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Roma (Adnkronos) – Si sono tenuti alla presenza delle massime autorità dello Stato, i funerali solenni per le vittime del versante marchigiano del terremoto. “Questo è il saluto della comunità per le nostre vittime, a cui uniamo nel ricordo i fratelli di Accumoli a Amatrice perché siamo un’unica famiglia”, ha detto il vescovo Giovanni D’Ercole, aprendo la cerimonia.
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Intanto continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Protezione civile, sono infatti salite a290 le vittime, 224 delle quali ad Amatrice, dove nelle ultime ore sono stati recuperati altri tre corpi. Sono 388 i feriti ospedalizzati. Rispondendo a chi gli chiedeva se le tre nuove vittime estratte dalle macerie ad Amatrice fossero state trovate sotto l’hotel Roma, il vice capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha spiegato: “Non ho un dato sull’hotel Roma, abbiamo il dato ufficiale della prefettura”. Sempre la Protezione civile riferisce che sono circa 2.500 le persone rimaste senza casa.
Accumoli, suolo abbassato di 20 cm
Funerali – Si sono alla presenza delle massime autorità dello Stato, i funerali solenni per le vittime del versante marchigiano del terremoto. “Questo è il saluto della comunità per le nostre vittime, a cui uniamo nel ricordo i fratelli di Accumoli a Amatrice perché siamo un’unica famiglia”. Così il vescovo Giovanni D’Ercole, aprendo i funerali.
35 bare per i funerali solenni: ad Ascoli è il giorno del lutto
“Cari amici, in questi giorni abbiamo sofferto, sperato e pianto insieme. Ora è arrivato il momento della speranza. Molti mi hanno detto ‘che si fa ora?’ Quante volte l’ho sentito dire. E’ una domanda oggi senza risposta. La risposta forse è il silenzio, e la pace e per me la preghiera”. Così il vescovo Giovanni D’Ercole, celebrando i funerali solenni per le vittime del terremoto. “Questa notte – dice – ho rivolto questa domanda a Dio, gli ho presentato l’angoscia di tante persone, queste persone strappate da loro famiglie, sventrati dal terremoto. Che faranno?”.
“Non abbiate paura, non vi lasceremo soli”. Così ancora D’Ercole, ricalcando le parole di Papa Wojtila. “Io non vi abbandono – dice rivolgendosi ai familiari delle vittime – ma voi non perdete il coraggio, perché solo col coraggio potremo ricostruire le nostre case e le nostre chiese. E ridare la vita alle nostre comunità”.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella subito la conclusione della funzione religiosa ha raggiunto le bare delle vittime marchigiane del terremoto per un saluto con i familiari. Il Capo dello Stato ha distribuito strette di mano, fermandosi per qualche minuto con tutte le famiglie colpite dalla tragedia della perdita.
“Presidente, non ci abbandonate. Vi prego, non lasciateci soli”. Così un giovane si è rivolto a Mattarella. “No, state tranquilli – la risposta del presidente – non vi abbandoneremo”. Il capo dello Stato si è poi fermato a confortare per qualche minuto il giovane, visibilmente scosso.
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“Noi ci siamo e ci saremo, mi raccomando alla tenuta psicologica delle comunità che è fondamentale”. Così il premier Matteo Renzi a un gruppo di sindaci marchigiani al termine dei funerali.
“L’idea dei bambini mi distrugge. Mi dispiace tanto, tantissimo”. Così Agnese Renzi, scossa dai singhiozzi, si rivolge a una donna della protezione civile al termine dei funerali solenni nella palestra di Ascoli.
Mattarella – “Grazie per quello che fate”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ribadire il suo ringraziamento ai soccorritori nella sua visita ad Amatrice. Dopo aver attraversato la zona rossa e aver visitato il Coc, Mattarella, accompagnato dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, e dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, si è diretto alla tendopoli. Il capo dello Stato si è poi recato ad Accumoli. Come nella tappa precedente, effettuata in forma strettamente riservata, Mattarella ha visitato brevemente il borgo, per incontrare poi il personale che sta assistendo le famiglie alloggiate nella tendopoli, allestita ai margini del centro abitato.
“A Mattarella ho detto: ‘lei potrebbe essere ricordato come il presidente della ricostruzione a tempo di record. Non si lasci sfuggire questa chance'”. Così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, racconta a Rainews24 l’incontro con il presidente della Repubblica. “Lui può diventare il presidente del record – ha ribadito Pirozzi-. Sarebbe il coronamento dei un impegno politico di tanti anni”. Prima di decollare nuovamente in direzione di Accumoli, Mattarella ha abbracciato il sindaco, che lo ha accompagnato per tutto il tragitto nella città demolita.
Il Procuratore – “No, quanto accaduto non può essere considerato solo frutto della fatalità. L’esperienza e la logica ci dicono che, ad Amatrice, le faglie hanno fatto tragicamente il loro lavoro. E questo si chiama destino. Ma se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati”. A parlare, in un colloquio con Repubblica, è il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva.