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Turismo, scatta obbligo codice CIN per strutture ricettive: ecco come funziona

Richieste dall’1 settembre a banca dati ministero. L’obbligo di CIN riguarda tutte le locazioni turistiche e con contratto di affitto breve


 

NordEst – I titolari o gestori di strutture ricettive e di immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche possono accedere alla banca dati nazionale del ministero del Turismo Bdsr per dotarsi del Cin, il codice identificativo nazionale che deve essere esposto all’esterno delle strutture/locazioni e utilizzato ai fini promozionali, la cui acquisizione è obbligatoria.

Nel portale del ministero del Turismo sono disponibili le informazioni relative alla Bdsr e al Cin, la normativa di riferimento, le Faq, il manuale per gli operatori, i recapiti per l’assistenza e l’accesso alla banca dati nazionale. Tramite la piattaforma è possibile richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l’esposizione all’esterno delle strutture e degli immobili, ai sensi dell’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023: effettuando l’accesso tramite identità digitale, i titolari visualizzano i dati relativi alle strutture collegate al proprio Codice Fiscale, integrano le informazioni mancanti, segnalano eventuali modifiche e ottengono il CIN.

Nella fase di avvio sperimentale non sono previste sanzioni ed è consentito ai cittadini che lo desiderano di adeguarsi con anticipo agli obblighi correlati al codice identificativo. Le diposizioni contenute all’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023 saranno applicabili solo dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Avviso attestante l’entrata in funzione della BDSR su scala nazionale. L’acquisizione del CIN sarà obbligatoria entro i termini chiariti nelle FAQ dedicate.

Obbligo del CIN

Chi deve richiedere il CIN?
– I titolari o gestori delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere definite ai sensi delle vigenti normative regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano;
– i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche;
– i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi ai sensi dell’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96.

Le case religiose di ospitalità no-profit sono soggette all’obbligo di CIN?
No, qualora l’attività di ospitalità sia svolta a titolo meramente gratuito. Le libere donazioni corrisposte dagli ospiti non fanno venir meno la gratuità della prestazione offerta.

 


In breve

Pd Trentino, un ddl per contenere le locazioni turistiche. Il gruppo del Partito democratico del Trentino in Consiglio provinciale ha presentato una proposta di legge per contenere le locazioni turistiche brevi a favore di quelle residenziali. Il ddl, si propone di tutelare il diritto all”abitare, disincentivando e contenendo il fenomeno degli alloggi destinati ai turisti. “Ci sono residenti che non possono più vivere nel posto in cui lavorano. Il fenomeno va gestito”, ha spiegato il consigliere Paolo Zanella. Secondo i dati Ispat del 2023, citati dai proponenti, gli alloggi turistici in Trentino sono 13.120 per circa 57.016 posti letto, localizzati soprattutto nelle zone a maggiore vocazione turistica. Il ddl prevede la possibilità per i Comuni di determinare un limite massimo al numero di alloggi per uso turistico e case vacanza (Cav) attraverso un regime autorizzativo quinquennale,


 

Redazione:
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