Inaugurato alla presenza del ministro della Giustizia
Angelino Alfano e di numerose altre autorità il nuovo carcere di Spini di Gardolo. Alla cerimonia presente anche il presidente della Provincia autonoma di Trento
Lorenzo Dellai che ha sottolineato "la leale collaborazione fra istituzioni, che ha reso possibile la realizzazione di questa importante infrastruttura, e il senso di responsabilità manifestato da una terra dall’Autonomia molto speciale quale è il Trentino."
Il ministro Alfano a sua volta ha sottolineato come nella giornata di oggi sia stata suggellata "una concordia istituzionale la quale rappresenta un modello di collaborazione che questa terra così laboriosa può esportare nel resto d’Italia, una collaborazione che va al di là delle appartenenze politiche, perché le istituzioni non hanno colore." Il carcere di Spini, ha detto ancora Alfano, rappresenterà, sia sotto il profilo infrastrutturale e tecnologico, sia sul piano gestionale, "un modello per le altre case circondariali che si andranno a realizzare in Italia in virtù del Piano straordinario delle carceri varato dal Governo". Il ministro ha concluso il suo intervento annunciando la firma dell’atto di chiusura del carcere di Rovereto, i cui detenuti saranno quindi fatti confluire a Trento.
Folla stamani a Spini di Gardolo per l’apertura del nuovo carcere, al termine dei lavori durati circa 3 anni e 8 mesi. La struttura – classificata "di media sicurezza", cioè destinata a coloro che non debbano scontare più di 5 anni di pena – ospita già ora circa 150 detenuti; l’impegno del Governo è di valorizzare il carattere di "modello" che questa realtà assume per il resto del Paese, anche a fronte del nuovo Piano straordinario che prevede la realizzazione di 11 nuovi istituti di pena e di 20 nuovi padiglioni in carceri già esistenti, come spiegato dal Capo dipartimento dell’amministrazione della polizia penitenziaria Franco Ionta. Da qui l’impegno, sottolineato dal ministro Alfano, a garantire al carcere di Spini l’intera dotazione di personale di cui abbisogna (anche a fronte del prossimo trasferimento delle detenute del carcere di Rovereto), e di mantenere il suo affollamento entro livelli che garantiscano lo svolgersi al suo interno di quelle funzioni rieducative che sono previste anche dalla nostra Costituzione.
"Si inaugura una struttura di cui siamo orgogliosi – ha detto il presidente Dellai nel suo indirizzo di saluto, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, compresa la comunità di Gardolo – , una struttura dietro alla quale c’è innanzitutto un’idea di leale collaborazione fra le istituzioni, conformemente da quanto auspicato anche dal nostro capo dello Stato. Quando si è molto autonomi, come il Trentino, si deve essere anche molto responsabili; questa realizzazione testimonia proprio del senso di responsabilità che il Trentino nutre nei confronti del resto del Paese. Dietro al nuovo carcere vi è però anche un’idea di giustizia, che ritroviamo nel Protocollo che sigliamo oggi, come Regione, con il ministro Alfano, per garantire maggiore efficienza agli uffici giudiziari che operano in Trentino Alto Adige. Infine, dietro a quest’opera vi è un’idea precisa della pena e del carcere.
Ci ostiniamo infatti a rimanere fedeli all’idea che esse servano al recupero sociale del detenuto. Per questo è necessario che una struttura del genere, anche logisticamente, venga pensata in un certo modo. Siamo contenti dell’impegno assunto dal ministro di rimanere fedele a questa impostazione e ci auguriamo che vengano presto risolti anche i problemi relativi alla dotazione di personale. Infine, vogliamo sottolineare la disponibilità del territorio a collaborare, con le sue associazioni di volontariato, a tutte le iniziative che rendano possibile il recupero, nei detenuti del carcere di Spini, di una cultura della legalità e della piena cittadinanza."
"Sono lieto di essere qui oggi – ha detto invece il ministro Alfano – perché solitamente i politici vengono inviati alla cerimonia di posa della prima pietra di una infrastruttura, spesso senza la certezza riguardo ai suoi tempi effettivi di realizzazione. Qui inauguriamo invece un carcere modello, che rappresenta un segno di speranza. Un carcere che, così concepito, renderà anche più agevole il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, grazie fra l’altro all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia." Alfano ha quindi ringraziato il presidente Dellai per la leale collaborazione fra le istituzioni provinciali e il Governo, che sta a dimostrare come, al di là delle appartenenze politiche, le Istituzioni "non hanno colore."
In chiusura della cerimonia il ministro Alfano, giunto a Trento assieme al sottosegretario del Ministero della Giustizia Elisabetta Casellati, ha annunciato la firma dell’atto ufficiale della chiusura del carcere di Rovereto.