Altra operazione condotta a Storo dal Servizio Foreste e fauna in collaborazione con il Custode forestale di zona ed il personale dell’Associazione Cacciatori Trentini
Trento – Lacci e tagliole per la cattura di ungulati, e poi reti, archetti e bastoncini invischiati per catturare uccelli: il solito armamentario del bracconiere. Per la seconda volta in pochi giorni il personale del Servizio Foreste e fauna, in collaborazione con il custode forestale di zona e quello dell’Associazione Cacciatori Trentini, hanno portato a termine un’altra positiva azione antibracconaggio. La zona è quella di Storo, più precisamente località Tonolo e ad essere sorpreso con le mani “nei lacci”, è un residente. L’episodio risale a qualche sera fa e vale la pena di essere raccontato nei dettagli.
A scoprire la presenza nel bosco delle trappole, davvero ben nascoste, è stato il custode forestale di zona: due i lacci attivi per la cattura di ungulati che il bracconiere aveva collocato in località Tonolo, nel comune di Storo, ad una ventina di metri l’uno dall’altro, sulla sede di un sentiero percorso dagli animali selvatici che dal bosco porta verso i prati vicini.
I lacci erano stati posizionati con estrema perizia e camuffati con rami e rametti sistemati con cura in modo da indurre l’ungulato che percorresse il sentiero ad infilare la testa nel cappio. Gli stessi sono stati subito disattivati dal custode, simulando il maldestro passaggio di un animale.
Il personale della Stazione Forestale di Condino si appostava quindi nelle vicinanze dei lacci sin dalle prime ore del giorno successivo. Verso le ore 8 sopraggiungeva da valle con la propria auto una persona, poi risultata residente a Lodrone, che, dopo aver parcheggiato l’auto davanti casa, scendeva direttamente verso i lacci. I forestali che si trovavano appostati nei paraggi, hanno così potuto osservare chiaramente, anche con l’ausilio del binocolo, l’uomo che riattivava con cura i lacci, dispiegando il cordino metallico e ripristinando anche la mimetizzazione di rami e rametti posti ai lati.
Subito dopo lo stesso saliva verso casa, ignaro che avrebbe trovato ad attenderlo il custode forestale ed il guardiacaccia che gli hanno immediatamente chiesto di mostrare tutti i lacci al fine di scongiurare possibili catture. Accertato che i lacci posizionati sul terreno erano solo quelli già individuati, subito asportati e sequestrati, custode, guardiacaccia e forestali salivano quindi ad una vicina “casa da mont” e procedevano ad una perquisizione: nella baita venivano rinvenute due tagliole per la cattura di animali, due reti per la cattura di uccelli, 12 lacci, 35 trappole e 136 archetti per la cattura di uccelli di piccola taglia, mentre in altre parti dell’edificio sono stati trovati una notevole quantità di spaghi predisposti per armare archetti per la cattura di uccelli, 10 lacci del tutto simili ai precedenti, 30 ferri elastici che si utilizzano per la costruzione degli archetti, un’altra tagliola per la cattura di animali, un contenitore in legno con 9 bastoncini invischiati (panie) per la cattura di uccelli di piccola taglia, ed altre 54 non ancora invischiate. Gran parte dei lacci rinvenuti nell’abitazione e anche quelli sequestrati in bosco presentavano peli di animale impigliati tra le spire, segno che tali dispositivi erano già stati usati per la cattura di animali.
Il materiale, essendo di detenzione illecita ai sensi della L.P. 24/91, è stato sottoposto a sequestro amministrativo ed è stato elevato il relativo processo verbale.