AROF: “Un posto in RSA non è un privilegio ma un diritto”
Trento – “L’Associazione Provinciale dei Rappresentanti degli Ospiti, dei Famigliari e dei Volontari delle Case di riposo del Trentino (AROF) non condivide quanto stabilito della giunta provinciale di Trento di tagliare l’1% del bilancio relativo alle Residenze Sanitarie Assistite (Case di riposo) in quanto ritiene che quella dell’anziano e dei problemi relativi alle loro famiglie siano delle priorità rispetto ad altri interventi sia interni alla sanità pubblica, sia riferiti al bilancio complessivo della provincia autonoma”.
E’ quanto sostiene in una nota il presidente di AROF, Luigi Budini, che spiega nel dettaglio quali sono le motivazioni di questa forte presa di posizione.
Servizi domiciliari e residenziali
“Il costante e progressivo aumento della popolazione anziana non autosufficiente impone di ampliare i servizi residenziali rivolti alle famiglie sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista della qualità del servizio. Solo l’implementazione di questi servizi può infatti dare risposte immediate all’anziano bisognoso e delle famiglie che non possono farsene carico (molti anziani vivono, infatti, soli).
Considerando che in prospettiva sarà necessario ampliare i servizi relativi alle strutture residenziali e semiresidenziali è necessario inoltre che la Provincia autonoma di Trento e l’Azienda Sanitaria si facciano carico di nuove risposte senza far ricadere i costi delle stesse sulle famiglie.
Resta fondamentale inoltre l’ulteriore qualificazione dei servizi domiciliari poiché con la sola erogazione di denaro non si risolve il problema dell’anziano fragile.
Qualità del servizio nelle RSA
La nostra associazione è estremamente preoccupata per la carenza di personale specializzato e di addetti alla cura dovuto al blocco delle piante organiche.
Ad aggravare la situazione c’è ora il taglio del finanziamento pubblico che ha fatto lievitare il costo delle rette a carico delle famiglie con la prospettiva di un ulteriore declassamento della qualità del servizio in ogni RSA.
E’ vero che alcune Case di riposo sono riuscite a non ritoccare le rette alberghiere grazie al ricorso a propri fondi di riserva per l’abbattimento delle rette; ma, finiti questi fondi, le rette lieviteranno comunque considerevolmente per tutti.
Non siamo assolutamente d’accordo di scaricare sulle famiglie i costi per la cura dell’anziano non autosufficiente costretto a ricorrere alla RSA e va fatto un ragionamento serio di adeguamento del fondo provinciale garantendo un’alta qualità del servizio come previsto da tutte le direttive (Carte dei diritti dell’anziano, Carta dei servizi).
L’anziano ha diritto di alta considerazione, di dignità e di rispetto anche se totalmente inabile”.