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Un ponte tra Feltre e l’Europa: il liceo scientifico Dal Piaz ha ospitato gli studenti del Móra Ferenc Gimnázium di Kiskunfélegyháza

E’ l’ottavo scambio gli due istituti delle due città gemelle – sempre con il coordinamento del professor Giovanni Storti

Feltre (Belluno) – Il soggiorno feltrino dei giovani di Kiskunfélegyháza e dei loro insegnanti è durato una settimana – dal 26 al 31 marzo – e sarà ricambiato in aprile da studenti e insegnanti del Dal Piaz. Ancora una volta l’incontro è stata un’occasione di confronto tra giovani di due paesi dell’Unione europea, per scoprire i numerosi punti in comune ed evidenziare le differenze che caratterizzano le due culture, contribuendo alla formazione di una coscienza europea. Tra il tempo trascorso nelle famiglie ospitanti e assieme ai pari età italiani, gli studenti ungheresi hanno avuto modo di visitare Verona e Venezia, oltre alla fabbrica Lattebusche e alla città di Feltre e al suo territorio.

La giornata di lunedì ha visto tutti i ragazzi e gli insegnanti ricevuti in Comune dal vicesindaco Sabrina Bellumat – impegni istituzionali dell’ultimo minuto hanno impedito al sindaco Paolo Perenzin di portare il proprio tradizionale saluto – e da alcuni esponenti del Comitato comunale per i Gemellaggi di Feltre.

E proprio il Comitato comunale per i Gemellaggi di Feltre esprime il proprio profondo ringraziamento al personale docente del liceo Dal Piaz per la costanza con la quale porta avanti questi appuntamenti così importanti in un momento nel quale la comune appartenenza all’Unione europea viene messa in discussione dall’aumento dell’individualismo, dalla recrudescenza di miopi nazionalismi, che minano le basi di una convivenza sociale e civile.

Grazie al lavoro degli insegnanti e delle scuole, che affiancano quello dei Comitati e delle Associazioni per i Gemellaggi, è possibile porre un argine a questi tentativi di distruggere settant’anni di coesistenza pacifica e di fratellanza, nella consapevolezza che i gemellaggi sono sopra a tutto “il sogno per una pacifica e civile convivenza tra i popoli, pur nella diversità di razze, culture e religioni. Una diversità intesa non quale rinuncia alla propria identità, ma come momento di stimolo da comprendere a da apprezzare, perché al centro di tutto vi è l’uomo con i suoi pregi e i suoi difetti”.

Redazione:
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