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Trentino, oltre 500 denunce per violenza

Circa due terzi delle denunce raccolte contiene un solo reato, mentre il rimanente include due o più reati. I reati più diffusi: minacce (182), ingiurie (121), lesioni personali (110). 75 i casi di molestie, 61 i maltrattamenti in famiglia, 30 le violenze sessuali tentate o consumate.   In 211 casi l’autore della violenza è il partner, in assoluto il primo autore di violenze. Solo il 13% delle denunce riguardano atti di violenza commessi da persone sconosciute alla vittima. Il 75% delle vittime sono di cittadinanza italiana, il restante 25% non italiana. 
 
La raccolta delle denunce per reati ascrivibili a casi di violenza di genere, effettuata dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere, rappresenta l’esito di una collaborazione tra Provincia, Commissariato del Governo e Forze dell’ordine, sancita formalmente lo scorso 24 luglio con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa “Per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere in Provincia di Trento”. La raccolta dei dati è avvenuta con la supervisione scientifica del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento e rappresenta una delle primissime esperienze in tal senso a livello nazionale. 
 
"Due i problemi fondamentali che si incontrano su questo terreno delicato – ha detto l’assessore Beltrami – la scarsità di dati e il mancato coinvolgimento della società civile. Su entrambi i fronti il Trentino, con questa ricerca, dimostra di avere qualcosa da dire. Il cammino, comunque, continua: a gennaio il protocollo con cui è partita la collaborazione fra i diversi attori sarà esteso anche alla polizia locale, ed entro la fine dell’anno verranno istituite le case rifugio previste per legge, sette alloggi per circa una ventina di posti letto, prevedendo di ospitare anche bambini. Inoltre andremo a fare maturare una ulteriore proposta per la presa in carico di alcune categorie particolarmente fragili, come le donne vittime della tratta."
 
Le denunce rappresentano naturalmente solo la punta di un iceberg: su scala europea e nazionale si stima che esse riguardino appena il 6-7% del totale delle violenze di genere, e il Trentino non si discosta significativamente dalla media nazionale. Esiste, insomma, un universo nascosto, che fatica a venire alla luce, per complessi ordini di ragioni, anche culturali.

Il trend che emerge, nel corso degli anni, è fino ad oggi abbastanza lineare. Preoccupa il fatto che ancora molte donne faticano a sporgere denuncia, vuoi per timore dello stigma sociale, vuoi anche, come sottolineato dalla Consigliera di parità Eleonora Stenico, per sfiducia nei confronti del sistema della giustizia, unita alla paura di eventuali ritorsioni. Per quanto riguarda le denunce sui luoghi di lavoro, ad esempio, "credo che i dati siano sottostimati – ha detto la Stenico – a causa della pesante soggezione che le lavoratrici vivono nei confronti del datore di lavoro."
 

Un’altra "pista" possibile emersa nel corso del dibattito riguarda gli uomini autori delle violenze. Secondo la Commissione per le pari opportunità è necessario mettere in campo iniziative anche nei loro confronti, vincendo se necessario le ovvie resistenze, compresa quella a riconoscere l’esistenza stessa di una violenza in un comportamento che molti, purtroppo, continuano a considerare "normale". 
Categories: NordEst
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