Tutto è cominciato più di un anno fa con un biglietto di sola andata per il Giappone, ma l’avventura di Valentina Brunet, trentaduenne di Primiero, è andata ben oltre l’idea iniziale. Ecco il suo racconto e le emozioni che pubblica sui social
di Liliana Cerqueni
Primiero (Trento) – Il viaggio si è presto trasformato, ha mutato forma e colore, ha assunto i toni della vera esplorazione e scoperta di una geografia esteriore e in se stessa. Valentina viaggia in bicicletta, ha già percorso più di 7000 chilometri tra paesaggi strabilianti, distese nel nulla, moderne strade trafficate o tracciati sconnessi, siti storici, villaggi dispersi, accampamenti di tende yurta, metropoli inquinate o inaspettatamente verdi, con il senso di libertà che solo spostandosi con leggerezza e indipendenza di movimento si può raggiungere.
La bicicletta è un modo di accordare la vita col tempo e con lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane, affermava il giornalista e scrittore Sergio Zavoli e Valentina ha deciso di tornare in Italia con questa modalità. Arrivata in Giappone, ha percorso per tre mesi in autostop l’intero tratto tra Tokyo e Fukuoka, città ricca di storia, indecisa se continuare il viaggio raggiungendo le isole Okinawa o spingersi fino a Taiwan, la piccola nazione a soli 180 chilometri dalle coste cinesi.
…Mi chiamo Valentina Brunet, ho 32 anni, vengo da Primiero San Martino di Castrozza (Trento) ed ho una storia da raccontare… la storia di come è possibile viaggiare in maniera sostenibile: per l’ambiente e finanziariamente. In bicicletta. Ci tengo veramente affinchè sempre piú gente decida di viaggiare in bici e vorrei raccontarmi per ispirare…
Non volendo perdersi nulla, Valentina ha optato per visitare entrambi i luoghi, adottando le modalità di trasferta in autostop e perfino sullo scooter di un ragazzo conosciuto su un sito per viaggiatori. E’ stata poi la volta del Vietnam, uno dei Paesi che già in passato aveva conosciuto e le aveva regalato ricordi indimenticabili.
Atterrata a Ho Chi Minh City (Saigon), la più popolosa città del Vietnam del Sud, famosa per il ruolo chiave che rivestì nel corso della Guerra del Vietnam, nei primi giorni di permanenza ha acquistato una bicicletta con sensazioni, racconta Valentina, che andavano dall’entusiasmo, all’emozione e alla preoccupazione ma anche la consapevolezza di una nuova autonomia nel viaggiare.
Grazie a lui, Valentina ha potuto dormire nei vari templi buddisti che normalmente non accettano di ospitare donne. Si sono salutati a Huȇ ripromettendosi di incontrarsi nuovamente ma il destino è arrivato prima: lo scorso dicembre è arrivata la notizia che il giovane aveva perso la vita in un incidente stradale in India, a due passi dall’arrivo.
Pedalando senza mai demordere, Valentina è arrivata in Cina dove ha ottenuto un visto di soli 14 giorni, perché il Paese non vede con simpatia i viaggiatori indipendenti e solitari. Giusto il tempo per recarsi a Pechino e soprattutto visitare la Grande Muraglia, in tutto il suo fascino che ne ricorda la storia.
…Sono in viaggio da oltre un anno, attualmente in Mongolia, ho iniziato dal Giappone e Taiwan in autostop, dopodiché, una volta arrivata in Vietnam, ho deciso di comprare una bici e pedalare verso casa. Fino adesso ho percorso oltre 7000 chilometri. Vorrei trasmettere ai lettori come viaggiare in bici sia un modo per immergersi completamente nella cultura locale, come la gente che ti vede, sia incuriosita da una persona con tutti quei bagagli sulla bici. Nonostante le barriere linguistiche, la gente è piú aperta di fronte al cicloviaggiatore…
In Cina, scrive Valentina, il paesaggio è molto industrializzato, il traffico esasperato e il grado di inquinamento insostenibile. La nostra viaggiatrice ha sostato nelle città di Chengdu e Chongqung per riposare, attendere condizioni climatiche più favorevoli per affrontare la Mongolia e poter ripartire con regolare permesso, senza rinunciare a raggiungere Hong Kong per una breve visita: non solo uno spettacolare skyline e una forsennata presenza antropica ma anche il 75% del suo territorio circostante protetto come parco nazionale.
Il viaggio di Valentina Brunet è proseguito quindi alla volta della Mongolia, dove in inverno le temperature possono arrivare anche a -30°, -40°. 700 km di pedalata nel Deserto dei Gobi, una distesa infinita che poco si presta a campeggiare lontano da occhi indiscreti, in zone riparate. Non sono mancati episodi curiosi e situazioni imbarazzati, racconta Valentina, come l’invasione, per fortuna pacifica, di un mongolo curioso e intraprendente nella sua tenda, interessato a toccare tutto ciò che trovava.
…Mi piace pensare alla bici per viaggiare lunghe distanze come ad una metafora della vita: si segue un percorso, si fanno delle scelte (bivi), qualche volta è dura (salita), qualche volta non è piacevole (traffico, inquinamento, scenario industriale, meteo!), peró poi arriva quella giornata perfetta che fa battere il cuore ad ogni metro percorso, e lí capisci che tutte le avversitá incontrate, ne sono valse la pena! Voglio promuovere una vita semplice, fatta di poche cose da portarsi dietro, di essenziale, il mio vuole essere un appello per ricordare alla gente che il consumismo si può ridurre, lavorare meno e vivere di piú!
In questi giorni la giovane primierotta ha lasciato Ulan Bator, la capitale della Mongolia, dove si è resa necessaria una sosta per riprendersi meritatamente e sbrigare le pratiche burocratiche per il visto necessario. La strada per casa è ancora lunghissima e chissà quanti altri posti, popoli e sorprese attendono Valentina che in sella alla sua bicicletta, con il cambio che non funziona più, troverà sicuramente soluzioni, spunti e arricchimento continuo. Aspettiamo tue notizie Valentina… anche Primiero segue il tuo viaggio avventoroso…
…Spero che questa storia possa interessare….Se avete voglia di ascoltare altri dettagli della mia avventura, ecco la mia intervista in radio http://www.radiofrancigena.com/podcast/songlines-musica- /viaggiare-mondo
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Non smettere di esplorare. Alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta.
(T. S. Eliot)
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