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Trento, Consiglio provinciale in aula: vivace confronto sul futuro del Trentino, conclusa discussione

Tonini invita tutti a tifare per il Trentino. Fugatti difende Valdastico e Valsugana

Trento – Particolarmente vivace il confronto sul futuro della Provincia di Trento, dopo le recenti elezioni provinciali. Ecco la sintesi dei lavori, dopo la relazione programmatica del presidente Fugatti.

Degasperi (5 stelle): troppi i temi ignorati e trascurati da Fugatti.

Degasperi ha osservato che il continuo elogio della brevità delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Provincia ha senso solo nella misura in cui le parole da lui pronunciate si tradurranno in azioni. A suo avviso nella relazione del presidente, anche se non poteva esserci tutto, c’è ben poco. C’è ben poco ad esempio in materia di sanità, dove Fugatti ha rivendicato il merito della riapertura del punto nascita dell’ospedale di Cavalese che invece è riconducibile ad un percorso iniziato in precedenza e dove non è certo da considerare positivo il sacrificio di chirurgia. Nulla ha poi detto Fugatti sull’appalto più importante e atteso in questo settore: quello sul Not e se si condivide o meno il metodo, a suo dire costoso e dannoso, del project financing. Neppure il presidente ha parlato di rete ospedaliera e del bilancio della sanità trentina assorbito per metà dai nosocomi di Trento e di Rovereto. Nulla di nuovo ha detto per Degasperi il presidente nemmeno in materia di medicina territoriale e sul problema dei medici che scappano dal Trentino. Silenzio anche su Protonterapia. Quanto alle infrastrutture per Degasperi è clamoroso che nemmeno una riga sia stata dedicata da Fugatti alla mobilità ferroviaria, mentre la Giunta provinciale punta allo sbocco nel Trentino dell’autostrada della Valdastico destinata a generare ancor più traffico ed inquinamento. Valdastico che interessa al Veneto ma che è osteggiata dall’Alto Adige. Per il consigliere pentastellato la visione del Trentino che emerge dalla relazione programmatica di Fugatti privilegia la mobilità su gomma dei privati anche con il raddoppio delle corsie lungo la statale della Valsugana. Degasperi ha chiesto a cosa serve perseguire l’obiettivo della nuova autostrada se con il potenziamento della Valsugana i mezzi pesanti continueranno a preferire quest’ultima perché più breve e conveniente. Degasperi ha contestato anche il silenzio di Fugatti sulle ferrovie di valle e sul progetto della nuova linea del Brennero per i treni ad alta velocità. Impossibile a suo avviso immaginare che il tunnel dell’alta velocità ferroviaria sbuchi dalla galleria proprio a Marco di Rovereto dove dovrebbe fuoriuscire anche l’autostrada proveniente dalla Valdastico. Quanto allo sviluppo economico, Degasperi ha chiesto se la nuova Giunta pensa di sostenere ancora le imprese con i contributi pubblici, cosa intende fare per le start up e a quale politica fiscale si miri.

Anche per quanto riguarda Informatica Trentina e di Trentino Network la relazione programmatica di Fugatti non si esprime. Il presidente ha invece accennato al credito, ma non ha chiarito cosa la Giunta pensa di fare di Mediocredito, unica banca pubblica del nostro territorio che il precedente governo provinciale di centro sinistra voleva vendere. E ha concluso sollecitando l’esecutivo a chiedere al ministero dell’interno un potenziamento delle forze dell’ordine anziché ingaggiare guardie giurate per garantire ai cittadini maggiore sicurezza.

Coppola: “Relazione troppo sintetica. L’aula è il luogo del confronto”.

Lucia Coppola (Futura 2018) ha lamentato che la sinteticità della relazione del presidente non permette di capire bene le intenzioni del governo provinciale e ha rivendicato l’importanza delle parole “che devono sostenere un pensiero” e del confronto in aula con le minoranze. Sui migranti Coppola ha ricordato la riduzione degli sbarchi verificatasi già nel 2017 grazie alle misure adottate dal ministro Minniti, mentre la progressiva criminalizzazione delle ONG che li soccorrevano in mare ha determinato l’aumento dei morti, che dall’inizio di quest’anno sono stati 1.600. Coppola ha poi criticato la contraddittorietà delle iniziative dell’attuale governo, che da un lato si propone di lottare contro la clandestinità e il traffico di esseri umani mediante la concessione di visti umanitari per permettere ai migranti di raggiungere i paesi dove vogliono arrivare con una domanda di asilo, e dall’altro si schiera contro il trattato di Dublino che impone l’accoglienza ai Paesi in cui queste persone arrivano. Non è così, a suo avvio, che va governato il fenomeno.

Tonini (Pd): sulle infrastrutture attenti a non dipendere dall’area padana.

Giorgio Tonini (Pd) ha sottolineato quanto sia importante per maggioranza e minoranza, per chi governa e per chi sta all’opposizione – ed entrambi gli schieramenti devono rammentare che la loro funzione è sempre reversibile e protempore – “che in quest’aula si faccia tutti il tifo per il Trentino”. Vi sono a suo dire questioni di tale portata storica, geopolitica, strategica e sociale – come ad esempio la questione climatica o quella demografica – che nessuno può dire di avere la ricetta per risolvere i problemi. “Fare il tifo insieme per il Trentino vuol dire aiutarsi gli uni e gli altri a cogliere il senso di queste sfide e aiutarsi ad affrontarli sia pur nella distinzione dei ruoli di chi sta al governo e di chi sta all’opposizione. Ma sempre dentro questa comune responsabilità”. Tonini ha evidenziato che chi ha perso le elezioni deve fare esercizio di umiltà e mortificazione ma anche esercitare in aula una funzione di controllo e di critica costruttiva nei confronti di chi governa, attraverso il confronto e il contraddittorio. Chi invece da minoranza diventa maggioranza deve sapere di avere la responsabilità di governare e che “il gioco dello scaricabarile è finito. Non si può continuare a fare l’opposizione al governo che c’era prima e che è stato già sconfitto. Tocca alla nuova maggioranza l’onore e l’onere di governare accettando la funzione critica esercitata dalla nuova opposizione”. Opposizione che dev’essere di merito e contribuire ad affrontare i problemi del Trentino. Contributo che starà poi alla maggioranza utilizzare o meno. “Non pretendiamo di farvi né la morale né di darvi lezioni – ha aggiunto Tonini – ma abbiamo la responsabilità di darvi idee e di formulare proposte, come pure di avanzare critiche. Alla fine saranno gli elettori a decidere chi avrà avuto ragione o torto”. “Da questo punto di vista – ha proseguito – noi giudichiamo la relazione del presidente Fugatti una falsa partenza”. Perché “la brevità di una relazione programmatica – ha osservato – non deve andare a scapito della visione che deve contenere”. Su questo punto tutte le minoranza si sono trovate d’accordo. Nella relazione di Fugatti si colgono per Toni “tre strati”. Il primo è il riconoscimento da parte del presidente che il Trentino è stato ben governato non per merito delle giunte provinciali precedenti, ma perché c’è lo “zoccolo duro” di una tradizione di buon governo riconosciuta da tutti anche nel resto d’Italia. Il secondo aspetto della relazione di Fugatti riguarda i due elementi di carattere simbolico – il presepe e il crocifisso – che per Tonini sono però simboli che unificano il Trentino e “sui quali quindi sarebbe meglio non cercare di dividere”. Un altro tema fortemente identitario introdotto da Fugatti riguarda il nesso tra sicurezza e l’immigrazione, sbagliando però a ridurre il primo fenomeno al secondo e il secondo al primo. Anche Tonini ha ricordato sull’argomento migranti i meriti del governo Gentiloni che ha contribuito prima delle iniziative del ministro Salvini a ridurre i flussi migratori verso l’Italia. Italia che per Tonini è invece arretrata per quanto riguarda la gestione dei rimpatri, perché non vi sono stati accordi con i Paesi rivieraschi lungo la sponda sud del Mediterraneo. Quindi a suo avviso, è anche su questo tema che ci si può dividere in modo strumentale, oppure decidere di affrontare insieme una sfida epocale. “Questioni di questa portata non si risolvono con la propaganda e men che meno isolando l’Italia in Europa, ma solo con una concertazione a livello europeo e mediterraneo”.

Il terzo strato del programma di Fugatti, secondo il capogruppo del Pd, è il rischio di una dipendenza da una visione altrui. La relazione di Fugatti ha dato quest’impressione sul tema delle infrastrutture. Certo, con i nostri vicini dell’area padana occorre dialogare e stabilire relazioni, ricordando però che i loro interessi sono diversi dai nostri. Non tener presente questo è per Tonini il principale pericolo che corre oggi l’autonomia. Autonomia che si può ridurre ad un’amministrazione di risorse “speciali”, rischio a suo avviso già corso in passato, oppure essere un esercizio di autogoverno. Questa seconda è una visione politica dell’autonomia che, appunto, non significa solo amministrazione ma capacità di operare scelte strategiche. In un’ottica anche regionale ed euroregionale attorno all’asse del Brennero, dalla valle dell’Inn fino aIn questi progetti saranno coinvolti i sindaci dei Comuni interessati, con i quali Fugatti ha detto di aver già parlato dell’argomento. E questo avverrà a prescindere dalla loro appartenenza politica. Quando si arriverà a discutere realmente di un progetto della Valdastico coinvolgeremo sicuramente i sindaci della valle dell’Adige. Quest’area ha una sua autonomia, stroia e vocazione e occorre che dialoghi con la pianura che sta al nord e con quella a sud, portando avanti un suo pensiero autonomo. Per Tonini “la vera sovranità non è quella che concentra in uno stato nazione ma quella che si condivide ad un livello più alto, europeo, per poter affrontare la scala dimensionale che oggi hanno i problemi”. “La sovranità dev’essere anche partecipata ad un livello più basso, secondo il principio di sussidiarietà. Autonomia vuol dire partecipare della sovranità e non solo amministrare un bilancio straordinario per dimensioni”.

Tonini è poi entrato nel merito di alcuni temi strategici toccati dalla relazione di Fugatti.

Autobrennero: a suo avviso la questione non va affrontata dalla coda, come è talvolta accaduto, vale a dire partendo dal tema della concessione, ma dalla testa, cioè partendo dalla volontà di partecipare al potere della concessione. Come? Ponendoci il problema di una possibile norma di attuazione. In questo senso Tonini ha annunciato che alla conferenza dei capigruppo di domani proporrà che il presidente Fugatti fornisca un’informativa all’aula, per discutere insieme sul da farsi.

Asse ferroviario del Brennero: per Tonini quest’opera colossale costituisce anche un laboratorio di ricerca e innovazione che costituisce un gigantesco volano per la ricerca. “Tante piccole opere sono importanti ma non ti fanno fare un balzo in avanti dal punto di vista della conoscenza, come è accaduto agli americani dopo essere andati sulla luna. Studiare come si deve traforare il Brennero è una cosa talmente complicata che se ci si riesce si fa fare un balzo in avanti a tutto il sistema industriale”. Se l’industria autostradale faceva innovazione nel 1961, oggi questa proviene dalla realizzazione di questa grande arteria ferroviaria. Associato a questo grande progetto c’è anche il ridisegno del piano urbanistico provinciale e dei collegamenti con le valli.

Valdastico e Valsugana. Su questi due progetti infrastrutturali secondo Tonini il presidente della Provincia doveva essere più prudente e non metterci la faccia come ha invece scelto di fare . ha criticato la volontà di fare. Per la Valsugana è giusto pensare di mettere in sicurezza questa strada statale ma puntare alle quatttro corsie vuol dire favorire solo gli interessi del Veneto. Anche il prolungamento dell’A31 in Trentino con sbocco a Rovereto, si tratta per Tonini di un progetto inutilmente ed eccessivametne costoso anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, quando sarebbe più sensato puntare su Verona e sul suo interporto, dove in futuro dovrà transitare il grosso del traffico. Che senso ha – ha chiesto il capogruppo del Pd – un’autostrada costruita solo per dare ai camion la possibilità di evitare Verona, quando tra 10 anni l’asse ferroviaria del Brennero ridurrà il traffico pesante da e per il confine?

Questione demografica. Per Tonini è il problema primario per il Trentino che non sopravviverà altre due generazioni con l’attuale tasso di denatalità. Occorre aiutare allora le famiglie che non fanno figli per ragioni socio-economiche, per metterle nelle condizioni di poterli fare. Questo richiede un ripensamento del modello di welfare attuale, che pone anche la questione delle risorse. Per sostenere il welfare servono livelli produttivi e occupazionali adeguati. Nel Trentino per Tonini esiste anche una questione salariale preoccupante. Vi sono però a suo avviso spazi di miglioramento se la Provincia affronterà questo tema insieme alle organizzazioni sindacali e alle forze imprenditoriali. Si tratta di alzare il livello di produttività. In tal senso Tonini ha concluso giudicando “interessante” la sfida lanciata dall’assessore Failoni per un’offerta turistica di qualità.

La replica di Fugatti: alla “visione” preferisco umiltà, ascolto e pragmatismo.

Nella sua replica conclusiva il presidente Fugatti, rimasto in aula ad ascoltare tutti gli interventi, ha esordito ringraziando tutti per l’impegno ed in particolare i consiglieri di minoranza. Ha risposto a Tonini dicendo che quando si vince occorre fare un esercizio di umiltà, e di apprezzare per questo anche l’intervento di Olivi. “Credo che chi vince debba essere umile. E non è detto – ha aggiunto – che in una relazione programmatica ci dev’essere per forza una visione. Umiltà può voler dire essere anche un po’ pragmatici. Altrimenti la visione rischia di rimanere tale. Nessuno di noi ha la bacchetta magica per risolvere i problemi. Ciò non vuol dire che non si abbiano idee o una prospettiva, ma per chi inizia un’esperienza di governo è meglio muoversi con i piedi di piombo. Se poi qualche tema non è stato affrontato non cerco scuse”, ha aggiunto Fugatti. “Il futuro dirà se la visione c’è oppure no, se la capacità di portare avanti certi obiettivi c’è oppure no”. Fugatti ha poi sintetizzato le 12 cartelle di appunti presi durante il dibattito sulla sua relazione. E ha citato le osservazioni critiche ma anche i punti condivisi emersi dagli interventi dei consiglieri. Ma ecco i macro-temi sui quali ha offerto alcune precisazioni.

Infrastrutture. Sulla Valdastico e la Valsugana Fugatti si è detto orgoglioso di aver riportato al centro dell’attenzione l’argomento viabilità. In particolare per quanto riguarda il problema della statale della Valsugana, a suo avviso trascurato nel recente passato. “Credo – ha detto – di aver sdoganato anche il tema della Valdastico, sulla quale crediamo di aver affermato che al Trentino serve”. E ha precisato: “L’uscita a Rovereto sud ha due finalità: quella del collegamento, ma anche quella di un territorio che interessato a questa infrastruttura, visto che nelle altre ipotesi di sbocco questo interesse territoriale invece non c’è. La prossima settimana andremo a Roma per verificare se si potrà elaborare un progetto sulla base di questa idea”.

Per i progetti Valsugana e Valdastico il presidente ha garantito il coinvolgimento dei sindaci dei Comuni interessati, con cui ha ricordato di aver già parlato dell’argomento. E questo – ha assicurato – a prescindere dalla loro appartenenza politica”.

Tunnel ferroviario del Brennero. Fugatti ha ammesso di non averne parlato nella sua relazione, ma ha anche criticato le Giunte precedenti per aver perso tempo e non aver importato in questi ultimi 10 anni come ha invece fatto la Provincia di Bolzano delle ipotesi di infrastrutture complementari al tunnel. Non vorrei che avessimo perso degli anni su questo tema rispetto all’Alto Adige negli ultimi 10 anni. “Non ci risulta che in passato attorno a questo progetto sia mai stato ipotizzato nulla”.

Presepe e famiglia. Fugatti ha detto di non capire perché questi riferimenti abbiano suscitato tanto scandalo visto che si è trattato di un semplice “invito” rivolto dall’assessore Bisesti ai dirigenti scolastici. “Vi saranno istituti che accoglieranno quest’invito e altri dove non sarà accolto. Saranno poi i genitori a valutare. Essere laici – ha osservato Fugatti – non vuol dire essere laicisti. Il presepe fa parte della storia del Trentino e delle nostre tradizioni da sempre”.

Salute. Fugatti ha ribadito che per la nuova Giunta la sanità nelle valli è molto importante e che quindi non valeva la pena risparmiare un milione di euro con il taglio delle guardie mediche in alcune zone. Questo servizio – ha aggiunto – va lasciato.

Residenza Fersina. Fugatti si è detto convinto di aver dato un messaggio molto chiaro su questo punto, come pure per sostenere e rinforzare le forze dell’ordine.

Consumo del territorio, ambiente e sostenibilità. Fugatti ha ammesso che un passaggio in più su questi punti nella sua relazione “forse ci stava”, ma ha anche lamentato l’eccesso di ambientalismo che negli ultimi decenni ha paralizzato ideologicamente il Trentino, che per questo oggi si ritrova indietro. Fugatti ha ricordato che su questi punti la Giunta ha risposto a 10 richieste delle associazioni di categoria del Trentino e che anche l’unificazione di alcune competenze negli assessorati (turismo, commercio e artigianato a Failoni e sviluppo e ricerca a Spinelli) risponde a precise richieste delle forze imprenditoriali e produttive del Trentino. Fra cinque anni si vedrà se sarà stato sbagliato associare la ricerca allo sviluppo economico.

Lavoro. Su questo punto per Fugatti il problema è mettere le persone nelle condizioni di lavorare. Per questo occorre mettere in campo risorse e investimenti pubblici, attività della Provincia che nel recente passato è andata calando. Si tratta allora di usare di nuovo la leva degli investimenti pubblici per far lavorare le persone.

Eccesso di burocrazia. Questo è per il presidente Fugatti il principale problema da risolvere e l’obiettivo strategico più importante a favore delle imprese e per dare lavoro. La principale richiesta del mondo produttivo è di ridurre i vincoli burocratici per permettere ai trentini di lavorare di più. Sarebbe già molto per il presidente “se la Giunta riuscisse a risolvere anche solo una piccola parte di questo problema”.

Fugatti ha poi detto di apprezzare la proposta di Coppola di un “Piano Marshall per il patrimonio boschivo” e la richiesta di prestare attenzione alle esigenze dei disabili.

Sul tema delle divise a scuola ha detto di non aver trovato un solo genitore contrario. Trilinguismo. Per Fugatti il progetto è condivisibile ma non la modalità con con è stato applicato, perché sul Clil va data più autonomia alle scuole.

Regione. Fugatti ha detto che il tema gli sta molto a cuore. La Regione negli ultimi 30 anni è stata ingiustamente svilita. “Se dovessimo entrare nella Giunta regionale – ha detto – individueremo due o tre percorsi per valorizzare la Regione. Siamo arrivati a questo punto – ha aggiunto – perché la Svp sulla Regione era abituata a decidere tutto”.

Distretto: Per Fugatti il tema delle Comunità di valle esiste. Sulle gestioni associate Fugatti ha detto che servirà una legge, ma occorrerà soprattutto dare ai Comuni la libertà di fare o di non fare le gestioni associate, evitando commissariamenti.

Sovrintendente scolastico: il tema esiste e a questo obiettivo lavoreremo.

Sede della futura società Autobrennero. Per Fugatti il problema non esiste. Ma il presidente ha condiviso la proposta di Tonini di dedicare all’argomento della concessione e delle prospettive della società una seduta consiliare ad hoc. Quanto al rinnovo della concessione, ha aggiunto: “Non siamo completamente soddisfatti di come le cose stanno procedendo. Rifletteremo insieme a Kompatscher sull’argomento per quanto riguarda gli utili e la presenza di un presidente del Comitato che ci rappresenti. Cercheremo di tenere la schiena dritta su questo tema”.

Montagna. Fugatti si è detto d’accordo con Olivi sulla proposta di scrivere insieme un patto per la montagna. “Tra gennaio e febbraio vogliamo organizzare gli Stati Generali della Montagna. Questo è un tema cruciale per il Trentino. Occorre capire che vivere in montagna è diverso rispetto a vivere in città. Anche il maltempo che ha colpito solo le valli rimette al centro questo tema. Altrimenti le valli rischiano di spopolarsi”.

Rispondendo a Rossi, il presidente ha precisato che nella relazione i riferimenti alla terza corsia dell’A22 riguardavano sempre la “terza corsia dinamica”. “Su questo tema – ha aggiunto – è chiaro che abbiamo perso tempo. E che la questione è legata alla concessione”.

Conflitto con Roma. “Se il governo dovesse fare una legge che non va bene per la nostra autonomia – ha assicurato Fugatti – non avremo problemi ad impugnare quella legge. Questo vale per l’A22 come per altri temi”.

Orso e lupo. Fugatti ha riconosciuto di non averne parlato nella sua relazione, ma ha ricordato di averne parlato – e molto – negli ultimi 10 anni. “Certo che nel governo nazionale il ministro competente non è della Lega, ma state tranquilli che quello che si potrà fare lo faremo”. E ha respinto l’affermazione di Dallapiccola secondo cui il problema non si potrà mai risolvere: “esiste una responsabilità politica di chi ha gestito questo tema negli ultimi anni in Trentino. Ora arriviamo noi e sappiamo di doverci assumere la responsabilità del problema dei 50 orsi che circolano per il Trentino”.

Fugatti ha poi respinto l’accusa di essere “neoclericale” che gli aveva rivolto Ghezzi che l’aveva definito anche nostalgico e restauratore.

Cinformi. Per Fugatti è stato “l’esempio di una volontà quasi ossessiva di dimostrare che si possono integrare gli stranieri. Se Cinformi è questo a noi non va bene”, ha detto Fugatti. Il presidente ha ricordato di aver partecipato per la prima volta al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Le autorità presenti – questore, forze dell’ordine, commissario del governo e sindaco – si sono impegnate a risolvere i problemi più scottanti per la sicurezza nel capoluogo e io ho apprezzato l’impegno”. “Se Cinformi ci aiuterà a sbrigare le pratiche burocratiche per i migranti presso la questura – ha osservato Fugatti – questo ci sta bene. In parte l’attività di Cinformi verrà sicuramente toccata”.

A De Godenz il presidente ha garantito che il tema della partecipazione trentina alle Olimpiadi invernali del 2026 è all’attenzione della Giunta.

Fugatti ha condiviso con Manica l’esigenza di puntare sugli investimenti pubblici. Circa l’alternativa gomma-rotaia, Fugatti si è detto d’accordo con l’indirizzo politico a favore dei treni, ma ha aggiunto che occorre anche tener conto che oggi il traffico pesante viaggia ancora su strada.

Disastri causati dal maltempo. Fugatti ha detto che l’evento del 29 ottobre ha richiesto risposte immediate ai Comuni e che per procurarsi le risorse necessarie al ripristino la Provincia non metterà in discussione i progetti di opere pubbliche già confermati. Progetti che quindi andranno avanti. “Quelli eventualmente sospesi – ha aggiunto – riguardano solo le nuove opere pubbliche”. In ogni caso, ha concluso, “il ministro Di Maio ha preannunciato altre risorse per il legname e gli espianti per l’inizio dell’anno prossimo.

Fugatti ha concluso ribadendo di aver affrontato queste prime settimane con una certa pragmaticità e modestia, girando molto per il territorio. Territorio che a suo avviso ha bisogno di sentire vicino chi governa, anche se non è detto che questa vicinanza si traduca subito in risposte. “Occorre poi avere anche il tempo di affrontare la situazione degli uffici”, ha concluso. “Su questo punto si tratta di superare l’autoreferenzialità”.

Prima di chiudere la seduta il presidente Kaswalder ha segnalato una nota scritta inviatagli dal consigliere Manica (Pd) per stigmatizzare il comportamento irrispettoso dimostrato a suo avviso qualche ora prima dal collega Savoi (Lega) uscendo dall’aula.

E’ scomparso padre governatore Kompatscher – E’ morto all’età di 89 anni Walter Kompatscher, il padre del governatore altoatesino Arno. La notizia diffusa dal portale news della Tageszeitung è stata confermata dallo staff del presidente. Sia padre che figlio sono stati sindaci di Fié allo Sciliar. Walter Kompatscher, fabbro e lattoniere, è stato anche cittadino onorario del suo Comune e insignito della croce di merito del Land Tirolo nel 1986. E’ stato molto attivo nel mondo delle cappelle musicali e per la manutenzione di Castel Presule. La moglie Elisabeth Rott era morta nel 2014. La coppia ha avuto cinque figli.

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