Al vaglio l’adozione del “modello francese”: primo anno aperto a tutti e blocco delle iscrizioni all’anno successivo per chi non ha dato tutti gli esami previsti
Venezia – “Musica per le mie orecchie, che combatto da mesi una battaglia di giustizia e di equità contro i test d’ingresso universitari e il numero chiuso. Se il ministro Giannini è convinta davvero di quanto dichiarato ai giornali, non ha che da passare dalle parole ai fatti, in caso contrario vorrà dire che ha cercato solo a parole un facile consenso tra i giovani. Si può decidere in fretta, ed evitare questo scempio sin dal prossimo anno scolastico”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto ha commentato, incontrando i giornalisti oggi a Venezia, L’apertura venuta dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, paventando un’ipotesi di revisione e indicando come possibile il “modello francese”, con un primo anno aperto a tutti e sbarramento finale con il quale chi non ha dato gli esami previsti non viene iscritto all’anno successivo”.
“Sul modello – aggiunge il Governatore – si può discutere nelle sedi appropriate. Di sicuro quello attuale è la negazione del buon senso e soprattutto la violazione di un diritto sacrosanto come quello allo studio, che nella fase di accesso iniziale non può e non deve fare discriminazioni. Decidere e un ragazzo sarà un buon medico con una serie di quiz astrusi che si traducono in una vera e propria lotteria – ha aggiunto – è prima di tutto profondamente insensato, ma soprattutto discrimina i ragazzi e le famiglie che hanno poche possibilità economiche e sostiene il costoso mercato privato che vende sogni esteri riservati solo a chi può pagare decine di migliaia di dollari l’anno”.
“Fanno bene i ragazzi a protestare – ha concluso il Presidente del Veneto – io sto al loro fianco e anzi dico che dovrebbero farsi sentire anche di più, rispettando però sempre i limiti della civiltà e quelli della legge”.