Ci sono persone che più di altre stanno affrontando instancabilmente l’emergenza che tanto ci angoscia in diversi settori. Ecco alcune testimonianze locali
di Liliana Cerqueni
NordEst – Uomini e donne combattenti di prima linea, e non è solo una metafora. La loro professione è diventata una missione, un tour de force che a volte non conosce orari né altro tipo di priorità, perché la priorità vera è accogliere, accudire, soccorrere, aiutare, intervenire tempestivamente, consigliare, spiegare, ascoltare soprattutto chi è in situazione di vulnerabilità e difficoltà. Il nostro giornale ha voluto raccogliere alcune testimonianze e pensieri di a operatori socio-sanitari, che non si arrestano davanti a emergenze e rischi, mettendosi totalmente a disposizione degli altri.
Tiziano Gobber, presidente del comitato territoriale Croce Rossa di Trento e responsabile del Gruppo di Canal San Bovo. Gli operatori sanitari stanno lavorando molto e sono bravi. Molta gente però non ha ancora capito la gravità della cosa che sta accadendo, dello sforzo che si sta mettendo in atto, e continua a mettersi in situazioni di rischio danneggiando anche gli altri. Se si continua a lavorare nel bosco, ad esempio, e si incappa in un incidente, significa la possibilità di un posto letto negata a chi colpito da covid, con tutte le implicanze.
E Questo vale per tante attività, come correre, andare in bicicletta o in montagna… In questo momento sono calati incidenti e infortuni perché il traffico si è molto ridotto e i cantieri sono fermi. La gente deve fare la propria parte, insieme alle forze dell’ordine, i vigili del fuoco, che stanno operando benissimo. Stando a casa si rallenta l’epidemia! Io sono sempre impegnato in sala operativa in videoconferenza con i miei collaboratori e mi auguro che, finita l’emergenza non veniamo dimenticati e si possa essere ascoltati più attentamente da amministrazioni e organi di informazione. Noi ci siamo sempre, e non solo nelle emergenze.
Cinzia Orsega, soccorritore Croce Rossa. Avverto un terrore eccessivo tra le persone poco informate, influenzate dal catastrofismo e distorsione di certi media, che esercitano un’azione deleteria sulla gente. Occorre invece riferirsi a dati e informazioni attendibili e certi come quelli dell’Istituto Superiore della Sanità; diventa d’obbligo essere cauti, seguire le linee base di comportamento indicate ed essere informati sulle conseguenze – anche penali – a cui va incontro chi viola il periodo di quarantena. Quarantena, nei casi prescritti dai sanitari, significa rimanere coercitivamente e tassativamente isolati in casa per motivi di contagio. In un clima come quello di questo momento, non bisogna, inoltre, lasciarsi cogliere da atteggiamenti distruttivi come il pregiudizio, il sospetto, la dilagante guerra fra persone che genera odio nei confronti di tutti coloro che potrebbero rappresentare una minaccia nel nostro immaginario ma è necessario mantenere il discernimento. Bisogna evitare di entrare in questa spirale che fa male a tutti.
Giovanna Gadenz, operatrice sociosanitaria. Abbiamo ridotto il servizio a domicilio presso i nostri assistiti, riducendolo prevalentemente alla sola igiene, per evitare prudentemente e il più possibile i contatti fisici. Operiamo nella massima sicurezza per noi e per gli utenti del servizio. Gli anziani accuditi da noi stanno in casa, sono sereni, hanno accettato di indossare la mascherina e si sono adeguati alla situazione. Hanno accettato l’idea di telefonare per l’ordinazione e la consegna a domicilio della spesa. Capiscono perfettamente la sospensione di alcuni servizi e hanno dimostrato che sapranno attendere fino alla normalizzazione del momento difficile e rischioso per loro e per tutti.
Stefania Lott, psicologa. Gravitando tra Trento e Primiero ho sentori diversi: in città c’è allarme generale, una forte paura di questo nemico invisibile, mentre in valle esistono due reazioni diverse, si è impauriti o si tende a minimizzare ancora. Occorre più consapevolezza, rendersi conto che se il Governo è arrivato ad adottare e prescrivere queste misure restrittive, anche antieconomiche, esiste davvero un pericolo reale. Molti non sono abituati a stare alle regole e questo è il momento di fermarsi e osservarle. Bisogna stare con i piedi per terra e nelle nostre case tenersi attivi per distogliere la mente e non disperdere energie; fare pulizie, riordinare, coltivare hobbies, fare cose piacevoli, non seguire ossessivamente i telegiornali e i servizi sull’emergenza. Allenarsi e impegnarsi all’osservanza delle regole diventa bene del singolo e della collettività. Questa è occasione per riscoprire il valore della libertà di cui non ci rendevamo conto, dei legami, della solidarietà.
Daniela Scalet, presidente A.P.S.P. San Giuseppe – Primiero. In questo momento, il personale sta operando con motivazione e responsabilità ancora più presenti, organizzando la gestione degli spazi e delle attività per piani, al fine di ridurre al minimo gli spostamenti. Come da DPCM del 5.03.2020, i familiari non possono accedere alla struttura per le visite, fatta eccezione per i casi previsti. Lunedì 16 marzo sono stati bloccati gli accessi per utenti in posto definitivo e anche in posto di sollievo. Operiamo nella massima sicurezza igienico-sanitaria e per noi il residente e l’operatore sono sempre al centro dell’attenzione. Scarseggiano le mascherine e questo è segnalato ormai ovunque. Il clima all’interno della nostra struttura è tranquillo e si cerca di rasserenare e rassicurare; gli ospiti avvertono le giornate lunghe, senza la presenza dei familiari, ma i contatti con essi continuano comunque in videochiamata. Le attività di animazione sono presenti anche se ridotte e riadattate in assenza dei volontari. I nonni hanno aderito all’iniziativa “Andrà tutto bene” dipingendo gli arcobaleni e invitando i nipoti a dipingere insieme a loro, a distanza; non sono mancati i festeggiamenti per i compleanni di qualcuno, la Festa della Donna con le mimose e tanti altri momenti di felice ‘normalità’, in attesa che l’emergenza passi.
Marisa Dell’Antonia, animatrice A.P.S.P. Canal San Bovo. Qualche piccolo disagio iniziale c’è stato, dovuto all’adozione della mascherina e della distanza interpersonale prevista, abituati tutti, come eravamo, ai rapporti più stretti. Ma poi i nostri ospiti si sono abituati anche alle
L’appello sui social di Laura Brandstetter
Originaria di Imèr, svolge da 10 anni l’attività di Coordinatore Uoc Radiologia presso l’Ospedale di Feltre
RIMANIAMO IN CASA E OSSERVIAMO LE REGOLE PER LA NOSTRA SALUTE E PER QUELLA DELL’INTERA COMUNITA’!