate dal territorio».
L'assessore De Bona spiega che l'eccezionale avversità meteorologica è stata causata da una depressione mediterranea accompagnata da correnti di aria umida che hanno portato sul Veneto un fronte nuvoloso che ha innescato le condizioni di pericolo. I fiumi in alcuni tratti in pianura sono esondati, si sono verificati smottamenti degli argini con conseguenti allagamenti. Nelle zone alpine e prealpine le eccezionali nevicate hanno provocato danni soprattutto alle infrastrutture della viabilità, delle telecomunicazioni, dell'energia, oltre che comportare l'isolamento di interi centri abitati e pesanti e diffusi disagi alle popolazioni.
Nuova valanga sul serva
I soccorritori si sono trovati di fronte una massa imponente di neve. Partita con un fronte di 500 metri sul versante sinistro del monte la valanga si e' incanalata tra le rocce fino a fermarsi poco sopra il rifugio Col di Roanza.
Le squadre del Soccorso alpino di Belluno, Alpago e Longarone, hanno bonificato con Arva, sonde e due unita' cinofile, circa 80 metri di strada asfaltata investita dalla valanga, escludendo la presenza di persone coinvolte.
Il forte rischio di ulteriore distacchi ha poi impedito di proseguire oltre con la bonifica. La strada e' chiusa e l'invito del soccorso alpino invita fortemente a non avvicinarsi per il pericolo di altre valanghe. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri e Polizia provinciale.