Sarà Paolo Bordon, 52 anni, originario di Rovigo, il nuovo direttore dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari
Trento – La commissione, incaricata dalla Giunta di effettuare la selezione, ha lavorato nel mese di marzo, vagliando i circa 100 curricula pervenuti alla chiusura del bando. La procedura è stata rigorosa e approfondita; la commissione ha audito i 10 migliori candidati ed ha selezionato una rosa di 6 nominativi, stilando un profilo con le caratteristiche di ognuno, tutti professionisti molto solidi. “E’ stato fatto un lavoro di valutazione molto approfondito – ha chiarito il presidente Ugo Rossi. La commissione ha sentito, uno a uno, i dieci migliori professionisti che avevano superato la prima selezione”.
“Paolo Bordon – precisa l’assessore Zeni – è quello che ha le caratteristiche migliori per guidare l’Azienda in questo momento, a cui unisce una forte motivazione per un lavoro impegnativo e sfidante. Si apre una nuova fase di rilancio della sanità trentina. Il nuovo direttore – ha detto Zeni – possiede una notevole capacità organizzativa, necessaria per questo incarico, vista la complessità della nostra azienda e del nostro territorio. Ha, inoltre, propensione all’innovazione, specie nel rapporto con il territorio, con attenzione alla cronicità, alle cure primarie, al rapporto col sociale e allo sviluppo di progetti legati a prevenzione e stili di vita. Ha dimostrato, inoltre, nel corso della sua carriera, capacità di creare squadra, unendo l’apertura a nuove professionalità alla valorizzazione di quelle presenti e propensione al dialogo e alla comunicazione nei rapporti con i cittadini, valorizzando il merito nelle scelte dei professionisti. Siamo certi che in tal modo saprà restituire nuove motivazioni agli 8000 operatori, vero cuore della sanità trentina.
C’è stata infine – ha chiarito Zeni – ampia condivisione sulla necessità di coniugare sostenibilità e capillarità dei servizi sul territorio, secondo un principio di sussidiarietà, anche tenendo conto della nostra “specialità” e diversità di disciplina nel rapporto con lo Stato”.
“Il sistema sanitario trentino è riconosciuto come di elevata qualità a livello nazionale, ed il percorso aperto e rigoroso di selezione che ho affrontato è una conferma dell’approccio serio dell’amministrazione”, queste le prime dichiarazioni del nuovo direttore generale. “Ho scelto il Trentino per l’opportunità di una sfida professionale complessa, ma appassionante: non è la semplice guida di una delle tante aziende sanitarie, ma la possibilità di lavorare su un intero sistema socio-sanitario, grazie all’azienda unica, con una visione d’insieme. Nelle prossime settimane mi confronterò con i tanti attori della sanità trentina, per costruire insieme una squadra consapevole della responsabilità che abbiamo verso i cittadini trentini”.
Bordon è stato direttore generale dell’Azienda sanitaria ospedaliera S. Maria degli Angeli di Pordenone dal dicembre 2013 al dicembre 2014. Dal gennaio 2015, ad oggi, è direttore generale della neo costituita Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 Friuli Occidentale di Pordenone.
Le esperienze del direttore Paolo Bordon
Nato a Rovigo il 01/06/63 da papà friulano e mamma piemontese, si considera friulano a tutti gli effetti avendo vissuto a Udine per la maggior parte della sua esistenza. Si è diplomato al liceo classico Jacopo Stellini di Udine e si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Trieste nel 1989. Ha prestato il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri a Torino e Trieste e la sua prima esperienza lavorativa è stata la Banca Commerciale Italiana dove ha lavorato in vari servizi amministrativi per 2 anni. Nel 1992 vince il concorso quale Consigliere giuridico presso la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia dove inizia a lavorare presso la Ragioneria generale per poi passare alla Direzione Salute dove inizia il suo percorso professionale nel settore sanitario e socio assistenziale. Nel 1996 fa parte del primo gruppo che costituisce l’Agenzia regionale della Sanità del FVG prestando servizio nell’area dell’Economia sanitaria. Nel frattempo (1996 e 1997) frequenta un corso biennale in management in sanità presso la SDA Luigi Bocconi di Milano. Risale al 1998 il suo primo incarico dirigenziale presso l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale di Pordenone divenendo Responsabile del settore Economico finanziario continuando a collaborare con l’Agenzia regionale della Sanità e supportando l’Assessorato regionale nelle riunioni tecniche al Ministero Salute e alla Conferenza Stato Regioni in materia economica.
Dal 2002 al 2004 è Responsabile della Programmazione e Controllo di Gestione e Sistemi Informativi dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 Alto Friuli di Gemona del Friuli.
Nel 2004 diventa Direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine fino a quando non gli viene assegnato dalla Regione FVG il suo primo incarico di vertice ,nel 2007, quale Amministratore Unico del Centro Servizi Condivisi del FVG (Consorzio delle aziende sanitarie e ospedaliere che provvede alla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, gestione del Call Center SSR ed altre attività amministrative).
Dal 2009 al 2013 è Direttore Generale dell’Azienda per i Servizi Sanitari n 5 Bassa Friulana di Palmanova. Durante tale periodo sviluppa in maniera significativa la rete dei servizi domiciliari ed implementa tale progettualità con accordi specifici con i Comuni del territorio. Dal dicembre 2013 al 31/12/2014 diventa Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera S Maria degli Angeli di Pordenone ed implementa il processo di riorganizzazione dei servizi ospedalieri in una logica Hub (ospedale di PN) e Spoke con i Presidi ospedalieri di S Vito al Tagliamento e Spilimbergo. Dal 1 gennaio 2015 a tutto oggi è direttore generale della neocostituita Azienda per l’Assistenza Sanitaria n 5 Friuli Occidentale di Pordenone (nata a seguito della riforma sanitaria regionale che ha accorpato le precedenti aziende territoriale ed ospedaliera in un unico soggetto giuridico) con il mandato di realizzare un nuovo ospedale hub di Pordenone e di rivedere i percorsi tra ospedale e territorio in una logica di continuità assistenziale e di presa in carico globale del cittadino.