X

Un Viaggio tra Uomini, Tempi e Culture

La rete stradale di epoca romana rappresenta la sintesi della grande organizzazione dell'Impero e l'efficiente risposta alle sue esigenze militari, economiche, politiche e culturali. Con gli oltre 120.000 chilometri di sviluppo e la minuziosa manutenzione, le arterie viarie dell'epoca rappresentavano il principale elemento di unione, non solo dei territori continentali, ma di tutta la vasta area e le numerose popolazioni del bacino del Mediterraneo.

La Via Claudia fu una delle ultime strade di grande comunicazione tracciata dai Romani. Iniziata da Druso nel 15 a.C. e ripresa da Claudio, dopo circa sessant'anni, nel 46-47 d.C., la Claudia Augusta, con le sue 350 milia romane, metteva in collegamento il bacino dell'alto Adriatico con il Danubio a nord di Augusta Vindelicorum (l'odierna Augsburg).

Si trattava di una grande opera viaria le cui uniche fonti certe sono due cippi miliari trovati l'uno a Rablat, vicino a Merano, e l'altro a Cesiomaggiore, paese poco distante da Feltre. L'assenza di altra documentazione ha lasciato agli storici un arduo compito da risolvere: quale sarà stato il tracciato originario della strada?
Per il percorso a nord di Trento i pareri sono pressoché unanimi: da Tridentum (Trento) la Via giungeva a Pons Drusi (presso Bolzano), per poi proseguire per Maia (presso Merano) e, passando per il Passo di Resia, terminare, attraverso la valle dell'Inn e di Lech, poco oltre Augusta Vindelicorum (Augsburg), in una località sul Danubio vicino all'odierna Donauwörth.

A sud, invece, l'itinerario è più incerto. Una sorta di pax romana tra studiosi consiglia di optare per due rami: uno che raggiungeva, via Verona, Ostiglia, cittadina mantovana sulle sponde del Po; e un altro che partendo dall'importante porto di Altinum (Altino), passando per i territori dell'attuale Marca trevigiana, del feltrino e della Valsugana, raggiungeva Tridentum.

È indubbiamente questo il tragitto più intrigante. E che per secoli ha costituito l'asse portante delle comunicazioni tra il Sud e il Nord, tra le regioni adriatiche e le regioni Retiche, tra la cultura latina e quella germanica. Tra il modo veneziano e quello bavarese.

Con ogni evidenza, la strada venne tracciata utilizzando tracciati pre-romani e servì inizialmente all'esercito imperiale per muovere guerra ai Reti e ai Vindelici, già alla fine del II secolo d.C. alcuni tratti vennero surclassati da passaggi più moderni (si pensi al Brennero).

Ma la vecchia strada romana non morì: essa fu adattata alle esigenze delle popolazioni che vissero i secoli del Medioevo e via via le epoche sempre più vicine a noi. Oggi il suo tracciato – che pure permane intatto in alcuni brevi tratti locali – è rintracciabile nella sentieristica e nella viabilità minore di mezza montagna, ma anche nelle grandi vie di comunicazione, i cui progettisti hanno utilizzato, per costruire strade statali, superstrade e autostrade, le medesime scelte compiute duemila anni fa dagli architecti e dai curatores viarum romani.

Le tracce d'epoca romana, sebbene esigue di numero, sono ben presenti nei territori delle tre province attraversate. A testimonianza della lunga frequentazione, tutta l'area conserva reperti unici e significativi: abitazioni d'età protostorica e ripari paleolitici; cippi, altari, lapidi e strutture funerarie protocristiane; spade, resti di castelli e torri medievali, ma anche chiese, strutture abitative e fortificazioni militari giunte integre fino ai giorni nostri.

Da alcuni anni diversi partner (Bavaresi, Tirolesi, Sudtirolesi, Trentini, Veneti) sono impegnati, attraverso il progetto Claudia Augusta sul fronte del recupero e della valorizzazione dello storico percorso romano. In Germania e in Austria è ormai una realtà culturale e turistica fruibile, in provincia di Trento si stanno ponendo le tabelle del percorso che giungerà fino alle porte di Lamon.

Quando anche il Veneto ultimerà i suoi lavori sarà possibile mettere in relazione e dare senso a tutti gli elementi culturali, territoriali ed economici, in grado di rafforzare le motivazione di visita lungo tutto il percorso, collegando, così, territori e popolazioni, dall'Adriatico al Danubio, dalla preistoria fino alla modernità.

Categories: NordEst
Redazione:
Related Post